VD Logo
VD Search   VD Menu

ilva

Ilva di Taranto, arrivano le condanne: «Giustizia è fatta»

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su WhatsApp

Quanto accaduto a Taranto con l’Ilva è presunto disastro ambientale. Lo ha stabilito nella sentenza di primo grado la Corte d’Assise di Taranto, durante il processo “Ambiente Svenduto”, che vede circa mille parti civili. Un verdetto storico che rappresenta un giro di boa per la città pugliese.

La storica sentenza

Il verdetto giunge a quasi nove anni dal sequestro degli impianti dell'Ilva, ritenuti dai giudici fonte di malattia e morte, per l'alto numero di tumori che avrebbero provocato nei tarantini. Sono infatti passati cento mesi da quando, nel 25 luglio del 2012, l'inchiesta prese piede, con arresti e sigilli a cokerie e acciaierie. Oggi, la Corte d'Assise di Taranto ha condannato a 22 e 20 anni di reclusione Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell'Ilva di Taranto, nell’ambito del processo chiamato Ambiente Svenduto sull'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico, che nel frattempo è stato confiscato. Le accuse sono di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. Condannato a tre anni, invece, l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata in concorso. Secondo gli inquirenti, avrebbe, infatti, esercitato pressioni sull'allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per "ammorbidire" la posizione della stessa agenzia rispetto alle emissioni nocive prodotte dall'Ilva.

Le reazioni dei genitori tarantini

«Finalmente si è fatta giustizia, almeno in parte». A parlare a VD è Cinzia Zannelli, presidente dell’associazione “Genitori tarantini”. «Dopo essere stati schiaffeggiati da politici e industriali, siamo arrivati a questa sentenza che ha dello storico. Questo processo era veramente importante: gli anni a cui sono stati condannati gli imputati sono tanti quanto è grave il delitto. Sono condanne esemplari, che dedico alle mie amiche che non ci sono più e a mio padre, morto a soli 49 anni». Ma c’è ancora da combattere. «Siamo solo in primo grado: non ci arrendiamo». «Siamo felici e agitati», dice a VD Simona Peluso, mamma tarantina di un bambino di otto anni affetto da una malattia multi malformativa. «Adesso tutto quello che mi risuona nelle orecchie è ‘colpevole, colpevole, colpevole’. Certo, dovremo aspettare la sentenza di Roma, ma le speranze ci sono. Siamo fiduciosi». Antonella Massaro, tarantina, ha perso sua figlia di cinque per un tumore. «È stata fatta giustizia. Io ho perso tutta la mia famiglia a causa di quell’impianto. Speriamo che sia una sentenza storica. L’Ilva va chiusa e fermata».

Le voci dei cittadini contro l'ex Ilva di Taranto

Segui VD su Instagram.

ARTICOLI E VIDEO