voto giovani italiani
Cosa votano i giovani italiani?
Nel 2017, il Pew Research Center, accreditato think thank americano di politica estera, ha pubblicato i risultati di una ricerca volta a sondare le preferenze elettorali dei giovani europei. Dai risultati è emerso come, in linea generale, nel Vecchio Continente gli under 30 siano, in media, più progressisti rispetto alle fasce di età più avanzate.
Un dato in netta controtendenza riguardava, però, il nostro Paese: secondo le stime, gli italiani sono i giovani più conservatori d’Europa. In particolare, nei confronti di temi come diritti civili, immigrazione, fiducia nelle istituzioni europee e diritti LGBTQI, i nostri connazionali oppongono un tradizionalismo inusuale per i loro coetanei europei.
Secondo uno studio del Pew, i giovani italiani sono i più conservatori d’Europa
Analizzando i risultati delle europee dello scorso maggio, è facile comprendere come le stime del Pew non siano campate per aria: secondo i dati dell’istituto di ricerca Swg, il 38% dei nati dopo il 1997 (la cosiddetta “Generazione Z”) non ha esitato nel destinare il suo primo voto alla Lega di Matteo Salvini (non certo un luminare del progressismo), superando di ben dieci punti i millennials (i nati tra il 1980 e il 1996), in riferimento ai quali è stata registrata una percentuale del 28% (anche in questo caso, tuttavia, la Lega è stato il partito più votato).
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Il 38% dei nati dopo il 1997 e il 28% dei millennials ha votato Lega alle scorse europee
Una situazione a metà strada tra il grottesco e il tragicomico: negli ultimi cinque anni, a più riprese, la Lega ha rivendicato fieramente il medioevo, ponendosi contro la legalizzazione delle droghe leggere, demonizzando l’aborto, fomentando l’odio sociale, sfoggiando il rosario come simbolo pro-vita e patrocinando ben due Family Day e un World Congress of Families (per intenderci, l’Internazionale Bigotta che, quest’anno, si è riunita a Verona, riunendo sotto lo stesso cielo i movimenti mondiali anti-abortista, anti-femminista e anti LGBTQI). Eppure, ai nostri giovani, questo strizzare l’occhio all’oscurantismo piace, e pure tanto.
Rimane da chiedersi come mai la sinistra, che dovrebbe costituire, perlomeno in linea teorica, lo schieramento politico naturali dei giovani, non sia stata in grado di intercettare le istanze di quelli che dovrebbero rappresentare una percentuale significativa del proprio elettorato. L’etichetta che, più di frequente, è stata appiccicata al Pd negli ultimi anni è quella del partito autoreferenziale.
La retorica spicciola della Lega ha affascinato gli under 30 italiani. Nel frattempo, la sinistra era accecata dalle beghe interne
In effetti, è difficile essere in disaccordo: perennemente distratto dalle vicende interne, decostruito e ricomposto dai capricci dei capi-corrente, fautore di un’opposizione inesistente, il Partito Democratico non ha fatto molto per mostrarsi attrattivo agli occhi dei giovani. La parentesi della segreteria renziana in particolare ha cambiato il volto dei Dem, imprimendogli una svolta centrista e neoliberista più vicina alla configurazione di un partito di centrodestra.
Con l’ex sindaco di Firenze, il Pd ha iniziato a sprizzare cristianesimo sociale da tutti i pori: l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, la (non perfetta) riforma scolastica, la demonizzazione del dialogo con i sindacati e l’andare a braccetto col mondo dell’imprenditoria italiana hanno senza dubbio giocato un ruolo decisivo nell’indirizzare i giovani verso altri lidi.
Il Pd è un partito autoreferenziale: sprizza Democrazia Cristiana da tutti i pori e non è attrattivo per i giovani
Con la recente scissione interna e la conseguente creazione di Italia Viva, una sorta di UDC 2.0 in salsa renziana, la sinistra ha subito un duro colpo, ma può cogliere l’occasione per ricostituire la propria identità, recuperare i propri valori fondativi e riportare, finalmente, i giovani dalla propria parte.
Un esempio da seguire è quello dei nuovi socialisti americani che, con la loro piattaforma ecologista, egualitaria e davvero anticapitalista, negli ultimi anni hanno registrato una crescita esponenziale. Personalità come Bernie Sanders, Ocasio-Cortez stanno dimostrando al mondo che creare un new look per la sinistra è un’operazione possibile. Del resto, se il socialismo è arrivato a convincere gli elettori statunitensi, è lecito sperare in qualsiasi cosa. Anche in una sinistra italiana decente.