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La donna nelle serie tv da Mrs Maisel ad Handmaid's Tale

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Come cambiano le donne nei decenni, così cambiano i personaggi femminili nelle serie tv. La serialità diventa cartina di tornasole della società, e le sue icone, soprattutto quelle femminili, specchio delle sue trasformazioni ed evoluzioni.

Le protagoniste femminili non sono più come Daisy di Dukes of Hazzard
Le protagoniste femminili non sono più come Daisy di Dukes of Hazzard

Se negli anni Ottanta la figura femminile nelle serie tv risentiva ancora dello stereotipo della “bambola sexy” (pensiamo a Daisy di Dukes of Hazzard), al giorno d’oggi le donne, nel mondo reale così come in quello seriale, si sono guadagnate una caratterizzazione più sfaccettata e un posto che non sia solo dietro al protagonista maschile.

Nel mondo reale come nelle serie tv, le donne hanno conquistato un ruolo centrale

Giunta da pochi mesi alla sua (controversa) conclusione, Game of Thrones è un’importante specchio della società attuale, vista attraverso l’occhio della telecamera. Le donne sono rappresentate non più come damigelle in pericolo, ma come vere e proprie guerriere: sul campo di battaglia come negli intrighi di palazzo.

Seppure su fronti opposti, sia Sansa che Arya Stark sono protagoniste femminili indipendenti e complesse
Seppure su fronti opposti, sia Sansa che Arya Stark sono protagoniste femminili indipendenti e complesse

Non più accessori di bellezza, ma fiere della loro unicità. Sansa Stark, da ragazzina timida, spaurita e infantilmente innamorata diventa, col passare delle stagioni, una leader fiera, indipendente e giusta, nonostante gli innumerevoli abusi subiti. E supererà colei che, in quanto a destrezza e prontezza di spirito, avrebbe potuto farle da maestra: la regina Cersei Lannister che, invece, imboccherà un percorso involutivo verso la follia l'autodistruzione.

Cersei, Sansa, Arya, Meera, Yara, Daenerys sono personaggi complessi e sfaccettati

Ma il personaggio femminile più lontano dalla “damigella in pericolo” è Arya Stark, sorella antitetica di Sansa. Tanto Sansa è delicata, femminile e votata alla vita di palazzo, tanto Arya è spericolata, mascolina e vogliosa di avventura. Una paladina delle bambine che poco si riconoscono nei personaggi di potere e preferiscono imitare le gesta di una ragazzina senza paura.

Il romanzo distopico di Margaret Atwood, The Handmaid
Il romanzo distopico di Margaret Atwood, The Handmaid's Tale, descrive le donne come sottomesse macchine per procreare

Game of Thrones è un concerto di donne forti e avventurose, molto diverso da un'altra serie che ha raccontato le donne in questi anni: The Handmaid’s Tale. Basata sul romanzo distopico di Margaret Atwood, ambientata in una società integralista cattolica in cui le donne sono considerate solamente come mogli sottomesse o macchine per procreare, questa serie ha un cast di attrici che gareggiano tra loro per bravura.

Il ritratto di Zia Lydia in The Handmaid’s Tale ci mostra una donna sola, che trova nella sopraffazione l’unica via d’uscita dall'infelicità

A cominciare da Elizabeth Moss, interprete della protagonista June, passando per Yvonne Strahovski (Serena, la “padrona” di June) fino ad Ann Dowd (la temibile Zia Lydia). The Handmaid’s Tale ha il pregio di sfatare il mito secondo cui le donne non sanno fare squadra, mostrandoci come ogni protagonista femminile abbia una moltitudine di sfaccettature, capaci di farci amare anche le più detestabili.

The Handmaid
The Handmaid's Tale ha un cast quasi interamente femminile che abbatte ogni stereotipo

June stessa, sebbene incarni un’eroina vessata dalla condizione in cui è costretta, viene rappresentata anche nei suoi aspetti più manipolatori. Serena, d’altro canto, pur essendo una delle villain più gelide e crudeli della storia delle serie tv, riesce a evolversi, creando un’insolita quanto fragile e disperata alleanza con la sua ancella.

The Handmaid's Tale sfata il mito che le donne non possano fare squadra

E persino la sadica e malvagia Zia Lydia trova uno spiraglio per farsi, se non amare, almeno compatire: The Handmaid’s Tale ci restituisce il ritratto di una donna disperatamente sola, che trova nella sopraffazione degli altri l’unica via d’uscita a una vita infelice.

In Marvelous Mrs Maisel una donna reinventa la sua vita attraverso la stand-up comedy
In Marvelous Mrs Maisel una donna reinventa la sua vita attraverso la stand-up comedy

Le serie tv sono riuscite, negli ultimi tempi, a sfatare un altro pregiudizio sulle donne: quello che non sappiano far ridere. Ci riesce deliziosamente The Marvelous Mrs. Maisel, storia colorata e spensierata di una donna che, a dispetto dei pregiudizi della società ebraica dell’America anni Sessanta, riesce a costruirsi una folgorante carriera come comica. Ad affiancarla una improbabile manager che, con il suo aspetto mascolino, la sua insaziabile fame e le sue folgoranti e sprezzanti osservazioni, fa ridere tanto quanto la protagonista.

Mrs Maisel riesce a costruirsi una folgorante carriera come comica nonostante i pregiudizi dell'America anni Sessanta

Quello che le donne non fossero solo delicati fiori era un tema non nuovo alle serie tv: basti pensare alla tostissima, sboccata e leale Debra Morgan di Dexter, o a Skyler White, odiatissima moglie di Walter White in Breaking Bad, a cui i fan non perdonano i tentativi di ostacolare il marito nella sua ascesa nel mondo della droga.

I 70 anni di Meryl Streep

O l’antesignana delle “donne forti” delle serie tv, anche se è solo una ragazzina: Buffy Summers, cacciatrice di vampiri, da cui una generazione di donne ha imparato che puoi essere bella quanto ti pare ma se non sai badare a te stessa non vai da nessuna parte. Ma la giovane età non conta, se sei forte, altruista e magari anche con poteri paranormali: basti pensare a Undici di Stranger Things.

Buffy l'Ammazzavampiri fu l'antesignana delle forti protagoniste femminili

Le serie tv ci hanno mostrato anche che avere personaggi femminili forti non basta a risollevare o a mandare avanti una serie. Pensiamo ad House of Cards, naufragata nel consenso dei fan dopo la cacciata di Kevin Spacey (Frank Underwood) e la presa in carico del ruolo di protagonista di Robin Wright (Claire Underwood).

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L'interpretazione di Robin Wright non è bastata a salvare House of Cards

Perché le serie tv, ora più che mai, rispecchiano la società attuale e la natura delle donne con una chiarezza mai vista. E ci insegnano che il fallimento, anche nel caso di un grande personaggio, è contemplato e accettato come qualcosa che anche a una donna forte può capitare.

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