educazione sessuale
Perché l'Italia ha un problema con l'educazione sessuale
L’epoca sarebbe anche quella giusta, per cominciare a parlare di sesso nelle scuole. D’altronde, nella vita di un adolescente un rapporto affettivo e sessuale è un realtà forse più tangibile di una poesia di Petrarca. Eppure, l’Italia evita ostinatamente di assumersi la responsabilità di discuterne e la voce più autorevole a prendere posizione in fatto di sesso si alza da chi non ti aspetti. Sì, proprio il Papa. Ora, per quanto progressista possa essere stato Francesco nelle sue scelte, c'è un chiaro conflitto d’interessi culturali.
Educazione sessuale: l'Italia è ferma
Sentire il Papa di ritorno da Panama nel 2019 sostenere che l’educazione sessuale andrebbe insegnata con più frequenza nelle scuole, suona strano. Come sentirlo parlare di coppie omosessuali o di accettare il mondo LGBT. Papa Bergoglio, però, ha ragione: la situazione stagnante dell’Italia in fatto di educazione sessuale non sembra essere cambiata poi tanto negli ultimi dieci, per non dire venti, anni. Quindi mentre in Olanda cominciano a parlarne fin dall'asilo e in Germania è materia obbligatoria fin dal 1968, in Italia la maggior parte dei ragazzi si costruisce il proprio bagaglio di esperienza in merito su Internet o chiacchierando con gli amici. Un misero 20% (analisi de La Sapienza) chiede informazioni ai genitori, naturalmente con quella puntina d’imbarazzo che si prova nel parlare di certi argomenti la sera a cena. Insomma, appare evidente come, nel nostro paese, o non si facciano certe cose o ci sia ancora un certo senso di pudicizia istituzionale che blocca l’intero sviluppo sociale. Non a caso, il consumo medio di profilattici in Italia è la metà di quello del Regno Unito: di nuovo, o siamo votati all’astinenza oppure abbiamo un problema da non sottovalutare.
L'educazione sessuale in Europa
Negli stati sopracitati, come Olanda e Germania, l’uso di contraccettivi sin dal primo rapporto è aumentato, toccando la soglia del 90%: nel frattempo, in Italia, si combattono ancora i falsi miti per cui l’uso degli anticoncezionali nelle donne possa provocare sterilità (lo credono il 24% al 2015), oppure aumento di peso (12%). Insomma, non bisogna poi stupirsi se si torna a parlare di AIDS in aumento (3.443 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti nel solo 2017), considerando che il 60% dei più giovani non ne conosce nemmeno le cause del contagio – non tutte, almeno. Per non parlare della conoscenza del mondo LGBT. Proprio per evitare qualsiasi discussione sul genere e l'orientamento sessuale che una parte delle organizzazioni cattoliche italiane non vede di buon occhio l'introduzione di questa materia nelle scuole. In alcuni casi, in prima liceo, viene fatta qualche ora di educazione sessuale. Una cifra insufficiente se confrontata con il tempo passato sui vari siti pornografici: ecco, per quanto l’accessibilità all’immagine possa aver aiutato a sfondare qualche barriera in più, come ricorda il counselor Afrodite Franciosi a Vanity Fair, la pornografia ha dato anche «un’idea fuorviante del corpo, minando l’autostima; del rapporto tra i sessi […] con la prevaricazione dell’uomo sulla donna».
Il progetto Making of Love
Così, prende piede un’iniziativa singolare come quella della pellicola Making of Love, un progetto ideato e guidato dai registi genovesi Lucio Basadonne e Anna Pollio e sostenuto dalla compagnia di sex toys MySecretCase, per essere presentato nelle scuole come materiale istruttivo per i ragazzi. Un metodo che si vuole porre a metà tra le lezioni frontali, talvolta noiose, e l’autodidattica a cui i più giovani sono abbandonati nel nostro sistema scolastico (il 19% degli studenti ha rapporti sessuali prima dei 14 anni, stima del 2013). Nessuno vuole impedire ai ragazzi di scoprire il piacere, anzi, proprio perché hanno questo diritto, chi si fa da garante della loro crescita – lo Stato – dovrebbe mettere a loro disposizione ogni strumento per rendere il piacere consapevole, non una bravata rischiosa che prima o poi si deve commettere. Eppure, tra organi che nascono e progetti di legge che muoiono, regna la confusione: tra i giovani, ma soprattutto, a loro discapito.
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