rousseau
La piattaforma Rousseau è un colabrodo a 5 stelle
In questi giorni si è finalmente conclusa, e nel migliore dei modi, la vicenda legale che ha coinvolto l’hacker buono Luigi Gubello, accusato dall’Associazione Rousseau di “accesso abusivo in sistema informatico” sulla loro piattaforma, reato per cui rischiava fino a tre anni di reclusione. Davide Casaleggio ha però ritirato la querela, e il 18 aprile il Tribunale di Milano ha chiuso il processo già alla prima udienza con una sentenza di «non doversi procedere per remissione di querela».
Ma ripercorriamo la vicenda dal principio. Luigi, studente ventisettenne di matematica teorica, ora candidato alle europee con il Partito Pirata, è un cosiddetto white hacker, cioè un esperto informatico che cerca falle nei sistemi senza avere intenzione di danneggiarli, ma per segnalare eventuali malfunzionamenti e problemi di sicurezza. Noto online con lo pseudonimo Evariste Gal0is (ispirato al nome di un noto matematico francese del XIX secolo), nell’estate del 2017 Luigi riuscì a introdursi con un attacco informatico nella piattaforma “Rousseau”, il sistema di discussione online del Movimento 5 Stelle (erroneamente definito da questi “sistema operativo”). Evariste, appena compiuta l’intrusione, comunicò ai tecnici della piattaforma di quanto avvenuto e come aveva fatto, per invitarli ad aggiustare le falle del servizio. Sempre negli stessi giorni pubblicò un sito, “hack5stelle”, dove spiegava che l’intenzione della sua operazione era fin dal principio avvertire «sul rischio di una perdita di dati e il diritto degli utenti a saperlo».
L’hacker Evariste Gal0is ha avvertito Rousseau e i suoi utenti sul rischio di una perdita di dati
Come Chicco Testa, storico leader del movimento in Italia, con un passato tra i fondatori di Legambiente. Il morale non è alto. Lo contattiamo per fare il punto della situazione. «Grazie, ma ritengo l’argomento ormai impraticabile nel nostro paese» risponde declinando cortesemente l’invito.
E non a caso, pochi giorni dopo la pubblicazione del sito, un altro hacker, noto con il nickname Rogue0, ha dichiarato dal proprio profilo twitter di aver compiuto intrusioni simili a quelle di Evariste, e di non avere le sue stesse buone intenzioni. Successivamente Rogue0 ha pubblicato informazioni sensibili di attivisti e politici M5S e testi riservati del defunto Gianroberto Casaleggio. Lo scorso 6 settembre, inoltre, ha postato sul sito Privatebin le mail, le password e i numeri di telefono del vicepremier Luigi Di Maio, dei ministri delle Infrastrutture Danilo Toninelli e della Giustizia Alfonso Bonafede. Ci si aspettava un atteggiamento differente verso i due hacker da parte del Movimento, ma sia Rogue0, sul quale è aperta un’indagine a Milano, che Evariste sono stati trattati da criminali. Celebre il tweet di Di Maio del 6 febbraio 2018, tanto contestato anche dai suoi attivisti: «Preso l’hacker di Rousseau, adesso tocca ai mandanti».
Le incursioni dei due hacker rivelano tutte le falle della piattaforma Rousseau
Ma Evariste non aveva fatto altro che segnalare tempestivamente falle di una piattaforma che, non a caso, è stata sanzionata recentemente dall’Autorità per la Privacy con una multa da 50mila euro. Dopo più di un anno di traversìe legali e pressioni della stampa, la remissione di querela è stata depositata e accolta alla corte dell'undicesima sezione del tribunale di Milano. I legali del giovane hanno dichiarato che il risultato è frutto del dialogo tra le due parti e che non c’è stato alcun accordo di tipo economico. A termine di questa vicenda, Luigi si candiderà alle elezioni europee per il Partito Pirata Italiano, movimento politico nato nel 2006 in Svezia per portare l’attenzione sui diritti digitali e sulle politiche delle nuove tecnologie, con particolare attenzione verso I temi della privacy, della libera condivisione e del libero accesso ai mezzi di comunicazione.