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Il consumo italiano è sempre più verde

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Consumatori verdi: è il ritratto dei ragazzi di oggi fornito dalla ricerca #whocareswhodoes condotta su 25 Paesi dalla GfK, insieme a Europanel e Kantar, che mostra come la responsabilità dei prodotti da acquistare spesso ricada sui più giovani, più attenti alle tematiche ambientali. Dalle piazze dei Friday for Future, le nuove generazioni si fanno sentire anche dai brand, spostando il campo di battaglia, dalla strada, agli scaffali dei negozi.

Consumo consapevole

Occhi puntati sugli imballaggi in plastica: il 73% dei consumatori è infatti allarmato dagli sprechi: non a caso la preoccupazione per la crisi climatica è salita globalmente dello 0.5%, dal 16.4% al 16.9%. Un piccolo ma significativo aumento che dimostra come, nonostante il covid, le preoccupazioni ambientali siano ancora al primo posto. E al supermercato si fa attenzione a packaging ed etichette che assicurano la qualità del prodotto. Dato che va letto alla luce di una nuova consapevolezza da parte dei consumatori. Tanto che il 46% degli intervistati si dichiara personalmente colpito dai problemi ambientali. Una percentuale impensabile solo fino a pochi anni fa. A invertire la rotta sono nel 50% dei casi sono proprio i ragazzi, più attenti a sostenibilità e ambiente. La palla passa così ai brand, che devono trovare il giusto equilibrio tra fare la cosa giusta e il successo commerciale. Chi non riuscirà a conquistarsi la fiducia dei consumatori è destinato a fallire.

E in Italia?

Nel nostro Paese cresce l’attenzione per la sostenibilità dei prodotti. Non è un caso, quindi, che il 36% delle famiglie abbia dichiarato di aver smesso di acquistare prodotti e servizi che hanno uno spiccato impatto negativo sull’ambiente, tanto che una famiglia su tre evita gli imballaggi di plastica. Percentuale che sale al 65% per il segmento che comprende gli eco-active, i consumatori più ingaggiati, che in Italia sono il 24%. Non solo. I consumatori sono sempre più convinti di fare la differenza, anche se per il 40% degli intervistati sono soprattutto i produttori di beni e servizi che possono agire per ridurre l’impatto ambientale. Ma per il 58% delle famiglie è ancora poco chiaro cosa succede ai prodotti quando vengono riciclati. Un gap che però viene colmato dalla maggiore propensione al riciclo degli italiani. A guidare il cambiamento, riflettendo il trend generale, sono ancora i ragazzi. Le azioni e le opinioni dei membri più giovani delle famiglie contano infatti più di quelle dei politici (13%), dei media (14%) e dei personaggi famosi (13%). Segno che le battaglie dei giovani attivisti per il clima non rimangono solo sui cartelloni sistemati nelle piazze, ma pretendono di avere un riscontro pratico nella realtà. Nonostante la crisi innescata dal covid, c’è un’umanità giovane affamata di cambiamento. Consumatori consapevoli, alla ricerca del brand giusto per combattere la crisi climatica.

I giovani che difendono il clima con il climate strike

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