scuola
Per il ministro Bianchi: «Dobbiamo far tesoro di ciò che ci ha insegnato la DAD»
Tornare a scuola dopo la pandemia, ragionando su quello che è avvenuto «non cancellando il passato ma ragionandoci su per avere una scuola e un mondo del lavoro più avanzato». Per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la didattica a distanza è una risorsa che non va persa. «Capisco voler fare i titoloni sulla Dad ma la scuola è presenza - ha detto il ministro a Radio Rai 1 - . In questo anno i nostri insegnanti hanno lavorato in situazioni difficilissime, va loro riconosciuto, è un patrimonio che non può essere disperso. Dopo si tornerà in presenza facendo tesoro delle esperienze. Bisogna allargare le nostre capacità». Insomma, la scuola sarà ridotta a officina e gli studenti a cavie.
I lati positivi secondo il Ministro
Tra i lati positivi della didattica a distanza, la possibilità di collegare studenti da tutta Italia. Poco importa se in molti hanno avuto difficoltà ad accedere anche a un pc o a una connessione internet. «Bisogna usare tutti gli strumenti, avendo una visione dell'educazione. Questa idea di fare la lezione soli davanti al pc è stata superata, lo strumento può mettere in collegamento i ragazzi lontani tra loro. Bisogna allargare le nostre capacità», ha detto il ministro Bianchi. «Scuole chiuse è un termine sbagliato. Si farà didattica a distanza nelle zone rosse o in quelle con situazioni epidemiologiche che richiedono maggiori restrizioni. Ma la scuola ha sempre lavorato e continuerà a farlo». Sacrificando la presenza, vero motore della scuola.
Il ritorno della didattica a distanza per milioni di ragazzi
Stando alle previsioni di Tuttoscuola, da lunedì otto marzo potranno essere oltre sei milioni gli studenti costretti a fare lezione da un pc o da un tablet. Una condizione che dipende dalle disposizioni che verranno adottate dai governatori delle Regioni. La sospensione dell’attività in presenza è prevista infatti nelle aree dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti, secondo quanto previsto dal nuovo Dpcm, in vigore dal prossimo sabato. Il numero di studenti in Dad potrebbe quindi raddoppiare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una didattica “diffusa”, che tanto sembra piacere al ministro Bianchi e che niente sembra aver imparato da un anno di pandemia: la fine - più che l’inizio - della “nuova scuola”.
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