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Il metaverso è il mondo del futuro. Ma chi proteggerà le nostre vite virtuali?

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Il metaverso non è qualcosa di nuovo, soprattutto se si pensa agli universi di Second Life o Minecraft. È stato solo, però, nel 2021, dopo il lancio di Meta da parte di Mark Zuckerberg, che la possibilità di vivere, giocare e investire nel mondo virtuale è diventata sinonimo di realtà. Un mondo di cui si sta parlando in questi giorni proprio allo StartupItalia Open Summit 2022 - Summer Edition a Nana Bianca a Firenze e che per alcuni è la «naturale evoluzione del nostro modo di vivere». «Il metaverso è un percorso naturale di innovazione, ed è molto positivo», ha detto a VD Pierguido Iezzi di Swascan, polo italiano della cybersicurezza. Ma Metaverse di Zuckerberg rischia anche di essere un nuovo mondo virtuale dove vivere secondo regole non sempre limpide, tra violenze e molestie sessuali.

Metaverso, metaversi e diritti

A gennaio, il ‘quasi’ metaverso Roblox è finito sotto i riflettori per sfruttamento del lavoro minorile. La piattaforma, che ufficialmente doveva avere una funzione educativa e avvicinare i bambini e i ragazzi al mondo della programmazione, ha iniziato, secondo il Guardian, a pubblicizzarsi come un modo per far fare soldi a giovani game maker. Ma senza contratti, né tutele e né uffici a cui potersi rivolgere in caso di necessità. E così Roblox è diventato un incubatore di storie di sfruttamento ed esaurimento più che un luogo dove imparare prima e meglio degli altri a muoversi nel mondo della creazione di videogiochi.

Anche il metaverso proposto da Meta lascia in sospeso più di una questione. Come quella del rispetto dei diritti umani. Nonostante le promesse di Meta di migliorare le misure di sicurezza, gli utenti hanno riportato violenze, molestie sessuali e stupri, l’ultimo avvenuto a maggio. Secondo il report di SumOfUs, appare chiaro come Meta sia stata incapace di moderare i contenuti anche sulle sue altre piattaforme. Come potrà quindi farlo nel metaverso, dove l’invasione della sfera dell’altro è più marcata?

Il metaverso di Meta e gli altri

Prima di Metaverse ci sono stati altri tentativi di creare mondi virtuali che non fossero solo luoghi dove giocare. «Second Life, ad esempio, aveva suscitato l’interesse di molte aziende», spiega Iezzi. «Si trattava di un mondo molto ricco, non solo in termini di servizi, ma anche dal punto di vista economico, basti pensare alla vendita di terreni digitali, che avevano anticipato gli NFT». Un mondo in cui, però, «l’uomo restava sempre centrale», con la possibilità di «esprimersi, nel bene e nel male». Ma l’ambizione di Metaverse è di essere “il metaverso”. «Meta è una declinazione di Facebook, che ha un bacino di utenza di circa 2,4 miliardi di utenti. Rispetto agli altri ambienti di realtà virtuale, sarà un punto di riferimento, così come la maggior parte degli altri social media fa riferimento, direttamente o indirettamente, alla stessa Facebook, che è il leader del mercato».

Secondo Iezzi, infatti, «il volume di utenti di Facebook costituisce un vantaggio per Meta». «L’idea di base è di costruire un ambiente che permetterà ad altri di aggiungere servizi e opportunità, rendendolo più ricco. E questa realtà andrà a sostituire non solo le modalità di lavoro, ma anche quelle sociali e relazionali degli utenti». Ma se la strada dell’innovazione è tracciata ed esistono già tentativi di metaverso, bisogna tenere conto del fatto che, nel metaverso pensato da Zuckerberg, entreremo con tutti i nostri sensi.

«In questo mondo, le persone escono dal modello bidimensionale dei social ed entrano in una realtà in cui l’utente avrà la possibilità di toccare e sentire, sia a livello uditivo che olfattivo. Qui nasce, però, un problema: nel momento in cui i sensi vengono coinvolti, significa che la trasfigurazione del reale nel virtuale prende forma effettiva. E se possiamo, quindi, toccare un altro avatar, dobbiamo anche chiederci chi gestisce i limiti e le libertà di queste figure», dice Iezzi. «Se posso toccare, ascoltare, sentire e, quindi, vivere in un reale digitale, qual è la giustizia che verrà applicata in questo mondo? Bisogna, poi, considerare che la giustizia è frutto di una morale, un’etica, una religione precisa, che varia da Paese a Paese. Nel metaverso, chi determina cos’è la giustizia, cosa lede la dignità umana e cosa no è, invece, un privato, che ha la forza di 2,4 miliardi di utenti e che, quindi, va oltre i limiti nazionali. Sarà un padre-padrone? E come verranno gestiti i nostri dati?».

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Articolo del 31/12/2021 aggiornato il 29/06/2022.

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