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Bee My Job: il riscatto delle api

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Prendete una cartina geografica e piazzatevi sopra l’Africa. Svoltate verso la costa e tuffatevi in mare. Arrivate in Italia, a nuoto o come riuscite, se ce la fate. Idealmente avete percorso il cammino fatto da innumerevoli uomini, una moltitudine non quantificabile. Ci avrete messo nemmeno un minuto, dalla vostra comfort zone, calda e accogliente; queste persone impiegano un periodo drasticamente diverso, un lasso temporale che a volte si espande diventando letteralmente eterno, perché non è detto che si arrivi alla meta prestabilita. Spesso la tragica meta è costituita dai fondali marini, le piane abissali o le dorsali mediterranee. Se invece si è fortunati, altre volte si arriva a destinazione e si prova a ricominciare da un inizio non precisato e da un luogo più o meno definito, che appare vago e indistinto agl’occhi degli intrepidi viaggiatori. Abdul di recente è arrivato in Italia dopo essere passato per il deserto, una prigionia in Libia e il mare; è un rifugiato politico senegalese, vive attualmente in Italia e, insieme ad altri rifugiati, lavora come apicoltore in un’azienda agricola piemontese.

Abdul e altri rifugiati politici hanno scelto di ripartire da un’azienda agricola piemontese

Bee My Job è un progetto dell’associazione umanitaria Cambalache, che dal 2012 promuove l’accoglienza e l’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo, offrendo assistenza linguistica, culturale, legale e sanitaria. Nell’ambito di questo progetto, tramite corsi di formazione e tirocini che si tengono nell’apiario e nell’orto urbano di Alessandria, si insegna a un gruppo di richiedenti asilo il lavoro dell’apicoltura, con l’obiettivo di permettere loro di aprire un giorno la propria azienda agricola nel pieno rispetto della natura. È il racconto di una collaborazione tra uomini e altri uomini, e tra uomini ed api; come insegna l’olandese Bernard de Mandeville ne La favola delle Api, il sistema sociale e organizzativo vigente all’interno dell’alveare è analogo a quello della nostra società civile. I destini delle api e degli uomini in fondo sono simili: lavorare instancabilmente per poter vivere, darsi delle regole, organizzare il sistema, riconoscersi in un gruppo, eleggere un capo politico, rispettare le leggi, danzare, ronzare, pungere, tornare a casa la sera, ricominciare tutto la mattina, come prima. Siamo come piccole api che ogni giorno escono dal proprio alveare e raccolgono polline e nettare di fiore in fiore.

I destini delle api e degli uomini in fondo sono simili: lavorare instancabilmente per poter vivere

Bee my Job è a anche un documentario, ideato da Francesco Panella – apicoltore e titolare dell’azienda apistica Apiari degli Speziali, nonché editorialista della rivista di apicoltura L’Apis– realizzato da Elena Brunello (produttrice e autrice del soggetto), Paolo Caselli (regista), Francesco Ferri (direttore della fotografia) e prodotto da Francesco Panella, Cambalache e dalla casa produttrice milanese Dueotto Film. Destinazioni, integrazioni, diversificazioni. Il mondo è vasto, le possibilità infinite. Idee portano altre idee, da progetti illuminati prendono vita documentari a testimoniare che piccole rivoluzioni come quelle di uno sciame d’api o di intraprendenti uomini, portano miele dolce e rigenerano il ciclo della vita.

Topicsbee  api  lavoro  apicoltura  allevamento 
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