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La tua lista della spesa potrebbe essere finita su Instagram

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Dicevano che internet avrebbe spazzato via le librerie, che l’era della lettura sarebbe finita, ma chiaramente non è successo. Anzi siamo a un punto in cui editoria e rete si contaminano a vicenda. L’esempio perfetto è il libro appena pubblicato da Il SaggiatoreProsecco, pannolini e pappa per il gatto” di Giulio Castoro, la mente dietro al geniale profilo Instagram @insta_della_spesa. Se possiamo dedurre molto delle persone da cosa mangiano, capiamo ancora di più della loro personalità da come compilano la lista della spesa, che nonostante il progresso e gli smartphone «è una delle ultime cose che scriviamo a mano» come spiega l’autore nella sua introduzione. 

Perché un account sulla lista della spesa della spesa ha avuto così successo

«La lista serve per ricordarti cosa comperare e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro», scriveva Umberto Eco, spiegandoci il motivo per cui l'elenco della spesa viene appuntato su fogli di fortuna, pezzi di scontrini o carta strappata dal quaderno dei figli: deve essere pratico. Su una sola cosa sbagliava Eco: il successo di @insta_della_spesa ci dimostra che quei foglietti, se accumulati negli anni e messi in fila, diventano una sorta di affresco antropologico sulla nostra società, su come viviamo, sulle nostre abitudini.

Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa
Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa

Le prime volte al supermercato con la nonna

Il bello di un lavoro del genere (non chiamatelo “progetto”, vi prego) è che non nasce a tavolino ma da un’esigenza ben precisa e profonda che ha le radici nell’infanzia del suo autore. «Fin da bambino ho sempre visto il supermercato come il paese dei balocchi e, appena potevo, accompagnavo mia nonna Maria a fare la spesa». Proprio in quelle occasioni per le prime volte la sua attenzione era stata catturata da quei foglietti dimenticati a terra, sugli scaffali, per strada, ma ogni volta, proprio quando stava per agguantarli e capire cosa c’era dentro, l’anziana signora interveniva e gli intimava di non farlo ammonendolo: «chissà chi le ha toccate!»

Il terrore dei germi non può niente contro la curiosità di un bambino che è in grado di rimanere sopita per decenni fino a deflagrare nell’inconscio di un adulto. Come da manuale di psicologia, una volta che la nonna è mancata, l’ormai uomo Giulio si ritrova quasi inconsciamente a collezionare questi foglietti stropicciati, pieni di errori ortografici. La sua diventa un'urgenza, una fissa. Senza nemmeno rendersene conto si ritrova a raccogliere liste «appagato dal bizzarro senso di superiorità dal sapere cosa ci fosse dentro le dispense di ben due famiglie del mio quartiere». 

Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa
Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa

Ogni lista della spesa è un pezzo della nostra intimità e della nostra storia

Ogni foglietto accumulato è un piccolo viaggio nel tempo, nella sua infanzia e al tempo stesso uno sguardo sul mondo, sui vicini. La stessa missione quotidiana di andare al supermercato si trasforma in una caccia al tesoro. Fino a che succede qualcosa. C’è un episodio eclatante. Un giorno Castoro incappa in una signora anziana che porta con sé una bellissima lista su cui troneggia, scritta sgrammaticata, la parola "Vermut". Il nome di un liquore fortemente legato agli anni ‘80, il vermouth, diventa il premio del giorno per Giulio che si mette letteralmente a pedinare la donna fino alla cassa, quando ormai convinto di aver già tra le mani il pezzo più pregiato della sua collezione, ha il coraggio di chiederlo alla signora e si sente rifiutare il foglietto. «Lo sguardo della vecchietta mi ha fatto sentire un maniaco sessuale. Un usurpatore di uno spazio intimo, privatissimo. Un guardone. Capii che la mia collezione di liste della spesa non era nient’altro che un buco della serratura attraverso cui spiare le vite degli altri».

È con questo spirito che dovete sfogliare il libro e rimarrete sorpresi dall’unanimità di consensi che riceverà tra le persone più diverse. Fa ridere si, perché è pieno di errori e si stramberie, perché le liste son divise per categorie rigorose (bambini, anziani, e così via), ma soprattutto va a toccare una corda che bene o male risuona in tutti noi: la curiosità. Ecco, quello che avete tra le mani è un affresco del nostro tempo.

Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa
Una lista della spesa ritrovata di @insta_della_spesa

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