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Sempre più giovani tornano all'agricoltura
In Italia, le aziende agricole guidate da giovani sono circa 55mila: in totale, dal 2015, gli imprenditori agricoli under 35 sono aumentati dell’8%. Nell’era digitale i giovani tornano all’agricoltura, ma è più di un semplice ricambio generazionale: sono l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione (e un’iniezione di incentivi da parte di Bruxelles) ad aver incanalato la loro voglia di terra.
I giovani e l'agricoltura
Ad avvicinarsi alla terra sono under 35 istruiti: il 51% possiede un diploma, contro il 41% degli imprenditori over 40, il 16% è laureato contro l’8% della media generale. In tanti scelgono percorsi universitari ad hoc, che garantiscono una percentuale di occupazione di oltre l’85%. Perché per far funzionare un’impresa agricola bisogna essere in grado di interfacciarsi con tecnologie innovative e intelligenza artificiale. È il principio dell’agricoltura 4.0, che unisce sostenibilità economica e ambientale. E che può essere anche sostenibile sotto il profilo sociale, come nel caso di Marco: «La mia e quella dei miei collaboratori non è solo agricoltura biologica. È anche sociale». Con Marco lavorano anche rifugiati politici, persone affette da problemi mentali o da dipendenze.
«Coltiviamo tutte le verdure stagionali, per un totale di 13 ettari di terreno che altrimenti sarebbero stati destinati all’incuria o all’incolto. Non usiamo prodotti di sintesi, né diserbanti e la concimazione è solo organica», spiega. «Insomma, è l’agricoltura dei nostri nonni rivisitata in chiave moderna». Tra agricoltura 4.0 e social, i giovani, quindi, non si arrendono e tornano a «zappare la terra», servendosi di Facebook e Instagram per pubblicizzare la loro attività. Alla faccia di chi, con disprezzo, parla di «braccia tolte all’agricoltura».
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