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Gli italiani sono sempre più vecchi e sempre più soli

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Ne "Il deserto dei tartari" Dino Buzzati – che come pochi ha narrato, anche da cronista, la solitudine – scriveva: «Difficile credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può’ parlare con alcuno. [...] Se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita». Torna alla mente questo passaggio rileggendo una notizia dei giorni scorsi che ha colpito anche la stampa internazionale. Una donna di 70 anni è morta a Como, in casa sua. Fino a qui non ci sarebbe neanche la notizia. Il dato devastante è che la donna era morta da due anni, ed era rimasta in casa seduta su una sedia per tutto quel tempo, senza che nessuno se ne accorgesse. Senza ricevere una telefonata, un messaggio, una visita. Senza suscitare pensieri.

L'abbandono degli anziani in Italia

D'altronde in Lombardia i dati sulla solitudine degli anziani (diffusi proprio poche ore dopo la morte della donna) confermano la sensazione di una società iper individualista e sempre più in affanno quando si tratta di tendere una mano. In Lombardia quasi un terzo degli anziani vive da solo e il 14% degli ultraottantenni vive in autoreclusione domestica. Si tratta di centomila anziani confinati in casa, con enormi problemi nella fruizione di servizi quotidiani. I numeri sono raccolti nella ricerca "Più fragili dopo la tempesta?", promossa da tre sindacati dei pensionati, condotta tra luglio e settembre 2021 su oltre mille lombardi tra i 65 e gli 85 anni.

Gli over 65 (che in Italia aumentano sempre, come ha spiegato a VD il professore di Demografia Alessandro Rosina) sono circa mezzo milione in Lombardia. Si tratta soprattutto dei cosiddetti “grandi anziani”, che abitano da soli e che spesso hanno bassi livelli di istruzione. I familiari sono riusciti ad offrire un'azione di supporto solo nel 49% dei casi, un dato che suggerisce agli autori del rapporto questa conclusione: la pandemia ha reso più fragili gli anziani.

Un altro studio Istat (“Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria. Rapporto Commissione per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana”), condotto su una platea nazionale evidenzia, in effetti, che su una popolazione di riferimento di circa 6,9 milioni di over 75, oltre 2,7 milioni di individui presentano gravi difficoltà motorie e compromissioni dell'autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona. Tra questi 1,2 mln non possono contare su un aiuto adeguato (come quello che potrebbe offrire un caregiver familiare).

La mancata assistenza agli anziani in ambito familiare: l’utilitarismo dei figli

Perché i figli non assistono i genitori anziani? Tra i fattori che “invogliano” di più i figli ad assistere gli anziani a domicilio ce n'è uno alquanto crudele, emerso da uno studio della Banca d'Italia, che ha analizzato la correlazione tra la donazione di una casa (o di una somma di denaro finalizzata all’acquisto della casa) e la propensione da parte dei figli ad accudire i genitori quando si fanno più anziani. Tra coloro che hanno ricevuto in regalo una casa o soldi dai genitori la frequenza dell’assistenza domiciliare ai genitori aumenta del 2,6% (il 2,7% se si considerano gli over 65). E i genitori che, dopo aver aiutato ad acquistare casa, continuano a contribuire all’economia dei figli, sono aiutati l’11% in più.

Il degiovanimento della popolazione e l'assistenza agli anziani

La società italiana è sempre più vecchia e lo sarà sempre di più. Nel 2050 il numero degli over 65 sarà il triplo rispetto a quello degli under 15. Se da un lato le politiche sociali – come spiegava a VD il professor Rosina – dovrebbero stimolare una nuova natalità, dall’altro devono immediatamente occuparsi di destinare ingenti risorse agli anziani sperando di non sottrarne troppe ai giovani. Si tratta di una complicatissima equazione che andrà risolta, perché la denatalità e l'invecchiamento della popolazione rischiano di far precipitare l’Italia in un circolo vizioso dal quale non si esce se non con misure concrete (e alcuni Paesi come Svezia e Germania ci sono già riusciti). Un circolo vizioso che ha drammatiche conseguenze economiche e sociali.

Il reportage di VD nella residenza per anziani

«Mi manca la decisionalità, mi manca decidere la vita. Penso sempre: se non mi vengono a trovare vado io. Ma come vado? Anche con l'autostop». Sono le parole di Marta Fedi, ospite di una residenza per anziani che VD ha intervistato per un reportage realizzato nel Natale 2020 (il video qui sotto). Le toccanti testimonianze raccontano un periodo drammatico per gli anziani costretti nelle residenze, ancora più isolati durante la pandemia, separati dai loro affetti da teli di plastica. Commuove un pensiero che Marta rivolse agli adolescenti: «Per loro, che sono sul bordo della vita che comincia, questo periodo rappresenta un bel freno». Una frase che si è rivelata profetica. La solitudine è il sentimento che, in Italia, accomuna anziani e adolescenti: nella fascia tra i 14 e i 26 anni, secondo il rapporto di Terre des Hommes, l'88% si sente solo o molto solo. Ecco un vero legame generazionale nella popolazione italiana: la solitudine.

Umani ep.1 - Gli anziani delle RSA

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