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disturbi mentali

Soffriamo sempre più di insonnia e facciamo sogni pandemici

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Era Tyler Durden a dire: «Con l'insonnia, non sei mai veramente sveglio; ma non sei mai davvero addormentato. Nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia…». Il lockdown non è arrivato a trasformarci in leader anarchici alla Fight Club di David Fincher, ma ha avuto un impatto profondo sul sonno e sulla salute degli italiani. E mentre aumentano insonniaconsumo di psicofarmaci e sonniferi, emerge anche un fenomeno nuovo: quello dei pandemic dreams.

Storie di insonnia da Covid

«Non riuscivo a prendere sonno, mi giravo nel letto e più mi rigiravo e più saliva l’ansia» racconta Marta, 25 anni, a VD. «Sentivo il tempo che passava e mi agitavo. Se dormivo avevo incubi e mi svegliavo di soprassalto. La mia insonnia si era aggravata tanto che sono finita al pronto soccorso dopo essere stata sei giorni senza dormire. Il dottore alla fine ha provato a darmi il valium, inizialmente per un mese e basta, poi in realtà è durato di più. Stavo diventando dipendente e quindi sono passata a un farmaco meno forte». Elisa ha 23 anni e si è laureata - in DAD - nel 2020. «A inizio pandemia ho cominciato a soffrire di attacchi di panico fortissimi la sera», racconta a VD. «Per due mesi non sono riuscita più a dormire e sono diventata ipersensibile ai rumori, tanto da dover dormire con un paio di cuffie da cantiere. Non respiravo più e mi si bloccavano le gambe per la paura». Elisa, come molti altri italiani, è ricorsa ai farmaci per combattere l’insonnia e l’ansia. «È andata avanti così per un po’ e il mio medico di base mi ha prescritto lo Xanax. Un farmaco che mi stendeva ma non mi aiutava a risolvere il problema e che mi dava dipendenza. Prendevo 15-20 gocce di Xanax, una follia. Dopodiché sono stata mandata da una psichiatra, con cui ho iniziato una nuova terapia. Ora sto meglio». Una terapia che continua da un anno. «Ancora oggi ho l’attacco d’ansia prima di andare a dormire. La mia ragazza, invece, la notte sogna tutte le cose che non può fare durante il giorno e si sveglia turbata». Quindi insonnia e pandemic dreams.

Se dormiamo siamo preda dei “pandemic dreams”

Il lockdown e la pandemia, infatti, non hanno cambiato solo il nostro sonno, hanno trasformato anche i nostri sogni. La ricerca ha indicato il fenomeno come “pandemic dreams”, sogni pandemici, emersi in tutto il mondo attraverso il racconto di esperienze oniriche vivide e disturbanti. «È un osservatorio particolare, ma di cui mi occupo centralmente» ci dice il professor Luigi De Gennaro, ordinario de La Sapienza e segretario dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno, che, da marzo, ha partecipato a sette studi italiani e a due consorzi internazionali sui problemi del sonno durante la pandemia. «La frequenza dei sogni ricordati, le caratteristiche emotive negative, l’impatto degli stati d’ansia e depressione sui sogni, tutti questi fenomeni sono aumentati». Ma il fenomeno più rilevante è quello degli incubi (o meglio sogni terrifici). «Sono un sintomo dello stress post-traumatico collegato prima al lockdown e poi, in generale, a quello che oramai chiamiamo Long Covid». Un aspetto sottolineato anche dal prof. Tore Nielsen, Direttore del Dream and Nightmare Laboratory di Montréal, su Scientific American: «Lo stesso diffuso cambiamento nei sogni è stato riportato dopo eventi straordinari come gli attacchi dell’11 settembre 2001 e il terremoto di San Francisco del 1989, un sisma dalla magnitudine mai registrata prima. Questo incremento dei sogni è il primo di livello globale e il primo nell’era dei social media, cosa che rende queste esperienze oniriche subito accessibili per uno studio. Come “evento” legato alla sfera onirica, la pandemia è stata senza precedenti». Nel mondo si sono moltiplicate le iniziative per raccogliere tutti questi sogni. Deirdre Barrett dell’Harvard University ha iniziato un sondaggio online sui “sogni pandemici” sin dal 22 marzo. Erin e Grace Gravey, artisti della San Francisco Bay Area, hanno lanciato il sito IDreamofCovid.com, che raccoglie e illustra i pandemic dreams. È nato anche un account Twitter automatizzato, @CovidDreams, che retwitta i post di chi vive queste esperienze. C’è chi sogna di essere fermato dalle SS nella Germania nazista perché privo di mascherina, chi di prendere il Covid dal morso di uno zombie, chi vede il virus come una forma di vita aliena venuta da un altro pianeta. Alcuni vivono momenti di liberazione: andare per strada e abbracciare e baciare persone a caso oppure essere vaccinati e poter tornare a lavorare. In generale, comunque, questi sogni sono legati ad emozioni negative come ansia, rabbia e paura e a un’estensione della fase REM.

