Perché la Russia uscirà dal Consiglio d’Europa

La Russia ha annunciato che si ritirerà dal Consiglio d'Europa, da cui era stata sospesa dopo l’attacco dell’Ucraina. Il ministero degli Esteri russo ha affermato che la decisione è stata presa perché i «Paesi dell’Unione Europea e della Nato, ostili alla Russia, continuano la linea di distruzione dello spazio giuridico e umanitario comune in Europa». La Russia «non parteciperà alla trasformazione della più antica organizzazione europea in un’altra piattaforma che invoca la superiorità occidentale».

Il Consiglio d’Europa è nato il 5 maggio del 1949. Costituito con il Trattato di Londra per evitare che le atrocità della Seconda guerra mondiale si ripetessero, il Consiglio d’Europa rappresenta la principale organizzazione di difesa dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in Europa. Agisce tramite la stipula di accordi e convenzioni tra Stati ed è un organo estraneo all’Unione Europea. Il fiore all’occhiello del Consiglio d’Europa è la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), a cui aderiscono tutti i 47 Stati membri del Consiglio, di cui 27 sono membri dell’Unione Europea, e che ha tra le sue finalità quella di essere l’ispiratrice di un modello politico e democratico nei Paesi dell’Europa post-comunista. Nel 1989 gli è stato riconosciuto lo status di osservatore dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’uscita della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa potrebbe non consentire ai russi di presentare ricorsi alla Corte europea dei diritti umani. Secondo il “Moscow Times”, inoltre, il ritiro della Russia pone interrogativi sul futuro della pena di morte nel Paese: la Russia non esegue pene capitali dal 1996, anche se sono state mantenute nel codice. In effetti, il Consiglio d’Europalo vieta e la Russia, essendo membro, ha dovuto attenersi alle regole previste dal regolamento dell’organizzazione. Adesso, però, è possibile che il Paese faccia un passo indietro.

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