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Sette libri che dovresti leggere secondo la redazione di VD

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Il 23 aprile è stato scelto come Giornata Mondiale del Libro perché proprio in questa data, nel 1616, morirono tre tra i più grandi scrittori della storia: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garciloso de la Vega. Abbiamo deciso di sfruttare questa occasione per consigliare alcuni dei libri che abbiamo letto e amato quest'anno.

'Come cambiare la tua mente' di Michael Pollan, consigliato da Alessandra Lanza

La prima molecola di LSD fu scoperta e sintetizzata dal chimico svizzero Albert Hofmann nel 1938 a partire da un fungo parassita delle graminacee. Il chimico ne assunse per errore una dose nel 1943, scoprendone gli effetti inaspettati. Come racconta Michael Pollan nel suo saggio pubblicato nel 2019, se la conoscenza dell’LSD, della psilocibina e dell’MDMA era stata inizialmente confinata ai ricercatori e ai professionisti della salute mentale, a un certo punto divenne “mainstream”. Dalla rivoluzione degli psichedelici esplosa negli anni Sessanta al proibizionismo, passando per il rinascimento odierno e i risultati di queste sostanze nel trattare con successo malattie, dipendenze, depressione e molti altri disturbi, Pollan racconta una storia appassionante su quelle che vengono considerate droghe illegali in molti Paesi del mondo, ma che potrebbero cambiare il modo di trattare traumi e salute mentale.

«La mia personale interpretazione di quello che ho sperimentato - di quella che adesso è la mia esperienza mistica ufficialmente verificata - rimane un lavoro in corso, ancora in cerca delle parole giuste. D'altra parte, non ho alcun problema a usare il termine "spirituale" per descrivere alcuni elementi di quello che ho visto e sentito, purché esso non venga recepito in senso soprannaturale. Per me, "spirituale" è un buon attributo per alcuni dei potenti fenomeni mentali che affiorano quando la voce dell'ego è attenuata o zittita».

'Come il maiale. Piero Chiara e il cinema' a cura di Federico Roncoroni, Mauro Gervasini, prefazione di Paolo Mereghetti, consigliato da Massimo Bologna

Nonostante la delusione nei confronti dei film che venivano tratti dai suoi romanzi, Piero Chiara, scrittore di Luino, ha continuato nel corso della sua vita a cedere i diritti delle proprie opere a registi e produttori. In questo testo viene analizzato il suo rapporto ostile con il cinema prendendo in esame soggetti e sceneggiature edite e inedite a cui lavorò nel corso della sua vita nel tentativo di veder realizzato un film che potesse rispecchiare le intenzioni delle sue parole.

«Vendere un libro al cinema è come vendere un cavallo: si può sperare che il padrone lo tratti bene, non lo sforzi, lo nutra a dovere, ma poi non si può andare a vedere come sta. Il nuovo padrone lo può anche macellare».

'Il grande gioco del Sahel' di Marco Aime, Andrea de Gregorio, consigliato da Melissa Aglietti

C’è una vasta Regione che va dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso di cui non sappiamo quasi niente. Tutto quello che ci arriva è il chiacchiericcio confuso dei media che ciclicamente buttano l’occhio a quello che succede oltre il Sahara. Eppure tutto passa dal Sahel. Merci, uomini, religioni, imperi attraversano da sempre uno dei luoghi più inospitali della Terra. Il grande gioco del Sahel è la storia che non ci hanno raccontato. È la storia di Thomas Sankara, Yacouba Sawadogo e di Timbuctù. Una lettura obbligata per chi desidera vedere com’è fatto il mondo fuori dall’Europa.

«Bisogna scegliere fra lo champagne per qualcuno o l’acqua potabile per tutti».