Non riusciamo più a dormire

Ma non si tratta solo dei sogni. Gli studi effettuati in questo periodo lo confermano: il lockdown e la pandemia hanno alterato la struttura del sonno di moltissimi italiani. Un aumento del fenomeno confermato a VD dal prof. Luigi De Gennaro. Ad alterare il sonno è stato prima di tutto il lockdown. La quarantena «è un evento unico che oltre allo specifico della pandemia ha aggiunto delle particolari condizioni di autoisolamento. Un parziale sganciamento (o disincronizzazione) dai ritmi di lavoro e di attività regolari. Questo ha determinato serie alterazioni nella salute mentale, in particolare dei disturbi d'ansia, depressivi e da stress post-traumatico. Condizioni che hanno impattato notevolmente sul sonno». Tanto che la Società Medicina del Sonno di cui il professore fa parte, ha offerto un servizio di consulenza gratuito sette giorni su sette. Il disturbo più diffuso (e più facilmente rilevabile dagli studi) sarebbe l’insonnia, problema che avrebbe aumentato le vendite di benzodiazepine e altri ipnotici del 25%. Per non parlare di prodotti naturali come melatonina, camomilla e valeriana. Attraverso l’assistenza e gli studi «abbiamo incontrato vere e proprie insonnie croniche nate a cavallo del lockdown», ci spiega il Prof. De Gennaro, «severe sindromi depressive, gravi situazioni post-traumatiche. Ma, nei fatti, quello che le persone raccontavano era una completa alterazione della struttura del sonno». Un problema che, a quanto pare, ha impattato soprattutto sulla salute delle donne. Uno studio italiano pubblicato sul Journal of Neurology a luglio confermava che il 78% degli intervistati con disturbi del sonno era una donna. Il prof. De Gennaro lo conferma: «La differenza di genere è un aspetto drammaticamente costante. In tutti gli studi le donne hanno patito maggiormente le conseguenze della pandemia. Lo dico principalmente per i disturbi del sonno ma riguarda anche altre aree della salute mentale».

Cosa fare in caso di insonnia e “sogni pandemici”

La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere il giorno come la notte. Chiediamo al prof. De Gennaro cosa fare quando siamo vittime di insonnia o di sogni terrifici legati alla pandemia. «Quando si tratta di un disturbo del sonno c’è una società scientifica unica, l’Associazione Italiana Medicina del Sonno che ha un sito, Sonnomed.it, dove c’è la cartina d’Italia con tutti i centri accreditati (sono circa 30) e tutte le informazioni necessarie». Su questo sito e sul canale YouTube dedicato, il 19 marzo, in occasione del World Sleep Day, 24 esperti del sonno italiani faranno una lezione di 12 ore, dalle 8 alle 20, online realizzando una panoramica a tutto campo sullo stato del sonno, oggi, nell’Italia della pandemia.

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