VD Logo
VD Search   VD Menu

famiglia

In Italia, la maternità surrogata è reato. Ma per molti è l'unica strada per diventare genitori

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su WhatsApp

Solo pochi giorni fa, il Portogallo ha aperto alla maternità surrogata, aggiungendosi alla lista dei Paesi europei che consentono il ricorso a questa tipologia di procreazione medicalmente assistita. In Italia, invece, la gravidanza per altri, chiamata con il termine spregiativo “utero in affitto”, è ancora reato. Ma per molte persone è una delle poche strade percorribili per diventare genitore. «Sono nata senza utero», racconta Maria Sole Giardini a VD. «La gravidanza solidale rappresenta per me una delle possibilità per diventare mamma». Intanto, un disegno di legge sul tema, nato dal lavoro dell’associazione Luca Coscioni e Certi Diritti, è approdato in Parlamento lo scorso aprile. Il dibattito, però, resta fermo.

La maternità surrogata come cura

Maria Sole è affetta dalla sindrome Rokitansky e per questo non può avere figli. «Non ho l’utero», spiega. «E non ho mai avuto il ciclo. L’ho aspettato, ero preparata. Avevo già comprato tutti gli assorbenti. Ma non ho mai avuto una goccia di sangue». La gravidanza per altri, quindi, rappresenta per Maria Sole una cura per la sterilità. «La gravidanza solidale non è altro che una tecnica medica che aiuta a risolvere un problema di infertilità. Oltre a essere un bellissimo gesto», dice. E così, insieme all’associazione Luca Coscioni, ha lanciato un appello. «Volevo trovare una donna, che fosse stata già madre, che senza passaggio di denaro, quindi altruisticamente, aiutasse me e mio marito a diventare genitori. Alla nostra richiesta hanno risposto in tante».

Maria Sole si è presentata in tribunale a dicembre del 2020, con una delle donne che aveva accolto il suo appello. «Volevamo che la gravidanza per altri avvenisse alla luce del sole, nella piena legalità», racconta. «Una legge in materia potrebbe aiutare molte persone, non solo le donne con la mia sindrome, ma anche le donne che hanno perso l’utero per un cancro, che soffrono di endometriosi o che si sono sottoposte a tantissimi tentativi di fecondazione assistita che sono poi falliti. E può aiutare anche tanti uomini a costruire la propria famiglia».

L’adozione come strada alternativa

Ma la strada della maternità surrogata non è stata l’unica percorsa da Maria Sole e suo marito, che hanno tentato anche quella dell’adozione. «In Italia ci sono due tipi di adozione: la nazionale, che è gratuita, e l’internazionale, che è a pagamento e ha un costo che va dai 30mila ai 50mila euro a seconda del Paese», spiega. «Nell’immaginario collettivo si pensa che in Italia ci siano centinaia di bambini negli orfanotrofi che aspettano solo famiglie che li adottino. In realtà non è così: sono rarissimi i bambini in stato di abbandono». Tanto che, come dice Maria Sole, solo una coppia su 30 riesce ad avere un’adozione nazionale. «Io e mio marito abbiamo fatto domanda, sono due anni che siamo in attesa, ma non siamo stati ancora chiamati da nessuno».

Maria Sole, nonostante la malattia, ha sempre immaginato la sua vita con un figlio. «Quando ho scoperto di essere affetta dalla sindrome di Rokitansky, mi sono resa conto che i medici non sapevano darmi risposte. E così ho studiato e ho scoperto che in realtà la scienza le risposte ce le aveva», racconta. «Era l’Italia a essere ancora troppo indietro su alcuni temi, come la gravidanza solidale, che potevano rappresentare una soluzione. Per questo non capisco perché dovrei vietarmi di far nascere mio figlio nel modo in cui io e mio marito riteniamo giusto fare».

La maternità surrogata in Europa

Se si guarda all’Europa fisica e non comunitaria, la maternità surrogata è consentita in Paesi come Ucraina, Portogallo, Grecia, Russia e Regno Unito, anche se con qualche diversità: si va dalla modalità “altruistica”, vale a dire permessa solo a titolo gratuito, a quella “commerciale”, dove si può pagare una madre surrogata per il suo servizio. In particolare, i casi in cui la gravidanza per altri è aperta anche agli stranieri sono piuttosto rari e quasi sempre si fa riferimento solo ed esclusivamente a coppie eterosessuali. In altri Paesi, invece, come Belgio o Repubblica Ceca, la legislazione sul tema non è del tutto assente.

In Italia la maternità surrogata è vietata dalla legge n.40 del 2004. «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro», recita la legge. «Come associazione Luca Coscioni abbiamo presentato un testo di legge sul tema», spiega Filomena Gallo, segretaria dell’associazione e avvocato. «È un testo di legge che prevede la gravidanza per altri solidale, con la garanzia del rispetto dei diritti per tutti i soggetti coinvolti, in primis del nascituro. In questo modo si possono evitare forme di illegalità».

Il testo di legge sulla gravidanza solidale presenta anche un altro importante aspetto. «Non a caso, parla di “persone”, in modo da eliminare ogni forma di discriminazione nell’accesso a questi trattamenti. Se vuoi provare ad avere un bambino naturalmente non ci sono problemi, ma se ricorri all’aiuto della scienza tutti si sentono autorizzati a commentare la tua scelta», sottolinea Gallo. Ma nel nostro Paese è ancora difficile parlare di gravidanza per altri. «Un grande contributo viene dato dalle notizie false che vengono diffuse sul tema, che fanno leva sull’immaginario, attingendo più ai gialli che si vedono in televisione che alla realtà», dice. «Per questo è importante che le storie delle persone vengano conosciute da tutti: è più facile cancellare i diritti che abbiamo conquistato che aggiungerne altri».

Vulvodinia, endometriosi e fibromialgia, il dolore invisibile di milioni di donne

Segui VD su Instagram.

Topicsfamiglia  donne  diritti  italia  politica 
ARTICOLI E VIDEO