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È iniziata l'epoca della politica dal basso

L’avevano data per morta. E invece la politica dal basso conosce un nuovo rinascimento. È cominciato tutto con le piazze piene dei ragazzi di Fridays for Future e del movimento Black Lives Matter, che hanno distrutto il mito del giovane disinteressato al mondo che lo circonda. La strada ha inaugurato una nuova stagione di attivismo, sfociata nel successo della raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale e per quello sulla depenalizzazione della cannabis. Merito non solo degli attivisti ma anche dei nuovi strumenti digitali, che hanno reso il cambiamento e il confronto a portata di tutti.

La politica cambiato dallo SPID

Grande impulso alla partecipazione dal basso è stata data dallo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che consente ai cittadini, dopo una rigorosa registrazione, di accedere online ai servizi della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti. Il sistema consente di identificarsi e quindi consultare il proprio fascicolo previdenziale, pagare alcuni tributi, e - da agosto, quando la Commissione affari costituzionali e ambiente lo ha riconosciuto - anche dare il proprio contributo alle raccolte di firme. È il caso delle due sottoscrizioni per chiedere referendum sulla cannabis (già a 500mila firme in pochi giorni ) e sull’eutanasia (che viaggia verso il milione di firme), per le quali l’apporto dello Spid è stato fondamentale. Ha permesso alle raccolte di prendere il volo e di registrare una spinta popolare fortissima.

L’Italia è ancora uno dei pochi paesi, però, che ha dato ai propri cittadini la possibilità di utilizzare strumenti digitali per raccogliere firme per i referendum. In Ohio e Massachusetts (USA) disposizioni simili sono entrate in vigore negli ultimi mesi e in Svizzera esistono firme digitali che, però, vanno poi convalidate tramite spedizione postale. «La firma digitale ha finalmente dato un senso anche politico ai social», ha detto il presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Perduca. Parole condivise dall’ex segretario dei Radicali Gianfranco Spadaccia, secondo il quale «ora sarà molto più facile raggiungere il quorum. I banchetti, però, non scompariranno mai», ha detto a Il Sole 24 Ore. «La gente vuole conoscere, parlare con i leader, confrontarsi di persona, partecipare per strada».

La nuova politica è giovane e donna

La direzione in cui muove il cambiamento è chiara: lo raccontano le 300mila firme raccolte online in queste settimane per il referendum sull’eutanasia legale. Non è un caso, infatti, che il 59% dei firmatari digitali sia rappresentato da donne (186.435), mentre il 41% da uomini (132.144). Guardando con più attenzione, si scopre che sono per la maggior parte le giovani donne ad aver firmato online: il 65% delle firmatarie ha infatti tra i 18 e i 35 anni. Il 15% ha tra i 36 e i 45 anni, il 10% da 46 a 55 anni, l’8% da 56 a 65 anni e solo il 3% ha più di 65 anni. Insomma, le donne giovani sono le prime a mobilitarsi su temi che riguardano la vita di ciascuno di noi, spinte, forse, da una rinnovata spinta a essere di nuovo protagoniste della scena pubblica, dopo più di 30 anni di assenza forzata.

La politica dal basso e la politica dei partiti

Viene da chiedersi se la nuova stagione di attivismo dal basso sarà in grado di scalzare la i partiti dalla loro comfort zone fatta di retorica e indifferenza. Perché, se si affina lo sguardo, il fermento di idee che scuote le strade assomiglia molto a quello delle piazze italiane degli anni Settanta. Con delle peculiarità tutte targate nuovo millennio: da Facebook (ma anche Instagram) che agisce da strumento per l’organizzazione, la ricerca e il dibattito, alla possibilità di poter fare la propria parte seduti davanti al pc o allo smartphone. Come ha dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, «il cliché dei giovani disinteressati alla politica riguarda semmai la politica politicante dei partiti». Se da un lato i giovani si sono disamorati della politica confezionata sartorialmente per un Paese anziano e lontano dalle loro esigenze, dall’altro hanno deciso di non stare più a guardare. E di riprendersi lo spazio pubblico, fuori e dentro gli schermi.

Le voci di chi chiede un Referendum per l'eutanasia legale

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