lavoro
Se sei giovane o donna in Italia probabilmente non arrivi a fine mese
Part-time involontario e salario da fame, in Italia sono milioni i lavoratori in disagio occupazionale. Un problema che colpisce soprattutto i giovani e le donne, in particolare nel Sud Italia, dove, secondo uno studio di Svimez, le retribuzioni possono essere anche la metà di quelle del Nord.
La disparità retributiva in Italia
Le disparità retributive crescono con il divario dell’età: un 25enne può guadagnare, in Italia, anche la metà di un 55enne. Secondo i dati Eurostat e Inps, gli under 25 hanno salari che si aggirano attorno a 11.456 euro lordi se maschi e 8.063 se femmine, 16.968 e 13.414 euro gli under 30, e 21.159 e 15.981 euro gli under 35. In generale, però, il reddito medio degli italiani è calato, secondo il Mef, del -1,1% nel 2021 dopo il -5,9% del 2020.
Da record il precariato: i lavoratori a tempo determinato erano 3 milioni e 175 mila a febbraio, una vetta mai toccata da quando Istat raccoglie questo dato, dal 1977.
A questi due problemi si aggiungono i part-time involontari, passati, in circa dieci anni, da 1,3 milioni a 2,7 milioni. Secondo lo studio Il lavoro tra forte precarietà, contratti brevi e bassi salari, condotto dalla Fondazione Di Vittorio nel 2021: «È molto plausibile che la platea complessiva di 8,6 milioni di persone dell’area del disagio occupazionale e salariale nel 2020 sia oggi aumentata a causa dell’incremento degli occupati a termine e del part-time». Di questa enorme platea si stima che 4,7 milioni siano occupati tra dipendenti a tempo determinato e part-time involontari.
«Sono una madre single, guadagno 11.000 euro l’anno. I miei genitori mi fanno la spesa» - Mara
«Riesco ad arrivare a fine mese solo perché convivo. Se io e il mio ragazzo ci lasciassimo non ce la farei, neanche tagliando le spese» - Giorgia
«Io e mio marito lavoriamo entrambi: due stipendi, due figli, un mutuo da pagare per una casa di 60 metri quadri. Non riusciamo a risparmiare un euro» - Valentina
«Arrivo a fine mese solo perché vivo coi miei genitori. Se vivessi da solo sarei già sotto i ponti» - Riccardo
«Vivo e lavoro a Praga da 3 anni. Qui riesco ad arrivare a fine mese, in Italia no!» - Stefano
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