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Un Incel e Redpill si confessa: «Non facevo sesso e incolpavo le donne»
Un anno fa buttavo giù la redpill, la pillola rossa, che svelerebbe la realtà per quella che è, mettendo da parte tutto quello che mi era stato insegnato sui rapporti uomo-donna e approdando sul forum degli incel, gli involuntary celibate. In poche parole, si tratterebbe di uomini condannati al celibato dalle dure regole sociali e dal «nazifemminismo imperante», che avrebbe dato vita a una vera e propria dittatura delle donne, con tanto di dati scientifici distorti a supporto di queste tesi sparsi per forumfree e Reddit. Insomma, luoghi ai margini di Internet dove si fa propaganda misogina - e misandrica - da cui è difficile uscire. Anche se qualcuno ci è riuscito. E ci ha raccontato la sua storia.
Memorie di un incel redpillato pentito
Francesco ha 25 anni e, per un periodo, alla ‘pillola blu’, con le sue rassicuranti verità, ha preferito la redpill, la ‘pillola rossa’, che mostrerebbe la brutale realtà dei rapporti uomo-donne. Secondo i redpillati, le relazioni sono sbilanciate a favore del sesso femminile, tra ipergamia - cioè la tendenza delle donne a essere molto selettive in fatto di partner - e leggi basate sulla LMS, letteralmente “look, money, status”, i tre fattori più importanti per attrarre una ragazza. Ex incel, si è avvicinato alla teoria redpill solo qualche anno fa, per poi abbandonarla senza troppi rimpianti. «Avevo compiuto da poco 19 anni e come molte persone mi ritrovavo privo di un partner con cui passare il tempo. Ero circondato da coetanei che di ragazze ne cambiavano una a settimana oppure erano fidanzati da tempo. Vuoi per l’educazione ricevuta, che mi voleva appaiato con qualcuno fin dai sedici anni, vuoi per i miei problemi di ansia, che si sono messi in mezzo, sentivo il disperato bisogno di una ragazza, non tanto per un bisogno affettivo quanto per un bisogno sessuale. Insomma, tutti facevano sesso e io no». E così Francesco comincia ad avvicinarsi alla teoria redpill e al mondo degli incel. «Ne parlavo con gli altri single come me. In questi gruppi c’era sempre un “nonno” che arrivava con la potenza dei suoi 30 anni a spiegarci che dovevamo cambiare radicalmente la nostra visione dei rapporti uomo-donna. Il discorso era sempre il solito: “Le donne sono delle cacciatrici di soldi, fama e stato sociale, a loro non interessa se siete dei bravi ragazzi, a loro interessa solo che possiate pagare la cena, che abbiate la macchina costosa, che facciate i like sui social. Per le donne non siete un compagno ma un trofeo da esibire”. Allo stesso modo noi le dovevamo trattare come carne da sfruttare quando ci conveniva. Finché si parlava di maschi alpha o beta ci potevo credere, era facile, era comodo. E fintanto che ci ho creduto ho incolpato qualsiasi ragazza. È come vivere perennemente nel diario di Bridget Jones». Poi il ritorno alla normalità. «Mi sono allontanato quando ho cominciato a sentir parlare di dittatura nazifemminista, della castrazione del maschio etero, dei complotti della sinistra mondiale. Ma il colpo di grazia è arrivato quando hanno cominciato a dirmi che le donne sono solo delle bambole gonfiabili che parlano. Su incel.com addirittura si parlava di femminicidio come rivendicazione sociale. A quel punto ho capito che il problema non era il sesso femminile ma ero io. E così sono andato in terapia». Con il tempo Francesco ha realizzato che i suoi problemi erano dovuti «ad ansia e autostima e all’essere cresciuto in una società in cui i maschi non vengono invogliati a parlare dei propri sentimenti tra loro». «Con questo non voglio dire che il fenomeno incel sia figlio della società, ma c’è comunque una componente educativa fortemente patriarcale. Ai maschi viene inculcato che sono loro i capofamiglia, dove a tante ore di lavoro corrispondono devozione e obbedienza. Ho scelto di essere incel e poi ho scelto di non esserlo più: gli incel sono persone che scelgono di credere a un modo di vivere e trattare il prossimo che ha alla base l’odio. Nel corso degli anni ho cercato di salvarne altri, ma mi scontro con il fatto che per loro è più facile essere così, piuttosto che migliorare qualcosa di se stessi».
L’universo incel
Il mondo dei celibi involontari è più variegato di quanto si pensi e i suoi confini sono definiti dalle interazioni sessuali e all'aspetto fisico. Ci sono i virgin, coloro che non hanno mai avuto rapporti sessuali - e chi li ha avuti spesso dichiara di essersi rivolto a prostitute -, i kissless-virgin, quelli che non hanno mai avuto rapporti sessuali e non hanno mai baciato, e addirittura gli hugless-kissless-virgin, che non hanno mai avuto rapporti sessuali, non hanno mai baciato e nemmeno abbracciato una potenziale partner. Ci sono poi i Mike Mewers, che studiano da anni le pubblicazioni dell’ortodontista britannico Mike Mew sulle plastiche alla mandibola in grado di accentuarne la linea, visto come simbolo di virilità, anche tramite metodi radicali e dolorosi e i Wristcel (“polso” più suffisso “cel” di Incel) che soffrono perché hanno i polsi troppo sottili, e se li misurano continuamente guardando tabelle fino all’ossessione. Ossessione che spesso si trasforma in odio verso le donne e gli altri uomini. E da odio in azione, come già accaduto all’estero con il caso di Alek Minassian, lo stragista di Toronto o Elliot Rodger, il 22enne che nel 2014 uccise sei persone vicino al suo campus universitario a Santa Barbara, per poi suicidarsi in macchina. E in Italia? Solo pochi giorni fa, nel savonese è stato arrestato un 22enne che predicava l’ideologia incel e il suprematismo di estrema destra. Segno che il braccio armato della redpill è vivo e vegeto pure nel Belpaese.
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