climate change
Gli animali che perderemo nei prossimi anni
Le chiacchiere di Parigi sul clima non bastano. E gli accordi? Rimandati a settembre. È l’allarme lanciato dallo studio condotto dal Wwf insieme all’università britannica dell’East Anglia e all’università australiana James Cook, pubblicato sulla rivista Climatic Change. Secondo la ricerca, entro la fine del secolo potremmo veder sparire per sempre almeno la metà delle specie animali e vegetali che oggi popolano territori come l’Amazzonia, le isole Galapagos e il Mediterraneo. Stando ai dati raccolti, la soglia di 2 gradi centigradi definita dall’Accordo sul clima del 2015 non impedirebbe la scomparsa del 25% delle specie che vivono in aree chiave per la biodiversità.
«La nostra ricerca quantifica i benefici per le specie di vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili e anfibi) e vegetali che derivano dalla limitazione del riscaldamento globale a 2 °C in 35 aree tra le più ricche di biodiversità al mondo. Senza una politica per il clima perderemo il 50 per cento delle specie di queste aree. Tuttavia, se il riscaldamento globale si limitasse a 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, questo rischio si ridurrebbe al 25%. Non abbiamo esplorato cosa accadrebbe con un limite inferiore a 1.5 ° C, ma ci si aspetta che potrebbe proteggere ancora più biodiversità» ha dichiarato la professoressa Rachel Warren del Tyndall Centre dell’East Anglia.
Il 25% delle specie chiave della biodiversità scompariranno
Nell’ipotesi peggiore, ovvero nel caso si bucasse il salvagente dei due gradi, il 90% degli anfibi, l’86% degli uccelli e l'80% dei mammiferi rischierebbe di scomparire dalle foreste di Miombo in Africa meridionale, mentre l’Amazzonia potrebbe perdere il 69% delle sue specie vegetali. L’Australia sudoccidentale invece perderebbe l'89% degli anfibi.
Ma il cambiamento climatico verrebbe a bussare anche alle nostre porte, con il 30% delle specie a rischio, tra cui tartarughe marine e cetacei e altre animali più sensibili agli stress da calore. Non solo. La siccità diventerebbe un problema per tutte le stagioni, mentre con l’innalzarsi delle temperature medie e l’irregolarità delle precipitazioni, i cappotti entrerebbero ufficialmente nella lista di oggetti da esporre al museo.
In Australia potrebbe non restare più alcun anfibio
In termini scientifici, si parla di “HIPPO” per indicare tutte le minacce che arrivano ai vari ecosistemi sparsi per la Terra: habitat destruction (distruzione degli habitat), invasive species (specie invasive), pollution (inquinamento), human over-population (incremento della popolazione umana), overharvesting by hunting and fishing (sovraraccolta per caccia e pesca). In parole povere, molti degli ambienti che conosciamo, rischiano di vedere il proprio volto sfigurato per sempre nel giro di pochi anni.
Un nuovo olocausto che dobbiamo scongiurare. «Gli effetti del riscaldamento globale sono già evidenti e stanno peggiorando. Dall'innalzamento del livello del mare alla riduzione dei ghiacciai, dal riscaldamento degli oceani all’estensione dei deserti, e saranno accompagnati da eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e gravi» dice il Wwf.
L'olocausto animale è un dramma da evitare
«Molte aree del pianeta stanno già pagando il costo di questi cambiamenti, con territori che diventano inabitabili, con una minore sicurezza alimentare, una diminuzione delle risorse idriche, una maggiore diffusione di malattie».
«Nonostante l’accordo sui cambiamenti climatici di Parigi che mira a limitare la crescita della temperatura globale al di sotto dei 2 °C (possibilmente limitandola a 1,5°C), dobbiamo aspettarci danni importanti da questi cambiamenti in futuro, con enormi perdite di biodiversità in ogni continente». La soluzione al problema esiste ed è una: mantenere la temperatura globale riducendo i gas serra.
Il problema è l'effetto serra
E cioè smettere di bruciare combustibili fossili, nella speranza di mitigare il fenomeno, dato che è impossibile retrocedere. Specie come il lupo europeo, l'orso bruno, il panda rosso, persino la comune tartaruga di terra sono minacciate, e organizzazioni e volontari stanno lottando, da anni, per preservare quegli ambienti senza i quali tutte queste specie non sopravvivranno. La Terra appartiene ai tuoi figli, recita un vecchio adagio, una Terra che condividiamo con altri esseri viventi: è il momento di assumercene la responsabilità.
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