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Depressi e disoccupati: ecco i neodiplomati italiani

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Destabilizzati, privati della socialità e ora anche delle possibilità lavorative: è l’amaro profilo che si può tracciare dei giovani che si sono diplomati in Italia negli ultimi anni. La tendenza a essere ansiosi, tristi e depressi è stata già certificata da ricerche che hanno coinvolto migliaia di studenti italiani. Sono aumentati episodi di autolesionismo, disturbi alimentari e il 25% degli adolescenti ha sperimentato nell’ultimo anno la depressione. La notizia diffusa in queste ore, però, riguarda nello specifico coloro che si sono diplomati in istituti tecnici (economici e tecnologici) e professionali (servizi e industria/artigianato) nel 2018 e che quindi sono entrati nel mercato del lavoro proprio durante lo scoppio della pandemia. Secondo lo studio della Fondazione Agnelli questi diplomati hanno più problemi a trovare lavoro rispetto a chi si è diplomato qualche anno prima.

Lo studio sui diplomati

Il gruppo di lavoro che ha realizzato l’indagine Eduscopio per la Fondazione Agnelli ha analizzato i dati di 1.267.000 diplomati italiani di 7.500 scuole. Per i diplomati nel giugno 2018 il periodo preso in considerazione arriva fino a settembre 2020, con sei mesi di “effetto Covid” già visibile. Negli anni precedenti, infatti, l’indice di occupazione risultava in crescita. Per i diplomati nell’anno scolastico 2017/18, invece, trovare lavoro è stato più difficile: un calo dell’8% per diplomati tecnici e professionali del Nord-Est (al Sud il calo è del 5% ma su un valore di partenza notevolmente più basso).

«La pandemia di Covid-19» ha commentato Mauro Mezzanzanica, Direttore del Crisp e Prorettore al Placement dell’Università di Milano Bicocca «ha avuto il suo massimo impatto negativo sul mercato del lavoro nei primi cinque mesi del 2020 con ripercussioni in particolare sui giovani e sul genere femminile. I dati di Eduscopio evidenziano in termini quantitativi questa dinamica, mostrandone l’impatto sui territori regionali. Se da una parte le percentuali di maggior riduzione si sono manifestate al nord e al centro del paese, non si può certo ignorare che al sud il calo di opportunità lavorative per i neodiplomati conferma la grande criticità per i giovani presente da troppi anni». Una problematica che VD ha rilevato anche per i neolaureati.

Il mercato del lavoro

Diventa dunque ancora più difficile entrare nel fantomatico mondo del lavoro per un giovane. Ma – va detto – non è un mondo troppo invitante, soprattutto per le donne. Lo confermano altri dati, dell’Osservatorio Inps, usciti proprio in contemporanea con lo studio della Fondazione Agnelli. Secondo l’osservatorio nel 2020 sono diminuiti i lavoratori dipendenti privati, e in particolare gli apprendisti (sottoinsieme che probabilmente comprende anche i diplomati oggetto dell’indagine della Fondazione Agnelli) sono calati del 5,5%. E chi ha lavoro guadagna meno di prima: una retribuzione media di 20.658 euro, in calo del 2,6%. La retribuzione è un altro amaro emblema della società italiana. Tra quella media percepita dagli uomini maschile (23.589 euro) e quella percepita dalle donne (16.285) c’è un gap salariale del 31%.

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