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Per capire i rifugiati dobbiamo leggere Isabel Allende

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È l’8 gennaio del 1981 quando Isabel Allende, nel suo esilio a Caracas, riceve la telefonata che le cambierà la vita: suo nonno, nella cui casa è cresciuta, sta morendo e lei non può tornare in Cile per dirgli addio. Travolta dal dolore e dai ricordi, Isabel inizia a scrivere una lettera divenuta poi un libro, La casa degli spiriti, che, attraverso la finzione, racconta la patria perduta e la vita spezzata della sua famiglia.

Isabel Allende rifugiata politica

Isabel era molto legata sia al nonno che al cugino del padre, Salvador Allende, e il colpo di stato la privò di entrambi, costringendola a fuggire in Venezuela. La casa dei nonni, dove era cresciuta dopo l’abbandono del padre Tomas, tornerà come un fantasma nelle opere di Isabel Allende, che sono popolate di memorie e spiriti irrequieti.

Molti dei suoi libri inizieranno come ricordi, lettere, flussi di coscienza in cui luogo e tempo sono protagonisti quanto e più dei personaggi. Così nascerà il romanzo Paula, dedicato alla figlia morta, e così anche La casa degli spiriti che, più di ogni altro suo libro, racconta lo stato di un rifugiato.

Isabel Allende racconta la vita spezzata di un rifugiato politico
Isabel Allende racconta la vita spezzata di un rifugiato politico

La casa degli spiriti

L’8 gennaio segna uno spartiacque nella vita di Isabel che, da allora in poi, inizierà a scrivere i suoi libri sempre in quel giorno, un omaggio perpetuo alla morte del nonno. La storia de La casa degli spiriti è, prima di tutto, quella delle donne, oggetto e fine di ogni rivoluzione (come abbiamo già scritto per l’Iran), autrici della storia ma anche vittime della più selvaggia barbarie.

Nessun personaggio femminile de La casa degli spiriti viene risparmiato dalla violenza degli uomini, iniziando da Rosa, avvelenata per sbaglio dagli avversari politici del padre, e Clara, vessata dal marito ed emarginata, nel suo mutismo volontario, dal contatto continuo con gli spiriti della propria memoria, fino a Blanca, schiava di un marito perverso, e Alba, prigioniera dei fascisti, torturata per aver dato rifugio ai dissidenti. Eppure tutte loro, in modi diversi, sconfiggono questo destino di sofferenza e trovano in un luogo nuovo (la casa d’angolo, il Canada) la propria identità, rivelando chi sia la vera vittima: il loro carnefice e protagonista Esteban Trueba.

Blanca è la figlia di Esteban e Clara
Blanca è la figlia di Esteban e Clara

Esteban e Clara, la dittatura e la memoria

I livelli di lettura di questo capolavoro commovente e autentico sono tanti e tutti importanti. Ma uno, in particolare, mostra bene come Isabel Allende abbia vissuto la propria condizione di esule e rifugiata: il rapporto tra Esteban e Clara, elemento originario del romanzo. Esteban è un proprietario terriero violento e dispotico che ha perso l’amore della sua vita, Rosa, e ne ha sposata la sorella Clara. Il dramma di Esteban è quello della destra agraria cilena: un rapporto tossico con la proprietà che diventa capestro di ogni aspirazione, di ogni relazione, alla cui difesa violenta si sacrificano gli affetti. Esteban scaccia la sorella Férula perché insidia il suo possesso sulla moglie, e lei muore maledicendolo; tratta le sue contadine come proprietà, e i loro figli si vendicheranno sulla sua amata nipote Alba; per proteggere i suoi possedimenti ispira il colpo di stato con gli altri proprietari terrieri, e l’esercito loro alleato li estromette dal potere e sottomette con le armi.

Ogni azione di Esteban, accecato dal materialismo, lo conduce verso l’autodistruzione e la solitudine, come il Cile stesso, preda di una sanguinaria dittatura militare sempre più violenta e ingombrante. Clara invece è la sintesi perfetta della memoria del rifugiato, una donna volontariamente muta (come muto è l’esule nella sua terra), che parla con gli spiriti di un passato perduto. Il contrasto tra queste due anime, Esteban e Clara, tra violenza e amore, tra rimpianto e memoria, troveranno infine una sintesi proprio in quella “casa dell’angolo”, la casa degli spiriti, con un incontro e un ritrovamento che costituiscono la vetta poetica del romanzo e il suo irripetibile finale.

Esteban e Clara sono le due anime de La casa degli spiriti
Esteban e Clara sono le due anime de La casa degli spiriti

Non solo Isabel Allende

Isabel Allende non è la sola persona eccezionale che ha dovuto abbandonare la propria terra. Le dittature e i regimi totalitari guardano da sempre i più talentuosi cittadini come un pericolo, spingendoli a fuggire e a fare la fortuna dei paesi che li ospiteranno. Einstein, Freud, Chagall, Neruda, solo per citarne alcuni, hanno ottenuto lo stato di rifugiato secondo la definizione della Convenzione di Ginevra, perché perseguitati in patria e costretti alla fuga. Tutti loro, e molti altri rimasti senza nome, hanno vissuto e vivono oggi, anche in Italia, il dramma di una vita spezzata, di una memoria inconciliabile, di un passato perduto come quello descritto ne La casa degli spiriti, l’immortale capolavoro di Isabel Allende.

Il cast de La casa degli spiriti di Bille August

  • Jeremy Irons: Esteban Trueba
  • Meryl Streep: Clara del Valle Trueba
  • Glenn Close: Férula Trueba
  • Winona Ryder: Blanca Trueba
  • Antonio Banderas: Pedro Tercero García
  • Vanessa Redgrave: Nívea del Valle
  • Maria Conchita Alonso: Tránsito Soto
  • Armin Mueller-Stahl: Severo del Valle
  • Jan Niklas: Conte Jean di Satigny
  • Vincent Gallo: Esteban García
  • Sarita Choudhury: Pancha García
  • Joaquin Martinez: Pedro Segundo García
  • Teri Polo: Rosa del Valle
  • Hannah Taylor-Gordon: Blanca da bambina
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