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Al Polo Nord il riscaldamento globale genera enormi profitti

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Artico anno zero: il nuovo grande west non è più una pianura polverosa, ma una bianca distesa di ghiacci. Anzi no, d’acqua, perché l’Artide, come l’Antartide, si sta sciogliendo a ritmi vertiginosi e questo, invece di fare paura, sembra essere addirittura cosa gradita, per qualcuno. Nella regione si giocano le più importanti partite a scacchi fra Stati Uniti, Russia e Cina: lo scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci ha, infatti, portato in superficie grandi opportunità per questi Stati, tra risorse naturali, petrolio e turismo, oltre che l’accesso a un nuovo oceano.

Le nuove frontiere al Polo Nord

Secondo New Scientist, la fusione di buona parte dell’Artico migliorerà l’accesso alle risorse minerarie della regione, costituite in gran parte da:

  • Fosfato
  • Nichel
  • Cobalto
  • Bauxite
  • Argento
  • Rame
  • Uranio

Ma questi non sono i soli “tesori” nascosti tra i ghiacci. Secondo lo US geological survey, l’Artide deterrebbe il 30% di gas naturale e il 13% di petrolio non ancora scoperto del mondo, vale a dire circa 410 miliardi di barili, anche se, spiega Leonardo Langone del Cnr, «non sono ancora giacimenti molto remunerativi».

Lo scioglimento del ghiaccio marino tra Alaska, Norvegia e Siberia, a causa del riscaldamento globale, potrebbe dare vita anche a nuove rotte commerciali che collegherebbero est e ovest, collegando l'Europa all'Asia ed eliminando il passaggio obbligato dal canale di Suez, sebbene siano tratti di mare molto pericolosi e spesso interessati da tempeste. Secondo le previsioni attuali, l’Oceano Artico sarà privo di ghiaccio nel giro dei prossimi vent’anni. Non solo. Langone aggiunge che «il riscaldamento globale determinerà la migrazione verso nord di pesci come merluzzi», rendendo la regione un luogo di contese fra Canada, Danimarca, Norvegia e Russia. Ma, secondo Langone, «i vantaggi potranno essere solo momentanei».

Lo scioglimento dei ghiacci ha fatto emergere risorse per le grandi potenze
Lo scioglimento dei ghiacci ha fatto emergere risorse per le grandi potenze

La corsa all’Artico

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo in un discorso in Finlandia a maggio 2019 ha affermato che «la regione è diventata un’arena per il potere e la competizione». Un mese prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato a una conferenza a San Pietroburgo che l'Artico rappresenta oltre il 10% di tutti gli investimenti in Russia.

La corsa al Polo Nord parte, però, da lontano, quando la punta estrema del mondo fu utilizzata come terra di confine fra Nato e Russia durante la guerra fredda. Oggi c’è, però, un attore in più, la Cina. Gli artigli del dragone hanno arpionato l’Artico e secondo un rapporto del governo degli Stati Uniti, pubblicato a giugno 2019, «sta cercando di ottenere un ruolo nella regione in modi che potrebbero minare le regole e le norme internazionali, e c'è il rischio che il suo comportamento economico predatore a livello globale possa essere ripetuto nella zona».

Mike Pompeo e Vladimir Putin
Mike Pompeo e Vladimir Putin

 Turismo: tra inquinamento e soft power

Guardare i ghiacci che si sciolgono è il nuovo passatempo dei ricchi: il prezzo da pagare per una gita sulla punta del mondo è altissimo e si può arrivare fino ai 9mila dollari a testa. I rischi sono legati alla perdita di combustibile da parte delle navi da crociera che può danneggiare un equilibrio così delicato, oltre che disturbare la fauna selvatica. Il paradosso è evidente: si organizzano crociere per aumentare la consapevolezza riguardo a global warming e cambiamento climatico ma poi si mettono in pericolo questi stessi ambienti con le emissioni delle navi.

I viaggi nel Mar Glaciale Artico sono resi possibili dalla crisi in atto: secondo la NASA, l’Artide si sta sciogliendo a un tasso del 13,2% ogni decennio, con l’acqua che prende il posto dei ghiacci. Langone spiega infatti che «l’Artico si sta riscaldando tre volte più velocemente rispetto al resto del pianeta». «Al Polo Nord comincia a piovere anche d'inverno». Ma il turismo diventa anche un utile strumento di potere, con Cina e Russia che incrementano il flusso di persone nella zona per rivendicare una propria identità nella regione. E mentre i ghiacci si sciolgono, il mondo pensa a quale bandiera indossare come cappello.


Le rotte dell
Le rotte dell'Artico sono il futuro del commercio marittimo

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