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Dalle piazze ai privé. Cos'è Clubhouse, il social delle chat vocali

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Immaginate tante stanze piene di gente, dove poter ascoltare spezzoni di conversazioni e intervenire alzando la mano: Clubhouse funziona così, come un gigantesco contenitore di salotti. Il social network basato sulle live vocali, lanciato ad aprile, ha registrato un boom di iscrizioni nei giorni scorsi, grazie alla consacrazione ricevuta da Elon Musk, che è approdato sulla piattaforma per parlare di Neuralink e Marte. Ma come funziona? Ci siamo iscritti per scoprirlo.

Dalla piazza al salotto di casa

A differenza degli altri social network, una volta registrati, si accede su Clubhouse solo su invito di qualcuno che è già sulla piattaforma. L’invito arriverà sotto forma di un link via sms. Bisogna essere maggiorenni, fornire il proprio numero di cellulare e una foto. Una volta entrati, si potrà corredare il profilo di una bio, collegarlo a Instagram e invitare altri due selezionatissimi amici. Dal caos della piazza al salotto di casa, insomma. Il social infatti consente di accedere a stanze, chiamate rooms, dove l’unica traccia del nostro passaggio è la voce: chat vocali con tre livelli di accesso, Open, Social e Closed, ognuna con un amministratore e dei moderatori. Per intervenire basta alzare la mano, si sale sul ‘palco’ e il gioco inizia. Alcuni utenti lo hanno definito un podcast interattivo, altri una call di gruppo senza telecamera. Di sicuro si tratta di un’app - per ora disponibile solo per Apple - destinata a cambiare il nostro immaginario. Dai post su Facebook, alle foto di Instagram, alla messaggistica priva - o quasi - di moderazione di Telegram, fino ai video di TikTok, si approda adesso allo strumento voce e alla comunicazione sincrona. Un ritorno all’oralità nell’età dell’immagine.

Elon Musk e la storia di Clubhouse

A battezzare il social network “solo audio” è arrivato anche Elon Musk, con la potenza di fuoco di ben 5mila persone. Un appuntamento per parlare del progetto Neuralink, un’interfaccia di connessione cervello-macchina, e Marte. Prima di Musk Clubhouse era un’app mezza sconosciuta ma già promettente. Frequentata all’inizio solo da 1.500 utenti, è schizzata a due milioni nel giro di poche settimane, grazie all’endorsement di alcuni vip statunitensi come Jared Leto e Drake. Clubhouse è l'unica creatura di Alpha Exploration, lanciata ad aprile 2020, in piena pandemia. App che ha attirato fin da subito le attenzioni degli investitori, tanto che la sua valutazione è salita in poco tempo a un miliardo. I due fondatori sono Paul Davison e Rohan Seth, entrambi ex studenti della Stanford University, il college non lontano dalla Silicon Valley. Difficile prevedere il futuro dell’app. C’è chi ci ha provato, immaginando che alcune stanze saranno accessibili solo su abbonamento e che per alcuni eventi sarà necessario munirsi di biglietto. Ma il suo successo rivela un trend nei social media, dove i contenuti sono sempre più istantanei e sincroni rispetto al passato. Sarà il social del futuro o solo una grande bolla di sapone?

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