riscaldamento globale
Il riscaldamento globale è anche una crisi dei diritti dei bambini
Il prezzo della crisi climatica sarà pagato dai bambini. Quasi tutti i 2,2 miliardi di ragazzi e ragazze del mondo sono esposti ad almeno uno degli effetti del climate change, dalle inondazioni alla tossicità dell’aria. Lo rivela un rapporto dell’Unicef, che sottolinea anche come i bambini siano più vulnerabili al cambiamento climatico rispetto agli adulti. Insomma, i più giovani non possono più perdere tempo dietro alle promesse dei leader mondiali: per loro è arrivato il momento di agire.
La crisi climatica dei bambini
Secondo il report dell’Unicef, circa un miliardo di bambini - quasi la metà dei 2,2 miliardi di bambini del mondo - vive in uno dei 33 paesi classificati come "estremamente ad alto-rischio". Questi bambini affrontano una combinazione mortale di esposizione a molteplici shock climatici e ambientali e presentano un'elevata vulnerabilità, dovuta a servizi essenziali inadeguati, come accesso all’acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza sanitaria e istruzione. Ma le cifre sono destinate a crescere, proporzionalmente con l'accelerazione degli impatti della crisi climatica. A correre rischi maggiori, sono i bambini della Repubblica Centrafricana, del Ciad, della Nigeria. Ma anche per i ragazzi italiani non si prospetta un futuro semplice. Il nostro Paese, infatti, è etichettato come “a rischio medio-alto” secondo l’indice Children’s Climate Risk Index (CCRI), che fornisce la prima visione completa dell'esposizione e della vulnerabilità dei bambini agli impatti del cambiamento climatico.
I numeri nel dettaglio
Due miliardi di bambini (il 90% di quelli che vivono sulla Terra) sono altamente esposti, ora, a un inquinamento dell’aria che supera i 10 microgrammi per metro cubo. Una cifra che, secondo l’Unicef, salirà nei prossimi anni, a meno di una riduzione dell’utilizzo di carburanti fossili. Circa 820 milioni (un bimbo su tre) è esposto a ondate di calore, un dato destinato a crescere. Sono 240 milioni i bambini gravemente esposti a inondazioni costiere, 400 milioni quelli esposti ai cicloni, 815 milioni esposti all’inquinamento da piombo (aria, acqua e cibo contaminato). «La crisi climatica», si legge nel rapporto, «sta creando una crisi d’acqua, una crisi nel sistema sanitario, nell’educazione. E sta minacciando la sopravvivenza stessa dei bambini. [...] I bambini dovranno farsi strada in un mondo che sarà molto più pericoloso e incerto negli anni a venire». Ciononostante deve esserci «spazio per l’ottimismo», si legge: «La situazione è tragica, ma le nostre azioni ora possono evitare sfide peggiori che i bambini dovranno affrontare in futuro».
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