vacanze di natale
Non riusciamo più a condividere il tempo libero
Le vacanze di Natale danno la sensazione di essere lunghissime quando le aspetti e brevissime, invece, quando le vivi. Per alcuni, invece, non sono nemmeno vacanze. Il Natale che tanti aspettano per rifiatare, offre anche 12,000 posizioni lavorative in più. Insomma, c’è chi lo desidera, chi potrebbe farne a meno e chi, infine, non può proprio scegliere. Tanti programmi che potrebbero condizionare le scelte di una famiglia, ad esempio. Passare del tempo insieme, anche a Natale, sembra essere sempre più difficile.
Salviamo le vacanze di Natale
Verrebbe quasi da ripescare quella massima che spuntò fuori nella Russia di Stalin, quando il governo sovietico sperimentò la nepreryvka, la settimana lavorativa ininterrotta. Il lavoro venne organizzato affinché tutti gli operai avessero turni di riposo differenti, così da rispettarne i loro orari, ma non fermare mai la catena produttiva. Un sistema rigido, che ruppe parte dei rapporti sociali: la possibilità che in una famiglia coincidessero i turni erano ridotte al lumicino.
Tanto che un operaio si lamentò, esprimendo il suo dissenso con una frase divenuta, a tal proposito, simbolica: «Se devi divertirti da solo, non è una vacanza». Lavori stagionali, saltuari, o tutti i figli della gigeconomy, come i rider o gli uber, si trovano spesso nella situazione di non avere possibilità che seguire i tempi che gli detta il lavoro, pur di lavorare. Anche ad alte retribuzioni, s’intende: l’estensione dell’orario lavorativo ha colpito anche i manager. Il problema della sincronizzazione tra tempo libero e occupato è trasversale, non riconosce ricchi o poveri.
Natale sulla neve?
Il fenomeno, in Italia, è ancora tenuto a bada (negli Stati Uniti, ad esempio, l’80% dei lavoratori pagati a ore ha orari fluttuanti). Specialmente le vacanze di Natale sanno essere un momento aggregante. Lo scorso anno, ad esempio, il turismo natalizio ha coinvolto 16 milioni di persone: segno che ancora le persone sanno prendersi tre, quattro, o quanti più giorni di vacanza per stare in compagnia.
Eppure, guardando quanti annunci circolano durante le feste, per tanti che riescono, ce ne sono tanti altri che devono lavorare. Natale offre 12 mila posti di lavoro, come abbiamo detto, temporanei, ma non solo. L’Italia sembra così dividersi in tre. Tra chi riesce ancora ad avere un Natale “tradizionale”, chi lo brama per scappare, con pochi parenti, anche all’estero (22%) e chi, per ultimo, non vede l’ora di lavorare.
Posti di lavoro offerti a Natale
- Etjca cerca 1900 profili
- Openjobmetis 4500
- Luxottica 2000 (laureati)
- Umana 1500
Un regalo per Natale
La morsa che stringe, noi come tutta la parte occidentale del mondo, è ingannevole da scovare. Da una parte offre il viaggio low cost, due-tre giorni sulla neve a prezzo di sconto, per chi lavora tutto l’anno e aspettava solo quello. Poi, dall’altro, “restituisce” lavoro: spesso di poca qualità o alienante, quasi sempre senza alcun tipo di garanzia, ma pur sempre lavoro. In un paese che, a ottobre scorso, registrava il 9,7% di tasso di disoccupazione, fa sempre comodo.
Però, come a suo tempo ha dimostrato la nepreryvka, oppure Microsoft in Giappone non serve a niente il tempo di produzione, se cala la produttività. Il nostro tempo libero aumenta, ma diluito in una settimana che non conosce più confini tra lunedì e domenica, così che anche quel quarto d’ora in più di “libertà” che abbiamo guadagnato negli ultimi dieci anni, si perde in orari di lavoro fluttuanti e pervasivi. Il Natale può essere un’opportunità per ricordarci quanto si stia meglio quando non siamo soli.
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