'La confraternita dell’uva' di John Fante, consigliato da Francesco Russo

"Un piccolo classico di barocco californiano” per dirla con le parole di Carey McWilliams vecchio amico dell’autore. In questo libro John Fante racconta la figura del padre immigrato e muratore simbolo della prima dura generazione di italo americani, e il suo rapporto turbolento con questa figura. Un vortice di emozioni contrastanti e avventure familiari in cui domina il conflitto generazionale (e tra due culture) nel quale è facile ritrovare personali tratti di vita. Fante lo affronta in un modo brutalmente vero e passionale fornendo una chiave per risolverlo molto personale ma anche affascinante. La cornice è la California degli anni ’50, quella terra ancora magnifica e rigogliosa dove si accorreva da ogni angolo del mondo per cercar fortuna e un posto al sole.

«È meglio morire di bevute che morire di sete».

'Le parole tra noi leggere' di Lalla Romano, consigliato da Luca Fontò

Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo, e quella di Lalla Romano lo fu dopo l'uscita di questo romanzo, Le parole tra noi leggere (titolo saccheggiato all'amico Montale): un'indagine intorno al figlio Piero «come ci si aggira intorno a una montagna per trovare la maniera di scalarla», che le aveva esplicitamente detto: «vuoi un consiglio? Non scrivere su di me». Lei ne scrisse, anteponendo la Letteratura alla vita, e vinse lo Strega del '69; 32 anni dopo, Piero non si presentò al suo funerale.

«Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza, con rabbia. Adesso, gli giro intorno; un tempo invece lo assalivo».

'Stoner' di John Williams, consigliato da Davide Schiavon

L’esistenza di William Stoner, professore universitario, sembrerebbe di quelle da archiviare in fretta, senza troppe parole. Sposa la prima donna che conosce, divorzia, si invaghisce di una collega e fa lo stesso triste lavoro per tutta la vita. John Williams, scrittore americano riscoperto da Fazi, la riesce a rendere un capolavoro: la sua scrittura ha la chiarezza della cronaca ma riesce a raccontare i sentimenti di un uomo “comune” in modo luminoso. Il lettore si innamora del protagonista e partecipa, commosso, a un finale tanto prevedibile quanto deflagrante.

«Giunse all’appartamento di Katherine in preda a un’allegria febbrile e spietata. Ignorò tutte le domande di lei sul suo ultimo incontro con il decano. La costrinse a ridere e contemplò con incommensurabile tristezza quel loro ultimo sforzo di sorridere che assomigliava alla danza della vita su un corpo morto».

'Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza' a cura di Mimmo Franzinelli, consigliato da Niccolò Brighella

Cosa scrivereste alla vostra famiglia, ai vostri amici, ai vostri figli ancora bambini se sapeste di morire entro pochi giorni? Sareste anche voi, come i giovani autori di queste lettere, combattuti tra la necessità di apparire forti e la dolorosa consapevolezza di avere solo quelle poche parole vergate su un foglio per dire addio a tutto ciò che amate? Leggendo la straordinaria raccolta di lettere dei condannati a morte della Resistenza, riportate dallo studioso Mimmo Franzinelli e corredate dalla biografia di ogni autore, tante sono le domande che vi assaliranno. L’immedesimazione, per il lettore, è inevitabile: la tenerezza, la sincerità, la disperata ricerca di un contatto affettivo che traspaiono dalle pagine di questa raccolta, ristampata più volte, sono travolgenti. Vasilij Grossman, nel suo Vita e destino, diceva che la storia non è un duello tra Bene e Male, ma il racconto di un Grande Male che cerca di sopraffare la timida scintilla di Bene nascosta nei piccoli gesti quotidiani. Quella scintilla, fatta di amori perduti e affetti familiari, sopravvive resiliente nelle ultime lettere dei partigiani scritte all’ombra della morte e del Grande Male.

«Fra qualche giorno avremo il plenilunio, tu vedessi come la luna rischiara di notte la mia camerata. Immagina quanto ti ho pensata e quanto ti penso in queste ore che attendo che il sonno mi vinca. Ritornerò Nucci, e guarderemo assieme la luna e rivivremo le nostre ore felici. Buon sonno, Nucci. Sogna». Gustavo Capitò, ufficiale del Regio Esercito entrato nel Partito d’Azione e nella Resistenza. Fucilato a marzo del 1945.

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