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Il sesso orale si può fare anche protetti
Illustrazione di Lisa Forni
Nei giorni in cui mi veniva proposto di tenere questa rubrica, l’hashtag #Ryanair era stranamente balzato in cima ai trend di Twitter – con buona pace della fu Alitalia: il 14 settembre scorso infatti, su un volo Ibiza-Orio al Serio, è successo che una passeggera ha praticato una fellatio al suo compagno di sedile, senza rendersi conto (o forse sì) che qualcuno li stava riprendendo: Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, interrogato sulla vicenda ha commentato che «oltre al comportamento assolutamente vietato in pubblico e tanto più a bordo di qualsiasi compagnia aerea», i due hanno «violato un’altra norma, l’obbligo di tenere la mascherina ben indossata per tutta la durata del volo».
L’unica accusa che può cadere sui due passeggeri, infatti, è solo di aver trasgredito le (ormai arcinote) norme sanitarie: il reato di atti osceni in luogo pubblico, infatti, non è più procedibile d’ufficio dal 2016 – e per questo motivo il performer di OnlyFans Fabrizio Santamaria (che a fine agosto ha pubblicato una foto col sedere di fuori, a quattro zampe sulle scale della Cattedrale di Noto) non ha dovuto pagare nessuna multa da 10mila euro, al contrario di quanto è stato scritto ripetutamente da molte e molti; quotidiani online e social l’hanno pure definito «attore hard», cosa che tecnicamente non è – ma di questo parleremo un’altra volta.
Il sesso orale non protetto
Poi, nei giorni in cui avevo cominciato a scrivere gli articoli di questa rubrica e scoprivo cosa succedesse ai chemsex party, cercando la parola «sesso» su Google ci si imbatteva in un’altra notizia: verso le tre del pomeriggio, in un vagone della metro rossa di Milano linea 1, un’altra coppia eterosessuale s’era lasciata andare all’esibizionismo ed è visibile a tutti la foto (diffusa ipoteticamente dalla pagina Milano bella da Dio) in cui lui, di spalle, ha i pantaloni mezzo calati fra i quali spuntano le gambe di lei. Pare che i due fossero ubriachi – e pare che l’alcool non mancasse neanche sull’aereo da Ibiza – ma più che sulle conseguenze della sbronza nelle nostre vite, a colpirmi è stata un’altra abitudine che non mettiamo mai in discussione: il sesso orale si fa senza preservativi.
Un ragazzo che ho incontrato più volte, qualche tempo fa, mi scrisse allarmato che aveva scoperto di avere la clamidia: lui, a differenza mia, teneva e tiene l’anagrafica di tutti i rapporti occasionali, per cui era riuscito a desumere chi gliel’avesse passata e a chi l’avesse trasmessa: io non ero fra questi, ma intanto mi sono dovuto alzare alle cinque del mattino per essere al Policlinico di Milano alle sei e mettermi in fila per il Centro di Riferimento per le Malattie a Trasmissione Sessuale, in Via Pace. Lo sportello infatti – attivo dalle 8:00 alle 12:30 – presta gratuitamente servizio quotidiano a un numero limitato di persone e arrivare troppo tardi può significare andarsene ancora più tardi e magari senza aver concluso niente.
Avendo (ovviamente) praticato sesso orale oltre che penetrativo, mi sottoposi al tampone faringeo – tanto per il sesso orale davanti quanto per il sesso orale dietro, che per brevità chiameremo rimming – perché la clamidia, come la gonorrea e tutte le infezioni locali, bisogna andarsela a cercare: un tampone uretrale negativo non significa che non la si abbia in bocca, insomma.
Il fantastico mondo dei preservativi aromatizzati – e non
Mettendo da parte i piaceri del tampone – che in questo periodo storico stiamo più o meno tutti e tutte riscoprendo – mi sono domandato insieme ai medici di Via Pace che fine abbiano fatto i preservativi ai gusti della frutta e quelli aromatizzati, che per un certo periodo andavano di moda alla menta e al bacon, alla cola e al tiramisù – e che, si diceva più o meno erroneamente, andrebbero usati solo per la fellatio, perché nocivi per le mucose della vagina e dell’ano; il gusto e il profumo infatti servirebbero solo a ovviare al cattivo odore e sapore di lattice, poliuretano e poliisoprene – ma si diceva pure che il lubrificante a base siliconica avesse proprietà afrodisiache, di cui io dubito fortemente. Per scoprire la nocività o la mansuetudine di un preservativo, comunque, bisognerebbe sempre leggere il proverbiale foglietto illustrativo di cui parlano senza sosta le pubblicità dei farmaci: non solo per prevenirne la reazione col pH ma anche, per esempio, evitare che un condom non lubrificato a base di olio entri in contrasto col lubrificante in boccetta.
A ogni modo, se dei Tropical Mix Durex c’è ancora qualche traccia nei grandi supermercati, non si scorgono neanche col binocolo i preservativi femminili, i cosiddetti Femidom, autorizzati dalla Food and Drugs Administration e commercializzati in Europa già dal 1993, utili se si pratica sesso orale su una donna. Ma che in Italia, oltre al costo pressoché doppio rispetto a quelli maschili (diciamo 7 € per una confezione da 3), non si trovano nemmeno in molte farmacie e si riescono ad acquistare quasi solo online, e utenti giovanissime di TikTok si rimbalzano nei video i link alle piattaforme d’acquisto.
Sesso orale e preservativi femminili
Eppure cambia ben poco: il Femidom è efficace quanto gli altri metodi contraccettivi, è già lubrificato, addirittura produce calore e quindi l’esperienza potrebbe pure risultare più naturale – l’unico scoglio sarebbe prendere dimestichezza con il corretto inserimento.Ancora più specifico per il sesso orale, sia davanti che dietro, per le donne e gli uomini, sarebbe poi il dental dam: un fazzoletto di lattice di circa 25x15 cm di derivazione chirurgica e che fa da barriera fra la bocca e la vagina o fra la bocca e l’ano (mi raccomando a non usarlo fronte-retro come i fogli della stampante, né a usarlo in contemporanea ai vari preservativi maschile e femminile), ma siamo sinceri: chi di noi si masturba immaginando di rimmare col dental dam?
A poco servono le versioni alla cola o ai frutti di bosco, la questione è sempre non essere fidanzati (e fedeli): tutti e tutte noi, liberi e libere come farfalle, pratichiamo in larga maggioranza sesso occasionale – e tanti rapporti occasionali in un Paese privo dell’educazione sessuale significano anche tante ipotesi di contrarre, appunto, la clamidia più o meno a cuor leggero. Da una parte una mia amica una volta mi ha detto «piuttosto che fare un pompino col dam, muoio casta»; dall’altra un mio amichetto 24enne, studente di Medicina, si è ritrovato intorno al pube dei molluschi contagiosi che ipotizza di aver rintracciato per la prima volta il 14 novembre: io e lui ci siamo visti il 30 ottobre e io non li ho, hanno venti giorni di incubazione, per cui chi glieli ha passati?
E così, tornando alle due coppie di cui prima, adesso mi domando se possano permettersi entrambe di fare fellatio nature perché vivono l’esclusività della relazione; nel caso in cui fossero invece due coppie aperte, sarebbe ancora più importante tutelarsi per tutelare il proprio o la propria partner, non importa che clamidia e gonorrea si curino facilmente con un antibiotico o una compressa. Questo Paese privo di educazione sessuale, spesso mi sembra essere anche privo di single.
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