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Ci stupiamo di Bucha perché non conosciamo il 'Modello Grozny'

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Il ritiro delle truppe russe da Bucha ha permesso alla stampa internazionale e agli ucraini di scoprire quello che sembra un vero e proprio massacro. Decine di cadaveri (secondo fonti ucraine sarebbero più di 400) nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale. Kyiv parla di genocidio, da Mosca rispondono sostenendo si tratti di un complotto con foto manipolate. Il presidente dell'ucraina Zelensky si è rivolto alle forze russe definendole "assassini", "torturatori" e "stupratori": «Voglio che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel», ha aggiunto. Come successo dopo il bombardamento del teatro di Mariupol, alcuni osservatori hanno ricordato la guerra in Cecenia e in Siria, dove nacque e fu definito, il "Modello Grozny".

La Cecenia e il 'Modello Grozny'

Colpire i civili per spaventare la popolazione, radere al suolo l'intera città usando massicciamente l'artiglieria (da buona scuola sovietica) fu la tattica usata a Grozny (“la città più distrutta al mondo” per l’ONU). Nella capitale cecena i russi sfruttarono i lanciarazzi multipli TOS-1 armati con bombe termobariche, le armi più devastanti dopo l’atomica. L'efficacia di quell'azione distruttiva dimostrò alla Russia l’utilità di quella tattica, divenuta il “modello Grozny”. L’esperto di sicurezza russa Mark Galeotti scrisse su Foreign Policy che la Russia aveva imparato il valore strategico della brutalità in guerra in Cecenia. La stessa distruzione fu applicata, poi, dai consiglieri militari di Putin inviati a Damasco e Aleppo. La Siria confermò, agli occhi del leader russo, il “modello Grozny”.

La Siria e il caso Aleppo

Sono in molti a queste ore a ricordare il “precedente” siriano. La Russia era intervenuta nel settembre 2015 appoggiando militarmente il regime di Bashar al Assad contro i movimenti di opposizione. Nei primi mesi di intervento russo si contarono numerose vittime. L’Osservatorio siriano per i diritti umani affermò che solo tra settembre 2015 e febbraio 2016 gli attacchi aerei russi avevano provocato la morte di 1700 civili, 200 dei quali bambini. Alla fine del 2018 Airwars che monitora le segnalazioni di vittime di tutti gli attacchi aerei, aveva documentato 2.730-3.866 morti di civili (tra i quali 690-844 bambini) in Siria in circa 39.000 attacchi russi. Anche in Siria furono numerose le denunce di crimini di guerra da parte dei militari russi: furono bombardate scuole e ospedali, le tregue programmate non furono rispettate e portarono alla morte di numerosi civili.

Gli eventi di Bucha

Le immagini di Bucha, cittadini di 30mila abitanti a circa 50 kilometri da Kyiv, stanno facendo il giro del mondo. Sono immagini raccapriccianti: strade disseminate di corpi senza vita, bruciati, mutilati, con le mani legate, fosse comuni piene di cadaveri. Secondo fonti ucraine sarebbero più di 400 le vittime, i cui corpi sono stati scoperti dopo la liberazione dall’occupazione russa. Il Presidente ucraino Zelensky ha parlato di genocidio, definendo - in merito al caso Bucha - i soldati russi come “assassini, torturatori e stupratori”.

«Voglio che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel», ha aggiunto. Mosca nega, parlando di manipolazione di foto e filmati per una “provocazione ucraina”. I contributi da Bucha, però, si moltiplicano nelle ultime ore e pare difficile credere a una cospirazione di tale portata, soprattutto davanti a certe immagini. Secondo l’Ufficio per i Diritti Umani dell’Onu lo scenario solleva «serie domande su eventuali crimini di guerra e gravi violazioni del diritto umanitario internazionale».

Differenza fra crimini di guerra e crimini contro l’umanità

In questi giorni di dibattito sulle azioni russe questi due termini si sono, a volte ed erroneamente, sovrapposti. Ma qual è la differenza tra crimini di guerra e crimini contro l’umanità? I crimini di guerra di cui oggi si parla per la guerra in Ucraina sono violazioni del diritto bellico, quelle leggi (come la Convenzione di Ginevra) che regolano i conflitti in tutto il mondo e che possono coinvolgere sia i civili che i militari. Sono, dunque, reati determinabili in maniera oggettiva grazie a un sistema legale di riferimento. I diversi crimini di guerra sono elencati qui.

I crimini contro l’umanità sono, invece, forme di violenza perpetrate in maniera sistematica contro un popolo o parte di esso e che vengono, a loro volta, percepite dall’opinione pubblica internazionale come un danno contro l’intera umanità. La definizione di questi crimini ha, quindi, anche una componente soggettiva determinata dalla reazione del mondo di fronte a determinate violenze. Comunque, un articolo dello Statuto della Corte Penale Internazionale definisce un elenco preciso di questi crimini.

I crimini contro l'umanità nell’art. 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale

  • omicidio;
  • sterminio;
  • riduzione in schiavitù;
  • deportazione o trasferimento forzato della popolazione;
  • imprigionamento o altre gravi forme di privazione della libertà personale in violazione di norme fondamentali di diritto internazionale;
  • tortura;
  • stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di analoga gravità;
  • persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di propria identità, ispirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale ai sensi del paragrafo 3, o da altre ragioni universalmente riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto internazionale, collegate ad atti preveduti dalle disposizioni del presente paragrafo o a crimini di competenza della Corte;
  • sparizione forzata delle persone;
  • Apartheid;
  • altri atti inumani di analogo carattere diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale.
La Russia di Putin secondo un attivista russo

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