autismo
Duecentomila italiani non sanno di essere autistici. I Terconauti li aiutano a capirlo
Damiano Tercon ha la sindrome di Asperger e ha scritto il libro autobiografico Mia sorella mi rompe le balle, una storia di autismo normale. Insieme alla sorella Margherita e a Philipp Carboni ha creato i Terconauti, un trio comico che abbatte i pregiudizi sull'autismo attraverso i social.
Da vittima dei bulli...
“Ritardato”, “Water”, “Inferiore”, “Non combinerai mai niente nella vita”, “L'unica cosa che farà il botto è la tua pancia”: questi sono solo alcuni degli insulti che Damiano Tercon si è sentito ripetere per anni dai compagni di classe. Come accade a molti ragazzi con autismo ad alto funzionamento, la scuola era un luogo in cui la propria diversità diventava continuo motivo di scherno, derisioni che più volte sono sfociate in veri e propri atti di bullismo. «Una volta - racconta Damiano Tercon a VD – un compagno mi ha dato un pugno sul naso, un'altra volta mi hanno chiuso in un armadio e mi impedivano di uscire, li sentivo ridere e insultarmi, a liberarmi fu la persona che era venuta a prendermi e che, non vedendomi uscire da scuola, venne a cercarmi per ritrovarmi ancora rinchiuso. I compagni se ne erano andati lasciandomi lì al buio». Una situazione che lo ha spinto ad abbandonare la scuola prima di conseguire il diploma.
...a personaggio dei social
Ma il rapporto difficile con la società non è cessato neanche da adulto; Damiano è stato picchiato da persone che considerava amiche e che, infastidite dal suo modo di fare, lo hanno persino minacciato di morte: «A ventitré anni una ex fidanzatina mi ha picchiato con schiaffi e calci perché irritata dalle mie continue visite al centro sportivo in cui lavorava». Fortunatamente in età adulta Damiano ha trovato nella sorella una preziosa alleata: «La nostra storia non è una storia felice, siamo nati sotto lo stesso tetto ma ci siamo conosciuti solo da adulti», Margherita Tercon racconta come qualche anno fa abbia deciso di aiutare il fratello a realizzare il suo sogno di diventare un cantante lirico e inserirsi nella società. Così, grazie all'intuizione di Margherita, Damiano è riuscito a raccontarsi attraverso la pagina facebook Terconauti: «I social sono il mio modo di esprimermi e di comunicare con il mondo, prima che li usassi il mondo non ha mai provato a comunicare con me». L'esperimento ha avuto successo grazie alla chiave ironica scelta per spiegare come riconoscere l'autismo e per raccontare le persone autistiche. Nei video postati a essere presi in giro sono i luoghi comuni che circondano l'autismo, per una volta a cadere nel ridicolo sono coloro che ancora hanno paura di essere associati a persone autistiche o che non credono che un autistico possa avere delle aspirazioni e riuscire a realizzarsi. Nel 2020 è uscito il libro Mia sorella mi rompe le balle, storia di un autismo normale edito da Mondadori, in cui i fratelli Tercon si raccontano senza filtri. I Terconauti hanno anche partecipato a trasmissioni televisive riuscendo a bucare lo schermo.
La sindrome di Asperger, una disabilità invisibile
«La sindrome di Asperger è una variante dell'autismo in cui si trovano alcune modalità tipiche del comportamento degli autistici insieme a delle modalità normotipiche», la dottoressa Elena Molinari, pediatra e psicoanalista membro della Società Psicoanalitica Italiana, descrive così una sindrome ancora troppo poco conosciuta. Non si tratta di una malattia bensì di una condizione genetica che sta a metà strada fra l'autismo severo e la normotipicità. Le persone Asperger non sono tutte uguali, ma hanno di solito sintomi simili: difficoltà nelle relazioni interpersonali, schemi di comportamento stereotipati, empatia immatura e interessi molto ristretti, mentre hanno buone se non ottime capacità intellettive, proprio per questo spesso non vengono percepite come disabili. Basti pensare a Greta Thunberg che si definisce un'attivista ambientale con l'Asperger e ha fatto della sua diversità un punto di forza, gli stessi Wolfgang Amadeus Mozart, Isaac Newton, Michelangelo Buonarroti e Kurt Cobain presentavano delle caratteristiche tipiche degli “aspie”, come vengono soprannominati gli Asperger. «Nelle persone Asperger non si creano - afferma a VD la dottoressa Molinari - quei ponti connettivi tra aree del cervello che ci consentono quel funzionamento complesso che noi chiamiamo normalità». Sebbene venne descritta per la prima volta nel 1944 dallo scienziato da cui prende il nome, Hans Asperger, di questa sindrome si parla solo dagli anni '90, e solamente nel 2013 è stata inserita tra i disturbi dello spettro autistico nel Manuale Diagnostico-Statistico dei Disturbi Mentali. Si calcola che l'1% della popolazione soffra di disturbi dello spettro autistico. Sono 300mila gli italiani che hanno ricevuto una diagnosi, ma si calcola che le persone interessate siano altre 200mila e circa 1,5 milioni se si aggiunge l'ADHD. Tutt'oggi le cause di questa forma di autismo rimangono sconosciute.
Le cose da non dire a un autistico
Proprio per abbattere l'ignoranza che circonda questa sindrome, molti Asperger hanno iniziato a raccontarsi in prima persona. Uno degli sketch più famosi dei Terconauti mette in fila i luoghi comuni e le frasi che e persone autistiche e i loro familiari si sentono dire frequentemente: “Poverino”, “Eppure è così bello”, “ Hai provato a non fargli mangiare i latticini?”, “Dicono sia colpa della madre, anaffettiva”, “I veri autistici sono altri”,“Secondo me fa finta”. Una raccolta di frasi a cui i Terconauti rispondono con ironia invitando il prossimo a riflettere prima di parlare perché: «Domandare è lecito, ma essere stronzi è un attimo». Il successo maggiore dei Terconauti sta nelle tante persone che hanno scoperto l'esistenza dell'autismo ad alto funzionamento o che hanno difficoltà a spiegare l'autismo ai bambini e grazie alle loro gag trovano le parole per farlo. «La divulgazione ha un effetto benefico» conferma la dottoressa Molinari. «Capita che, nei casi di autismo infantile, un bambino Asperger si riconosca nella condizione raccontata in un libro o un film. Far conoscere questa realtà usando dei linguaggi semplici è un'ottima operazione, raccontarsi ha un effetto terapeutico perché è importante trovare un luogo in cui essere conosciuti nelle proprie difficoltà ma anche riconosciuti per le proprie capacità».
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