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La battaglia dei riders

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Chi vive in una grande città, probabilmente è abituato, chi vive in provincia, con stupore, comincia a porsi qualche domanda. Indipendentemente da dove ti trovi, resta impossibile non notarli: scooter con baule o bicicletta e zaino, pettorina gialla (Glovo), rosa (Foodora), verde (UberEat) o azzurra (Deliveroo), ma poco cambia: la vita dei riders, indipendentemente dal colore del loro datore di lavoro, non è così semplice. Si chiama gig-economy, ma altro non è che l'ennesima maschera che il sistema economico post-capitalista usa per mimetizzarsi. Perché trovare un lavoro fisso, lungo e noioso nell'arco della giornata, quando puoi guadagnare senza vincoli e senza padroni, semplicemente con uno smartphone in mano e una bicicletta tra le gambe? O meglio ancora, perché piegarsi alle logiche antiquate del lavoro, quando puoi scegliere da solo come e quando lavorare? Nel cuore della gig-economy c'è un problema: il lavoro, concepito com'è stato sino a ieri, è un’idea antiquata, retaggio del secolo scorso, al quale però si offre una soluzione non sufficiente.

Indipendentemente da dove ti trovi, è impossibile non notarli: bici o scooter, sempre, legato indissolubilmente a loro, ci sarà un baule a forma di cubo

La vita tipo di un rider dovrebbe essere perfetta. La mattina all'università, il pomeriggio quattro chiacchiere con gli amici e la sera, a discrezione, un paio di consegne per racimolare qualche soldo in più. La realtà, però, non è così rilassata. Glovo, per esempio, usa un sistema di valutazione basato su fattori quali disponibilità, velocità di consegna e "stelline" date dai clienti. Chi è in cima al rating, accede per primo alla funzione "calendario" dell'app di Glovo, così può, in anticipo sulla concorrenza, decidere che disponibilità dare, ricevere per primo le ordinazioni e, quindi, lavorare di più. Come detto però, il prezzo da pagare è alto. Perché basta saltare un giorno per scivolare in fondo alla graduatoria. Basta una buca, una macchina o chissà cos'altro, ed ecco che la tua corsa perdifiato con la bicicletta, sfidando le regole della strada, in favore di quelle del mercato, si trasforma in un viaggio gratuito in ospedale o peggio (nelle ultime settimane in Europa ci sono stati altri tre decessi). Tanto c'è l'assicurazione. Sì, ti piacerebbe. Fa lo stesso, con quello che si guadagna. Sì, ti piacerebbe.

Esiste ancora un lavoro per i giovani italiani?

Questo tipo di lavoro, che sembra confezionato per la classe media, in realtà si è rivelato essere l'ennesima occasione di sfruttamento. Da Milano Centrale, con l'ultimo treno disponibile per la Brianza, si può viaggiare in compagnia di tutti i riders extracomunitari che rincasano nei centri di accoglienza del monzese, dopo dodici ore di pedalate furiose per la città. Il tutto per 4 euro a consegna da Foodora e Deliveroo, 2 euro (più 70 centesimi al chilometro) per Glovo. Il potenziale di guadagno potrebbe anche esserci, se, ovviamente, non ti permetti neanche un raffreddore. Fortunatamente, la politica esiste per appianare queste ingiustizie, come ha brillantemente dimostrato il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Fin dalla campagna elettorale, ma ancor più da quando è al governo, il Ministro e il suo Movimento si sono espressi in materia. I cambiamenti auspicati però, hanno trovato lo scoglio dei tempi di attesa - lunghi - della politica italiana. Da una bozza di decreto legge promosso nel giugno del 2018 al nulla di fatto, il passo è breve, sperando che, nel frattempo, non ci si scordi del problema.

Basta una buca, una macchina o chissà cos’altro, ed ecco che la tua corsa perdifiato con la bicicletta si trasforma in un viaggio gratuito in ospedale

Per fortuna che c'è l'Europa. In parte, il Parlamento europeo ha svolto il suo compito: con la direttiva firmata lo scorso aprile, si sono posti alcuni vincoli, significativi, ma non ancora definitivi. Dall'Europa si chiede, innanzitutto, maggior chiarezza da parte dei datori di lavoro sulle modalità del lavoro stesso. Inoltre, viene richiesto un minimo garantito anche in caso di disdetta della prestazione all'ultimo minuto, oltreché la garanzia di formare i dipendenti a spese dell'azienda. La normativa, che coinvolge chiunque lavori più di dodici ore al mese, tocca i punti minimi, lasciandone però scoperti altri. Quali, appunto, assicurazioni antinfortunistica e un minimo sindacale in caso di scarsa domanda. Non è inusuale infatti, per un rider, passare qualche ora in allerta in attesa di una consegna.

Il lavoro del Rider si è trasformato in un
Il lavoro del Rider si è trasformato in un'altra occasione di sfruttamento

Che il mercato del lavoro della gig-economy abbia del potenziale è sotto gli occhi di tutti. Amazon ha investito 575 milioni di dollari in Deliveroo, con l'obiettivo di migliorare sia l'apporto tecnologico del servizio sia, inoltre, le condizioni dei suoi lavoratori. Così, mentre il primo di maggio i riders italiani sono scesi in piazza a protestare e a Bologna si è fondato il primo gruppo sindacale di categoria (Riders Union), il food delivery sta espandendo la sua portata, attirando le attenzioni di altri colossi. Qualunque sia la strada imboccata, il tempo della deriva può ancora essere sventato: con un pizzico di fretta in più, dietro i banchi del potere si ha la possibilità di decidere le sorti di una grande idea gestita, finora, in modo poco equo.

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