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YouTube sta discriminando i video transgender?

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Mentre celebrava la comunità LGBTQ+ con il ProudTube, YouTube demonetizzava i video sull’argomento. Un gruppo di youtuber ha mosso questa grave accusa nei confronti della piattaforma, causa l’eccessiva penalizzazione di tutti i video contenenti la parola transgender. Esemplare è l’esperienza di Chase Ross, youtuber transgender, appunto, che, accortosi delle sanzioni applicate ai suoi video, ha deciso di indagare sulla questione sperimentando in prima persona gli effetti dell’algoritmo.

Chase Ross è lo youtuber famoso che ha scoperto il problema transgender con i suoi video
Chase Ross è lo youtuber famoso che ha scoperto il problema transgender con i suoi video

Il famoso youtuber tratta, attraverso una serie di 31 episodi, il suo percorso di transizione, istruisce circa la terminologia e i problemi fisici e psicologici legati ad essa. Inspiegabilmente, questa serie di video è stata totalmente demonetizzata o addirittura rimossa da YouTube. Ross ha confermato che la causa della censura fossero proprio i termini ‘’trans’’ e ‘’transgender’’.

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Come prova del nove, ha pubblicato due video assolutamente identici, se non per la presenza, nel secondo, della parola ‘’transgender’’. Risultato? Il secondo video è stato, ovviamente, demonetizzato. Youtube, d’altro canto, nega la presenza di parole chiave legate al mondo LGBTQ+ nella lista target dell’algoritmo, ma i risultati parlano chiaro e la tempesta mediatica sui social network non è tardata ad arrivare.

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Su Twitter si è riversata una cascata di critiche a cui la CEO di Youtube, Susan Wojcicki, tenta di far fronte negando, prima, l’esistenza di tale problematica, poi scusandosi e infine assicurando una pronta revisione degli eventuali bias nell’algoritmo. Se fossimo in un film la sceneggiatura prevederebbe un "potrebbe andare peggio, potrebbe piovere" e, infatti, la pioggia arriva eccome: una tempesta di pubblicità omofobe proprio sui video di creators appartenenti alla comunità LGBTQ+.

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La piattaforma ha risposto indicando la possibilità da parte dei content creator di bloccare determinate tipologie di pubblicità, senza però giustificare la presenza di queste ultime. Abbiamo chiesto a chi conosce la realtà transgender in italia, Andrea Belfiori alias leggoscattoviaggio, appartenente alla comunità LGBTQ+ di Youtube, che dal 2017 ci racconta la sua passione per la letteratura.

Susan Wojcicki è stata accusata di discriminare i video transgender
Susan Wojcicki è stata accusata di discriminare i video transgender

Oggi, però, ha deciso di raccontarci la sua esperienza di giovane youtuber italiano LGBT sulla piattaforma: «Penso che questo sia un fatto abbastanza grave. L’algoritmo interviene come strumento di tutela dei minori, e con questo tipo di azioni ancora una volta l’idea che emerge è che i temi legati al mondo LGBT siano temi non adatti ai minori, ricreando di nuovo lo stigma sociale che da sempre dipinge il mondo LGBT come qualcosa di cui non si deve parlare. Proprio di recente. Dopo aver caricato il mio ultimo video su questi temi sulla piattaforma, YouTube mi ha notificato che il contenuto non era considerato adatto a tutti gli inserzionisti e che quindi sarebbe stato demonetizzato. Ovviamente ho richiesto una revisione manuale dopo qualche ora la monetizzazione mi è stata riconosciuta, a testimonianza del fatto che è proprio un problema dell'algoritmo e non delle politiche portate avanti da Google».

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«Sicuramente una delle possibili conseguenze è la perdita di fiducia verso la multinazionale da parte della comunità LGBTQ+. Ma il problema maggiore è che YouTube smetterebbe di essere una piattaforma in cui le persone trovano un loro spazio per esprimersi. Si perderebbe uno strumento di sfogo e di rifugio, per non dire di auto-realizzazione, perché le persone della comunità LGBTQ+ non si sentirebbero più le benvenute su un social dove parlare di certe cose ritorna ad essere un tabù».

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YouTube, in questo modo, non ha messo solo dei paletti al movimento queer, ma ha limitato la possibilità di educare un pubblico sempre più grande a conoscere la comunità LGBTQ+ ancora troppo stigmatizzata.

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