lavoro
Il Sud Italia è il peggior luogo in Europa per trovare lavoro. Soprattutto se sei donna
In queste ore sono usciti i dati sull’occupazione in Europa: in fondo alla classifica Campania e Sicilia, dove lavorano rispettivamente il 41,3% e il 41,1% della popolazione tra 15 e 64 anni. Poi, oltre la parentesi della Guyana francese, altre due regioni italiane: la Calabria col 42% degli occupati, e la in Puglia col 46,7%.
I dati europei sull'occupazione
Ai primi posti ci sono la regione finlandese di Aland, la Svizzera Centrale e la provincia olandese dello Zeeland. Il tasso d’occupazione in queste tre regioni europee è tra l’82 e l’85%, il doppio rispetto ad alcune regioni del Sud Italia. La questione si fa più spinosa se si considera la sola occupazione femminile. In Campania e Sicilia - record negativo europeo - è occupato, ad esempio, solo il 29,1% della popolazione femminile in età lavorativa.
Il Sud fa registrare ancora una volta tassi completamente al di sotto delle medie europee e degli stessi valori medi italiani. Disparità che si ripetono in ogni settore: se consideriamo i soli i laureati, ad esempio, le statistiche Eurostat stabiliscono che in Europa lavora l'84,9% di chi ha una laurea. Si tratta di una cifra molto alta, ma è pur sempre una media: nella regione tedesca di Dresda, infatti, il 90% dei laureati ha un lavoro. La Lombardia ha un tasso in piena media europea e in Calabria, invece, solo il 65,3% dei laureati trova lavoro (ed ecco perché, molto semplicemente, è costretto a emigrare).
Per approfondire l’analisi, a questi numeri potremmo aggiungere la recente classifica del Cwur, che ha classificato le migliori università mondiali posizionando solo al 113esimo posto la prima università italiana, La Sapienza. A penalizzare gli atenei nostrani è proprio una scarsa valutazione in termini di occupabilità garantita agli studenti. La prima università del Sud, la Federico II di Napoli (più antica università pubblica del mondo), è 238esima, 757esima in termini di occupabilità. Freddi numeri che inquadrano il disagio di chi sceglie di vivere, formarsi e lavorare al Sud.
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