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Baby Influencer o lavoro minorile?

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Ogni secondo che passa due bambini entrano su Internet per la prima volta, saranno 62 milioni di nuovi utenti a fine anno. Sono loro il pubblico perfetto per i tanti baby influencer, sempre più diffusi e con un audience che conta, ormai, milioni di follower e un indotto da far paura. Si parla, solo in pubblicità, di 1.7 miliardi di dollari investiti per il 2021, secondo il PWC Kids Digital Media Report.

Chi sono i baby influencer

Micro-microcelebrities, mini influencers, kids influencers o, più comunemente, baby influencers, sono le nuove star su Youtube (la piattaforma utilizzabile anche dai più piccoli, grazie a Youtube Kids e ai filtri creati appositamente dal gestore Alphabet). Parliamo di numeri enormi anche in Italia: si va dall’intrattenimento con Amelie TVIT (3,64 milioni di iscritti) ai giocattoli di Silvia & Kids (1,03 milioni di iscritti) fino alla vita di famiglia di Canale Nikita (531.000 iscritti). Certo, nessuno di loro si avvicina a Ryan’s World, 27 milioni di iscritti e un guadagno, stimato da Forbes, intorno ai 22 milioni di dollari l’anno. Ma, nonostante tutto, lavori a tempo pieno. Ed è proprio perché questi baby influencers si dedicano all’attività a tempo pieno e con un corrispettivo economico, che la Francia, già nota per aver dato ai figli la possibilità di denunciare per sharenting i genitori che ne condividano le foto senza permesso, lo ha equiparato al lavoro minorile estendendo ai baby influencer le tutele che già esistono per baby attori, dando loro conti correnti intestati bloccati fino alla maggiore età, il permesso delle autorità locali per poter lavorare e il diritto all’oblio quando saranno adulti.

Il parere di una psicologa

Alcuni psicologi infantili avvertono sui rischi di questa attività. La dott.ssa Maura Manca ha spiegato a Quotidiano Nazionale che, nel caso di un’esposizione mediatica continua «si rischia di perdere l’intimità e vivere sempre in vetrina. Sempre con la mediazione di uno smartphone. Se scarto i regali di Natale in diretta, non sto guardando negli occhi i miei genitori, ma milioni di follower. Infatti alzo la voce. Un influencer cresce con un’identità condivisa. Deve fare attenzione a quello che sacrifica e cercare di vivere in funzione della propria persona, non del proprio personaggio». I baby influencer sarebbero sottoposti a uno stress maggiore di altre figure simili, come i baby attori. La Dott.ssa Maura Manca ne spiega il motivo: «La continuità che impone il web rispetto al cinema. Oltre a YouTube devi curare gli altri social media e non hai mai respiro. Ho in terapia alcuni giovani influencer, sono loro a dirmelo». In Italia non esistono regole stringenti come in Francia e i minori possono lavorare da influencer come già facevano nella cultura, nello spettacolo e nello sport, se non abbandonano la scuola. Eppure le ricadute psicologiche e sociali di questo tipo di lavoro sono ancore tutte da scoprire.

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