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Ci sono sempre meno iscritti nelle università italiane
Meno iscritti all’università, pochi stranieri attirati dalle accademie italiane, migrazione interna. E, soprattutto, stipendi dei neolaureati ancora molto bassi rispetto ai colleghi europei. È il quadro che emerge dal XXIV Rapporto AlmaLaurea su Profilo e Condizione Occupazionale dei Laureati. Il rapporto ha coinvolto centinaia di migliaia di laureati in Italia negli ultimi anni. Vengono sottolineate, nel rapporto, alcuni aspetti positivi. L’88,8% degli intervistati, ad esempio, esprime soddisfazione per il rapporto instaurato con i docenti, e il 72,9% confermerebbe la scelta compiuta. Ci sono poi le criticità: nell’ultimo anno accademico si è rilevato un calo delle immatricolazioni (-3% rispetto al 2020/21), più forte negli atenei del Mezzogiorno. Il numero degli immatricolati è ancora oggi inferiore rispetto a quello del 2003/04.
La retribuzione media dei neolaureati
Un tema molto importante per gli universitari è la ricaduta occupazionale. Si evidenzia che la retribuzione netta mensile dei laureati italiani (a un anno o a cinque anni dal titolo) è in aumento, pur restando sempre indietro rispetto alle medie europee. La retribuzione mensile netta a un anno dalla laurea – si legge – è in media, pari a 1.340 euro per i laureati di primo livello. A cinque anni dal titolo la retribuzione media sale a 1.554 euro per i laureati di primo livello. Si consideri che (dati della società Mercer) un neolaureato inglese guadagna 32mila euro lordi, un francese 35mila. Ancora più ricchi neolaureati tedeschi e svizzeri.
Un altro aspetto critico sono le migrazioni interne: il 28% dei giovani del Mezzogiorno decide di conseguire la laurea in atenei del Centro e del Nord, al contrario solo il 2,5% dei laureati sono cittadini stranieri che hanno scelto l’Italia per i loro studi universitari. Per Marina Timoteo, direttore di AlmaLaurea, «il rapporto conferma il paradosso di una popolazione [...] che incontra maggiori ostacoli in termini di ingresso e condizioni sul mercato del lavoro».
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