climate change
Prima di Greta c'era Severn, ma l'abbiamo ignorata
Era il maggio del 1992 e a Rio de Janeiro si riunivano i grandi della Terra per parlare di clima e ambiente, quando il problema era noto ma non c’era una Greta Thunberg a smuovere le coscienze. Severn Cullis-Suzuki, canadese, figlia di una scrittrice e di un genetista, all'epoca era appena dodicenne e aveva già fondato l’Environmental Children's Organization (ECO) con alcuni suoi coetanei. Diversamente da quanto avrebbe fatto un qualsiasi adulto, quando Severn seppe della conferenza a Rio de Janeiro decise, con l’idealismo e la passione della sua età, che ci sarebbe andata e avrebbe parlato ai grandi del pianeta. Organizzò una raccolta fondi e con quella pagò il viaggio a cinquemila miglia da casa.
Severn Cullis-Suzuki all'ONU
Cosa successe dopo è storia: «Siamo solo un gruppo di ragazzini che cerca di fare la propria parte» dichiarò appena salita sul palco, accompagnata dai coetanei Michelle Quigg, Vanessa Suttie e Morgan Geisler «Non ho un piano segreto» chiarì (visto che i complottismi non sono un’esclusiva di oggi).
«Sto combattendo per il mio futuro. Perderlo non è come perdere un’elezione o qualche punto in borsa. Sono qui per parlarvi a nome delle generazioni a venire, di tutti i bambini che oggi muoiono di fame, per tutti gli animali e le piante che si sono estinti o stanno sparendo. Ho sognato foreste piene di vita, mandrie di animali e stormi di uccelli, ora mi domando se i miei figli potranno mai vederli».
«I genitori dovrebbero dirci: va tutto bene, ma non credo che voi possiate farlo»
«Quando avevate la mia età vi dovevate preoccupare di queste cose? Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi eppure continuiamo ad agire come se avessimo tutto il tempo del mondo».
«Sono solo una bambina ma so che siamo tutti una famiglia di 5 miliardi di persone, 30 milioni di specie, e nessun governo, nessuna frontiera potrà cambiare questa realtà. I genitori dovrebbero dirci: va tutto bene, non è la fine del mondo. Ma non credo che voi possiate farlo».
«State decidendo in quale mondo dovremo vivere»
Il mondo restò in silenzio per cinque lunghi minuti. Poi riprese a ignorare il problema. In ventisette anni Severn non ha mai rinunciato alla sua battaglia e molto di quel poco che è stato fatto lo dobbiamo all’emozione che suscitò e al lavoro di tanti altri come lei.
Una nuova generazione si alza oggi ripetendo le stesse parole: Greta Thunberg è forse la più famosa di un nutrito gruppo di giovanissimi pronti a lavorare sodo per salvare il loro e il nostro futuro.
Greta Thunberg e la nuova generazione
Miriam è un’attivista di 16 anni in Italia, come Leah in Uganda e Saoi Ó Connor in Irlanda; Fionn Ferreira, 16 anni, ha sviluppato il ferrofluido, Haziq Kazi a 12 anni ha progettato una nave per pulire i fiumi e sta raccogliendo fondi dopo aver partecipato a TED, come le sorelle Amy ed Ella Meek di Nottingham con il loro Kids against Plastic. Le risposte inefficaci che le vecchie generazioni danno a tutti loro, i nostri figli, sono il segno evidente di un fallimento, il peggiore mai vissuto dal genere umano.
Segui Videodrome su Instagram.