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Insetti e carne sintetica: ecco cosa mangeremo nel futuro
Insetti e carne stampata: non è pura futurologia, ma il cibo sulle nostre tavole tra venti-trent’anni, quando, secondo le stime di The Lancet, saremo 2 miliardi in più sulla Terra. Senza contare che, come ricordano a VD Giulia Maffei e Giulia Tacchini dell’associazione Entonote, “inconsapevolmente noi gli insetti noi li mangiamo già”. Non solo. Il cibo del vicino futuro guarderà a etica e salute, come già la dieta vegetariana e vegana, ma spingendosi avanti nel progresso tecnologico attraverso la sua ingegnerizzazione e il suo editing genetico.
Gli insetti, nostri alleati per salvare il pianeta
«Inconsapevolmente consumiamo già circa mezzo chilo l’anno di insetti», ricordano a VD Giulia Maffei e Giulia Tacchini dell’associazione Entonote, fondata a Milano nel 2015, che promuove l’entomofagia, una dieta basata sugli insetti. Sono nelle passate di pomodoro ad esempio, o nell’insalata. Quindi niente di strano per il nostro stomaco, ma una rivoluzione per il pianeta. Leah Bessa della start-up sudafricana Gourmet Grubb, non crede, però, «che dovremmo aspettarci che un cibo risolva le cose», dice. «Il problema con il nostro sistema agricolo è che non abbiamo abbastanza diversità per soddisfare i diversi climi e paesaggi. La cosa fantastica degli insetti è che puoi allevarli ovunque, in qualsiasi ambiente. Non distruggono la terra, puoi coltivarli sui sottoprodotti dell'industria alimentare e sono pieni di sostanze nutritive».
Ma avverte: «Ci sono voluti decenni al movimento alimentare a base vegetale per arrivare dove si trova ora», dice. «Se gli insetti possono fare lo stesso, sarà una grande vittoria». E in Europa? Il 3 maggio 2021 la Commissione europea, attraverso il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, ha dato il via libera alla commercializzazione della larva di tarma della farina come alimento: è la prima approvazione formale alla vendita e al consumo di un insetto come cibo nell’Unione Europea. E un primo passo verso il futuro. Giulia e Giulia hanno deciso di spiegare in video a VD come preparare un piatto a base di insetti: le polpette.
Come preparare le polpette di insetti
La carne del futuro è già qui
Il futuro, come in parte il presente, sarà l’era della carne per tutti e a poco prezzo, che non passa per gli allevamenti. Una scelta etica verso il pianeta e verso gli animali. Perché, per esempio, l’allevamento delle mucche è responsabile di circa il 18% delle emissioni di gas serra globali, percentuale che sale notevolmente se si prendono in considerazione anche gli allevamenti di maiali, polli e pesci. Tanto che c’è già chi, come l’Argentina, ha vietato gli allevamenti di salmone nei recinti a rete aperta perché dannosi per l’ambiente e l’economia. Ma la ricerca scientifica ha già fatto dei passi in avanti in merito per sostituire - sinteticamente - la carne. E, secondo un articolo del Sole 24 ore, il settore delle carni sintetiche sta già attirando l’attenzione degli investitori, per un giro d’affari che sarà da 25 miliardi di dollari entro il 2030.
Per produrre hamburger e filetti che abbiano stesso odore, stesso gusto e stessa consistenza di quelli naturali sono adoperate varie tecnologie: dall’estrusione alla stampa 3D, dall’utilizzo di proteine vegetali alla coltivazione in laboratorio di cellule animali. Si parla infatti di “carne coltivata”. Secondo gli esperti del think thank McKinsey, società internazionale di consulenza manageriale, più ancora che le preoccupazioni di natura filosofica, è il costo lo scoglio più grande. Ma secondo gli analisti, entro il 2030, la carne sintetica costerà quanto quella naturale. E la ricaduta occupazionale? Niente paura, l’indotto delle carni sintetiche occuperebbe lo stesso numero di persone che sono attualmente occupate negli allevamenti. Senza contare tutta la filiera.
I rischi e i dubbi legati alla carne sintetica
Non è tutto oro quello che luccica. Secondo gli scienziati della Oxford Martin School, infatti, la carne prodotta in laboratorio potrebbe addirittura andare a peggiorare la crisi climatica. Il tutto dipende da come viene ottenuta l'energia per produrre la carne sintetica. Le emissioni dei laboratori sono legate, infatti, alla produzione di energia che è quasi interamente costituita da anidride carbonica, che persiste nell'atmosfera per centinaia di anni, a differenza del metano prodotto dagli allevamenti, che ha una vita in atmosfera di 12 anni. Come afferma il coautore dello studio, il professor Raymond Pierrehumbert, «ciò significa che l'impatto del metano sul riscaldamento globale a lungo termine non è cumulativo ed è fortemente influenzato se le emissioni aumentano o diminuiscono nel tempo». Senza contare che, come ricordano Sghaier Chiki e Jean Francois Hocquette in un articolo su Frontiers in Nutrition, sono ancora sconosciuti gli effetti della carne sintetica sulla salute umana.
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