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Una 14enne ha denunciato i genitori per averla obbligata al matrimonio e a indossare il velo

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Una quattordicenne di origini bengalesi ma residente in Italia, a Roma, ha denunciato i propri genitori che la obbligavano – con la forza – a indossare il velo e l’avevano già promessa in sposa a un uomo in Bangladesh. Sfidando i costumi familiari e l’aggressività di madre e padre, la ragazza è andata dai carabinieri di Ostia e ha raccontato tutto. La violenza di madre, padre e fratello, le minacce, il controllo ossessivo di ogni suo movimento. Una vita distrutta ad appena 14 anni: la giovane voleva restare in Italia, diventare medico chirurgo e doveva invece piegarsi alle diverse volontà dei genitori.

Dalle denunce alle indagini

Le denunce risalgono a novembre: decisivo è stato anche il ruolo di una insegnante di italiano che ha raccolto le confessioni della ragazza e l’ha poi convinta a sporgere denuncia. I comportamenti violenti e oppressivi sarebbero durati nel tempo, e si sarebbero ripetuti ogni volta che la ragazzi si ribellava alle regole imposte dai genitori, che controllavano le sue chat, cosa guardava in televisione, le impedivano una vita sociale con amici oltre l’orario scolastico. La denuncia e le successive indagini hanno portato all’emissione di un’ordinanza del divieto di avvicinamento per i genitori, che risultano indagati per maltrattamenti in famiglia e tentata induzione o costrizione al matrimonio in danno della figlia 14enne convivente.

La ribellione a un destino già scritto

Da un anno, i familiari avevano iniziato a informarla del suo futuro matrimoniale, già deciso. Avrebbe dovuto sposare un connazionale e tornare in Bangladesh. Un uomo completamente sconosciuto alla ragazza, che provava a opporsi sostenendo di voler continuare gli studi e veniva – per tutta risposta – picchiata dai genitori. A novembre un evento ha accelerato la denuncia sulla quale la quattordicenne stava riflettendo: la sorella e la madre la informavano dal Bangladesh che, dopo aver acquistato un burqa, sarebbero tornate in Italia per accompagnare la ragazza in Bangladesh per il matrimonio, già fissato. Dopo il rifiuto la quattordicenne veniva schiaffeggiata dal fratello e scappava di casa, prima di denunciare tutto ai carabinieri.

I matrimoni forzati in Italia e la storia di Abida

Dall’entrata in vigore del Codice Rosso, che ha introdotto uno specifico reato con lo scopo di contrastare il fenomeno dei matrimoni precoci e delle "spose bambine", sono stati 24 i casi di matrimoni forzati registrati in Italia (dati aggiornati a giugno 2021 dal Ministero dell’Interno). In un terzo di tali casi le vittime sono minorenni (il 9% infraquattordicenni e il 27% tra i 14 e i 17 anni). La nazionalità prevalente è pakistana. Nel 73% dei casi gli autori del reato sono stati uomini anche in questo caso di nazionalità prevalentemente pakistana, seguita da quelle albanese, bengalese, bosniaca.

VD ha raccontato la storia di Abida, giovane pakistana cresciuta in Italia, che era destinata a un matrimonio che non voleva. «Mio padre voleva che sposassi un cugino suo. Insomma, ero un pacco. Mentre io volevo solo studiare per diventare insegnante», ha raccontato Abida in questo articolo.

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