sesso
Quali problemi provoca il sexting?
Il termine sexting è un vero e proprio neologismo dei nostri tempi, ma il fenomeno che descrive, seppur in forma primordiale, è sempre esistito. «Ada mia – da tre ore sono a letto. Ho con me le tue piccole fotografie – come sempre – e le tue ultime lettere, brucianti di passione che mi mettono l’inferno nel sangue» scriveva Arturo Toscanini, a metà degli anni trenta, alla sua giovane amante Ada Mainardi. Epistole a luci rosse, spesso trasbordanti di sessualità e dettagli che, senza alcuna colpevolezza, avevano il gusto piccato dell’eccitazione. «Amo la tua bocca e i tuoi baci – quelli terribili che bevono la vita» non sono altro che forbiti esempi di quanto oggi chiameremo semplicemente “sexting”.
I rischi del sexting per i più giovani
Ma il sexting è diventato un fenomeno talmente diffuso da divenire un rischio per i più giovani, quando non preparati a esso: il rapporto Eu Kids Online 2020 specifica che il 22% dei giovani europei ha ricevuto almeno un contenuto esplicito, desiderato o indesiderato, segno che un'educazione sessuale, oggi dovrebbe accompagnarsi a quella digitale.
Fortunatamente, come molestia, il sexting, tra i più giovani, riguarda meno del 7% dei casi, ma può legarsi al bullismo e a fenomeni di violenza online particolarmente preoccupanti. Il Journal of Adolescent Health ha segnalato quanto facilmente queste forme di cyberbullismo riguardino adolescenti omosessuali e bisessuali. In Italia il sexting nella fascia 12-16, in tutte le sue forme, è quasi raddoppiato dal 2018. Ora una storica sentenza della Cassazione lo indica come vera e propria violenza sessuale, dopo aver respinto il ricorso di un trentaduenne che aveva inviato foto hot a una minore.
I rischi del sexting per gli adulti
Naturalmente additare il sexting come uno dei mali della nostra epoca, vorrebbe anche dire sminuire parte del nostro progresso: lo stesso che ci permette di raggiungere, come individui consapevoli, lo scopo del Toscanini, in minor tempo e con più efficacia. Quello che s’intende, è che abbiamo gli strumenti per comunicare in ogni forma e di ogni cosa e non sarà certo il pudore ad impedirci di parlare anche di sesso. Addirittura, a fare sesso, perché la pratica del sexting ha raggiunto un perfezionamento tale, da potersi quasi dire un sostitutivo.
Perché alla fine, il piacere che si prova nell’atto, è un semplice senso di appagamento che si può anche soddisfare da soli, se ben aiutati. E allora, Toscanini poteva coricarsi con le foto di Ada sotto le coperte e noi non possiamo farci mandare la stessa colorita buonanotte dal cellulare? Sì, possiamo, purché parte di quella poetica che l’epistolario del direttore d’orchestra - con una stella sulla Hollywood Walk of Fame – esprime, sia spinta dal desiderio di avere un rapporto educato.
La recessione sessuale
Il problema, e l’aggettivo “educato“ non capita per caso, è appunto in quali circostanze il sexting degeneri. Oggigiorno, sebbene tutto sembri essere a portata di mano, ci stiamo cominciando a rendere conto quanto sia complicato stringere rapporti, soprattutto sentimentali. Così, mentre aumentano le applicazioni di dating come Tinder, sempre meno persone fanno sesso.
Una recessione che viene dimostrata in una ricerca della rivista scientifica americana Archives of Sexual Behavior, che ha riconosciuto come il 15% dei nati tra gli ‘80 e i ‘90, tra i 18 ed i 24 anni, non abbia avuto alcun partner sessuale: più del doppio del campione esaminato nato negli anni ‘60. In Italia, la tendenza è la stessa, ma, paradossalmente, si inizia prima di quanto non si facesse anni fa: quattro diciannovenni su cinque hanno già perso la verginità.
Quando iniziano i problemi?
I problemi, quindi, cominciano dopo. E sono anche figli del sexting, più che vittime. Perché il sexting non è altro che un approccio alternativo (il 76% dei ragazzi intervistati dall’Università del Texas ha fatto poi sesso dopo una richiesta “telefonica”): ciò che però crea è una perdita di credibilità della relazione, che comporta poi difficoltà a nuovi approcci in età più adulta.
Il desiderio, pretesto per uscire di casa, ora viene soddisfatto senza incontrarsi. In Toscana, secondo una ricerca di Daniel Giunti, organizzatore del Festival della Sessuologia, il 45% delle persone – di ogni età – eterosessuali ha ricevuto almeno un’immagine hot. Uno su due quasi, a dimostrazione che non è un fenomeno paranormale, né una piaga dei nostri tempi. Semplicemente, un mezzo di comunicazione “intima” a cui prestare estrema attenzione, perché pur sempre sul proprio corpo si sta giocando.
Segui VD su Instagram.