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Due persone sono guarite dall'HIV
Si è scrollato l’HIV di dosso come ci si scuote da un po’ di polvere finita sul cappotto buono: Timothy Ray Brown, “il paziente berlinese”, come lo definiscono gli studiosi è stato il primo caso di guarigione dal virus che provoca l’Aids. Solo un altro episodio è stato registrato a Londra nel 2019, anche se è ancora presto per dichiarare il paziente completamente guarito. Per gli scienziati resta, però, ancora un enigma come Brown sia riuscito a liberarsi dall’HIV, mentre il caso londinese conferma che non si è trattata di un’eccezione.
La storia di Timothy Brown
Brown contrae l’HIV nel 1995, mentre studia a Berlino. Si cura con i classici farmaci antiretrovirali (ARV), fino al 2006, quando si ammala di una leucemia mieloide acuta. Dopo il fallimento della chemioterapia, Brown si sottopone a due trapianti di midollo osseo, effettuato da un team di medici guidati dall’oncologo Gero Hütter, e sospende la cura con gli ARV. Ma, sorpresa, i livelli di HIV, invece, di salire alle stelle non tisultano più rilevabili e Brown viene dichiarato completamente guarito. Nei 7 anni successivi, i ricercatori hanno trovato, infatti, solo tracce del materiale genetico virale, nessuna delle quali può replicarsi.
I fattori che hanno portato alla guarigione sono molteplici e possono aver lavorato singolarmente o in combinazione tra di loro. Tra questi, un processo noto con il nome di condizionamento e che prevede la distruzione del sistema immunitario con la chemioterapia e l’irradiazione in vista del trapianto di midollo osseo, che, nel caso di Brown, proveniva da un donatore con una rara mutazione di un gene usato dal virus per entrare nelle cellule da infettare. Un’altra possibilità è che il suo nuovo sistema immunitario abbia, invece, attaccato i resti di quello vecchio, un processo noto come innesto.
Il caso londinese
Il paziente di Londra ha avuto il merito di dimostrare al mondo che quanto accaduto a Timothy Brown non è una semplice eccezione. Ravindra Gupta dell’University College ha sottolineato a Repubblica che «Avere raggiunto di nuovo la remissione del virus dimostra che il caso del “paziente di Berlino” non è un’anomalia: nei due soggetti è stato usato lo stesso approccio, che si conferma efficace per l’eliminazione dell’Hiv». Negli anni lo stesso trattamento di Brown era stato riservato ad altri pazienti ma senza successo.
«A questo punto dobbiamo capire se sia possibile, con la terapia genica, (cioè trasferendo il DNA da una cellula sana a una malata, ndr) “silenziare” il recettore CCR5 (una proteina usata dal virus per entrare nelle cellule da infettare, ndr) nelle persone con HIV». Fino a questo momento anche gli esperimenti sulle scimmie avevano dato risultati negativi. Il virus era infatti rimbalzato negli organismi degli animali. Ma il caso di Londra apre a nuovi scenari e alla possibilità di una cura per contro l’HIV.
I malati di AIDS nel mondo
Le persone affette da AIDS sono circa 37 milioni. Una pandemia che dai primi anni ‘80 a oggi ha fatto oltre 35 milioni di morti. Gupta spiega che «Per adesso il solo modo per curare le persone con HIV è la somministrazione per tutta la vita di terapie che sopprimono il virus e questa è una grande sfida, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.»
«È urgente trovare un modo per eliminare definitivamente il virus, ma non si tratta di un obiettivo semplice, perché l’HIV ha la capacità di replicarsi sfruttando i globuli bianchi dell’organismo che ha colpito». Dando luogo nel 41% dei casi alla sindrome da immunodeficienza acquisita. La prevenzione, quindi, rimane il miglior alleato in una guerra in cui non ci sono prigionieri.
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