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MDMA, la riduzione del danno può essere fondamentale

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In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi dal Dipartimento per le Politiche Antidroghe della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il mercato delle sostanze stupefacenti determina un giro d’affari che vale 16,2 miliardi di euro. Cocaina, cannabis ed eroina sono le sostanze più diffuse (da sole valgono 14,5 miliardi del mercato). Una fetta che vale 1,7 miliardi di euro è però rappresentata da sostanze che il dipartimento definisce “altre”: tra queste ecstasy, LSD e anfetamine. Per queste tre sostanze gli ultimi dati parlano di 600mila consumatori. E, anche se può sembrare una porzione minoritaria, per evitare casi tragici (come quello recente di un quattordicenne ricoverato dopo aver consumato MDMA) può risultare decisivo elaborare strategie di riduzione del danno prodotto dall’MDMA, con l’aiuto di un esperto.

MDMA: ricoveri, incidenza e comunità terapeutiche

Secondo il sito GeoOverdose, che fornisce un quadro chiaro e geolocalizzato, nel 2021 si è registrato un caso di ricovero in seguito al consumo di MDMA, nelle Marche. Si trattava di un quattordicenne. Fra le sostanze stupefacenti stimolanti incluse nel rapporto del Dipartimento per le Politiche Antidroghe sono comprese amfetamine, ecstasy, GHB, MD e MDMA. Ad aver utilizzato almeno una di queste sostanze nel corso della vita è stato l’1,9% degli studenti di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Secondo il rapporto solo lo 0,6% dell’utenza delle comunità terapeutiche residenziali e semi-residenziali italiane è legato a dipendenze da anfetamine, metanfetamine, MDMA o altre sostanze. Ma come si può cercare di ridurre il danno prodotto dall’MDMA? Lo abbiamo chiesto a Sara Contanessi, operatrice del Centro Java, che favorisce la diffusioni di informazioni corrette sulle droghe e lavora - all’interno della cooperativa sociale CAT di Firenze - per monitorare e studiare la circolazione delle sostanze.

Gli effetti dell’MDMA

«L'MDMA è una sostanza che fa parte delle cosiddette party drugs ed è utilizzata in contesti di divertimento. Abbassa l’inibizione e ha effetti indesiderati importanti. Si tratta di una sostanza anoressizzante, non fa sentire fame e stanchezza e sete ma aumenta tantissimo la temperatura corporea», spiega Sara. «Noi distribuiamo acqua, caramelle e gomme da masticare. Uno degli effetti dell’MDMA è l’irrigidimento mascellare con quello che in gergo viene chiamato lo smascellamento. Quindi masticare riduce il rischio di ferite e sanguinamento sia alla bocca che alla lingua».

«Il giorno dopo il consumo di MDMA è molto faticoso. La discesa della sostanza (chiamata “down”) porta un umore depresso, una forte apatia. Ci vogliono circa sei mesi per andare a ricreare il quantitativo di serotonina che abbiamo utilizzato nel corso della nottata di divertimento. Per questo sarebbe importante non assumere MDMA più di una volta ogni sei mesi».

I consigli per la riduzione del danno da MDMA

  • Portare con se molta acqua;
  • Prendere delle pause, anche se si sta ballando, ogni ora o 90 minuti. Riposarsi;
  • Non bere alcool: ha un forte effetto disidratante sull’organismo;
  • Il giorno dopo ci sarà il down: bere tanta acqua, accompagnata da vitamine e magnesio;
  • Non consumare mai MDMA da soli ma circondati da amici, in un ambiente in cui ci si sente protetti;
  • Iniziare sempre da un quarto di dosaggio e aspettare del tempo, perché spesso gli effetti dell’MDMA possono arrivare anche un’ora dopo il consumo. Non bisogna avere fretta;
Consumo consapevole: l'MDMA

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