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Generazione SAD. Perché il sesso a distanza piace così tanto ai giovani
Dopo la dad, anche il sesso è a distanza. Almeno secondo una ricerca della Fondazione Foresta. Un tema ripreso anche dagli esperti della Sia, Società Italiana di Andrologia, che si sono interrogati in uno studio sul sesso online, presentato durante il Congresso nazionale a Riva del Garda, sul crescente fenomeno del sesso virtuale tra adolescenti. Secondo la ricerca un ragazzo su due si informa sul web in materia di sesso, e nell’ultimo anno fenomeni come sexting, cybersex e utilizzo di pornografia online sono raddoppiati. Un dato che potrebbe avere impatti sulla salute delle nuove generazioni: secondo gli andrologi anche per questo va tutelato il rientro a scuola in presenza.
«Basta Dad», affermano i medici Sia ad Adnkronos. «Un anno di restrizioni ha impoverito le esperienze relazionali e sessuali dei ragazzi, in un’età critica». Secondo il dottor Francesco Chiancone, coordinatore della ricerca, facente parte del Dipartimento di Urologia dell'ospedale Cardarelli di Napoli, il problema della didattica a distanza è psicologico: è infatti raddoppiata nell'ultimo anno anche la quota dei giovani che ammette il conseguente boom di sesso virtuale. Tanto che sono aumentate «confusione e disinformazione, portando a comportamenti e stili di vita scorretti che possono minare il futuro benessere sessuale dei ragazzi, oltre che quello di sentirsi soli e insoddisfatti».
I dati della ricerca sul sesso online
Il sesso per gli adolescenti è sul web: sia i ragazzi che le ragazze si affidano molto più al sexting e al cybersex nella ricerca del piacere, tanto che queste pratiche sono raddoppiate nell’ultimo anno (sono rispettivamente al 34% e 6%). C’è, però, una controindicazione. Il ricorso massiccio al web per scoprire la propria sessualità ha portato a un aumento degli atti di cyberbullismo. In quest'ultimo anno, più del 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi è stato vittima dei bulli su internet. Più del doppio dei giovani fa riferimento ai siti di incontri (10% nel 2020-2021 rispetto al 5% di due anni prima) per conoscere nuove persone, mentre la pornografia diventa un’abitudine per le ragazze: più del 30% ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici, rispetto a solo il 15% del biennio 2018-2019, con un parallelo aumento dell'autoerotismo.
Lo studio della Sia ha invece preso in esame le risposte di 80 ragazzi e ragazze di 16 anni (considerata l'età media della prima volta) su consapevolezza sul sesso, contraccezione e malattie sessualmente trasmesse. Disinformazione, solitudine e isolamento preoccupano gli andrologi. «I dati mostrano che solo un terzo dei giovani (35%) dichiara di essere abbastanza informato», afferma il dottor Chiancone. La ricerca evidenzia che soltanto il 10% ha dichiarato di avere un partner stabile, ma il 27,5 % ha avuto un rapporto sessuale completo. Internet è la prima fonte informativa per uno su due, seguita dagli amici (28,75%). Solo il 5% degli adolescenti coinvolti nello studio ha affermato di avere ottenuto informazioni sul sesso da medici, e il 55% dei partecipanti non ha mai parlato a qualcuno di sessualità.
«Il problema», sottolinea Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia all'università Federico II di Napoli, «è soprattutto maschile, perché i ragazzi difficilmente, praticamente mai, si rivolgono all'andrologo e tendono a confidarsi meno con coetanei e familiari rispetto alle ragazze, ritrovandosi così ancora più soli dopo un anno di scuola in remoto e in assenza di rapporti veri».
Amore e sesso dietro lo schermo
Il risvolto iperbolico dell’aumento del sesso online sta nelle Never-met relations, relazioni che nascono e finiscono online, senza la necessità di incontrare il proprio partner dal vivo. Storie che si consumano a distanza, mediate dallo schermo dello smartphone. Ne parlò a VD la dottoressa Annalisa Battisti, psicologa specializzata in psicoterapia familiare e relazionale: «A volte», spiega Battisti, «non si ha neanche la voglia di accendere la fotocamera per vedere l’altro. Basta comunicare con lui o lei via chat. Eppure lo si considera il proprio partner. Questo è un fenomeno che è appena agli albori. È che, semplicemente, sta diventando sempre meno necessario incontrarsi». Provando a dare una spiegazione alle relazioni virtuali raccontate da ragazze e ragazzi, la dottoressa Battisti sottolineò: «Come i cuccioli di leone litigano per preparare la caccia, così l’essere umano adolescente deve sperimentare il litigio, i rifiuti, deve vivere il conflitto. Invece il virtuale consente di passare direttamente alla sfera intima in tutta comodità. Manca la sfera corporea, ma quella al tempo stesso fa paura, perché può essere molto deludente. I social», prosegue la dottoressa Battisti, «permettono di idealizzare l’altro». «Ma questo è un discorso che coinvolge anche tanti adulti, che stanno scoprendo le relazioni a distanza mediate dalla tecnologia».
Quando poi si hanno relazioni in carne e ossa diventa sempre più impellente il bisogno di comunicarle. La sfera intima, come viaggi, cibo e palestra, deve essere condivisa sui social per diventare ancora “più vera”, con amici e utenti reali o virtuali. Si cerca il consenso, anche a costo di distruggere la propria fidanzata. È successo a Salerno, dove due adolescenti pubblicavano su Whatsapp e Telegram video hot registrati in compagnia della fidanzata di uno dei due, minorenne. L’obiettivo era ottenere altro materiale video dai contenuti espliciti, un baratto che ha portato la Polizia Postale a scoprire un'ingente quantità di materiale pedopornografico su uno dei telefoni utilizzati. «Scambio foto della mia ex per pedo», scriveva nell’annuncio uno dei due ragazzi: per entrambi è stato disposto il collocamento in comunità.
L’importanza dell’educazione sessuale
«Mai come oggi la riapertura delle scuole in presenza è cruciale per far emergere i giovani dalla vita in remoto in cui sono annegati a causa del Covid», afferma il dottor Palmieri. «È fondamentale che i ragazzi imparino a rivolgersi allo specialista della sessualità maschile per aver informazioni corrette». Secondo gli specialisti Sia, inoltre, «l'educazione alla salute sessuale nelle scuole gioca un ruolo primario nello sviluppo di una sana sessualità negli adolescenti. È importante introdurre programmi scolastici di educazione al sesso concentrandosi su progetti di intervento precoce che potrebbero ridurre futuri problemi sessuali e riproduttivi, come infezioni sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate».
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