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Piccole donne, il manifesto femminista al cinema

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«Da ragazza volevo essere Jo March, ora voglio essere Louisa May Alcott»: le parole di Greta Gerwig, regista e adattatrice per lo schermo del classico della scrittrice americana, Piccole donne, esprimono l’attualità di questo libro e il suo ruolo nella formazione di milioni di giovani. Il film, uscito in Italia il 9 gennaio, ha un cast stellare:


  • Saoirse Ronan: Josephine "Jo" March
  • Emma Watson: Margaret "Meg" March
  • Florence Pugh: Amy March
  • Eliza Scanlen: Elizabeth "Beth" March
  • Laura Dern: Marmee March
  • Timothée Chalamet: Theodore "Laurie" Laurence
  • Meryl Streep: zia March
  • Tracy Letts: sig. Dashwood
  • James Norton: John Brooke
  • Bob Odenkirk: sig. March

Il film ha già iniziato la sua corsa agli Oscar 2019: un vero tocco magico, quello della Gerwig, già candidata per Lady Bird.

Piccole donne, ieri come oggi

Il film promette e riesce nell’intento di eguagliare i suoi adattamenti precedenti: soprattutto quello del 1994 con Winona Rider. La Gerwig sovrappone spesso i piani temporali in cui sono ambientate le vicende del libro, con l’intento di mostrare l’evoluzione dei personaggi. Una scelta stilistica che crea una forte empatia con il pubblico: è impossibile non immedesimarsi nell’ansia di vivere e realizzarsi di Jo, nel romanticismo di Meg, nella passione di Amy e nella dolcezza di Beth.

Piccole donne con Saoirse Ronan ed Emma Watson
Piccole donne con Saoirse Ronan ed Emma Watson

Pur essendo un film fortemente sbilanciato verso il punto di vista di Jo (come il libro della Alcott, d’altronde), le sorelle sono tratteggiate con cura dalle loro interpreti. Si poteva osare di più in fase di scrittura, “ripulendo” la sceneggiatura da alcuni patetismi nei dialoghi, sicuramente mutuati da un romanzo che ha ormai più di 150 anni. Il film calca la mano sul tema dell’empowerment femminile, strizzando l’occhio alle giovani generazioni: e nonostante i buoni sentimenti non siano più di moda, le ragazze di oggi vogliono ancora le stesse cose delle sorelle March.

Louisa May Alcott, non una piccola donna

Louisa May Alcott non voleva scrivere Piccole donne: la povertà e l’insistenza del padre, intellettuale mai arricchitosi, la spinsero ad accettare la richiesta del suo editore di scrivere un romanzo per ragazze. D’altronde, lei era la nemesi perfetta delle sorelle March: per niente interessata a scrivere storie moraliste, come la sua eroina Jo, amava i racconti horror di Poe e scriveva (sotto pseudonimo) di ragazze che, come lei, bevevano e fumavano oppio. Piccole donne è “solo” il romanzo della riscatta economica, o forse Louisa ha tentato di riabilitare se stessa attraverso quelle brave ragazze?

Louisa May Alcott autrice di Piccole donne
Louisa May Alcott autrice di Piccole donne

Trattandosi di una fervente femminista, è improbabile che si curasse tanto del parere altrui da espiare attraverso i suoi personaggi la “colpa” di essere una donna libera. Ciò che emerge dalla trama di Piccole donne non è solo perseguire le proprie ambizioni e realizzare la propria natura: ma soprattutto non pensare che queste cose valgano il sacrificio dell’amore. Bisogna coltivarle insieme a esso, perché amare è altrettanto importante che essere amati. La lezione che apprende Jo vale anche per i ragazzi di oggi, divisi tra carriera, sentimenti, ambizioni e serenità economica. Una lezione che dura una vita, come quella delle protagoniste che seguiamo attraverso quattro romanzi, fino alla generazione successiva di Piccoli uomini e I ragazzi di Jo che studieranno alla scuola fondata da Jo March.

Piccole donne: manifesto femminista?

Tutti possono imparare da Piccole donne: non solo ragazzi, ma anche adulti. E non solo donne, ma anche uomini: e invece, siamo sicuri, al cinema i maschi saranno la minoranza. «Le ragazze leggono Moby Dick, perché i ragazzi non leggono la Alcott?» si chiede Greta Gerwig. Ancora oggi si crede che il femminismo sia una faccenda che deve interessare solo alle donne: e in questo modo libri e film considerati “di genere” vengono esclusi dal bagaglio culturale di una parte della società.

Greta Gerwig regista di Piccole donne e Lady Bird
Greta Gerwig regista di Piccole donne e Lady Bird

Con il risultato di inasprire le differenze e i conflitti di genere: come può un uomo amare una donna, se non ne conosce i più intimi desideri e ambizioni? E non c’è bisogno di scegliere a quale sorella March ci si sente più legati: forse, alle eroine troppo perfette di un romanzo, è meglio scegliere l’imperfetta ma vera Louisa May Alcott.

Tutti i libri della saga di Piccole donne


  • Piccole donne (1868)
  • Piccole donne crescono (1869)
  • Piccoli uomini (1871)
  • I ragazzi di Jo (1886)
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