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Nella vita di un troll

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Sei un troll??? Chi ti paga?!1? Quante volte qualche utente del web ci ha risposto così trovandosi a corto di argomentazioni, accusandoci di essere solo dei provocatori? Nel gergo di internet, a partire dagli anni ‘80, si intende per troll un utente di una piattaforma o di un social che commenta frequentemente e con insistenza a tempo perso, senza un reale interesse nella discussione ma solo per stimolare reazioni, spesso emotive, degli altri utenti, o innescare dibattiti accesi, o per dare effettivamente fastidio all’interno di uno spazio di discussione online. Attorno ai troll sono nate narrazioni sempre più di frequente, come i complotti che circolano tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle su eventuali troll pagati dal PD, e che si inventarono pure la storia di un troll pentito di Milano che aveva smesso di fare questo lavoro. In giro per il mondo commentatori di professione d’altronde esistono. Come ha rivelato anche la giornalista Lyudmila Savchuk, in Russia esistono fabbriche di troll suddivise in varie sezioni, con centinaia dipendenti che diffondono fake news, producono meme e contenuti per il web mirati a manipolare il dibattito pubblico.

Le troll farm in Russia

Ma non ci sono solo operazioni politiche, spesso si definiscono troll personaggi più o meno noti nella bolla dei social, che sul loro canale YouTube o la pagina Facebook costruiscono un personaggio, spesso dalle connotazioni grottesche o estremizzate, e lo interpretano con post e commenti, eventualmente mettendoci la faccia con i video.

Casi celebri in Italia ce ne sono, e la categoria di troll è forse troppo ampia per descrivere le differenze che possono esserci tra i vari modi di provocare online. Martina dell’Ombra, alias Federica Cacciola, puntando sugli stereotipi della giovane ragazza, ricca e immatura, si immedesima in argomentazioni razziste e classiste, prendendosela con i migranti e con i poveri, riuscendo a catturare così le contraddizioni di questi tempi e imbarazzando i veri razzisti. Gian Marco Saolini, che si definisce un “provocatore”, che si finge, in vari video, marinaio di una ONG, medico antivaccinista o avvocato, diffondendo false notizie “per scherzo”, ma finendo così per diventare un avvelenatore del dibattito pubblico capace solo di alimentare il disordine informativo dei social.

I troll e l'ironia

Ci sono poi, uscendo dall’Italia, casi come quello di Kenneth McCarthy, un quarantenne della Florida noto sul web come Ken M, la sua controfigura di vecchio un po' ironico e un po' ottuso che commenta siti come Yahoo! o The Huffington Post e postando poi gli screenshot sulla sua pagina, raccogliendo in meno di dieci anni l’attenzione della stampa, oltre a 80mila like su Facebook e quasi 90mila followers su Twitter. I suoi commenti sono sempre simpatici, ma provocano nell’utente medio il bisogno di dare spiegazioni, spesso con arroganza.

Il trollaggio può essere un
Il trollaggio può essere un'operazione politica ma anche un mezzo per ironizzare sulle contraddizioni della società

Così sotto a un articolo con le nuove foto inviate dalla sonda Eclipse su Marte, Ken scrive: «Il rover dovrebbe smettere di fare il visitatore e restare a fare il proprio lavoro». Un utente gli dà dell’idiota, perché visitare il pianeta è il lavoro della sonda, e lui ribatte che tuti vorremmo essere pagati per fare i turisti su Marte. O come quando in un articolo sui droni da rifornimento Ken si augura che altri droni da guerra prendano l’esempio e smettano di bombardare, con una valanga di utenti che gli spiega che i droni sono guidati dagli umani.

Ken M è un troll che fa satira

In una videointervista, Kenneth dice di aver iniziato per gioco questa attività, per poi continuare quando ha assistito alle reazioni degli utenti e al numero crescente dei suoi fan. «Quando ho iniziato neanche sapevo cosa fosse un troll» - dice lui stesso in un’intervista su redditblog, dove spiega anche come ha scelto i siti bersaglio «Yahoo è pieno di fantastici creduloni, mentre su Huffington Post le persone sono pedanti e prive di humor. Provai anche Fox News, ma era un furioso nido di vespe». Su Reddit c’è anche un sub dedicato a lui con migliaia di utenti, ma Kenneth non è un utente attivo, e non gli interessa la fama, quanto divertirsi a far divertire i suoi fan. «La mia è un’arte. Quello che faccio è trasformare uno spazio tossico in una fonte di risate di pancia, così non è più spiacevole. Questo è ciò che faccio».


I rischi dell'informazione online secondo Umberto Eco

Che sia giusto per divertire o per innescare riflessioni sull’uso dei social, sono tanti i modi per poter essere troll non tossici, ma si deve tenere a mente che c’è sempre una linea rossa che distingue la satira dalla tossicità, e di questi tempi è sempre meglio valutare quali siano le conseguenze delle nostre azioni online. Anche delle più argute e divertenti.

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