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Lil Miquela: gli avatar sono i nuovi influencer?
Instagram è terra di influencer e follower, ci dicono i fatti. Eppure, se si è sempre pensato che i bot fossero, spesso, i secondi, ora sembra sia il caso di ricredersi anche sui primi. Lil Miquela ha 1,6 milioni di followers su Instagram, una passione per l’abbigliamento street e un solo grande difetto: non esiste.
Infatti, la bella Miquela altro non è che un avatar e non serve un osservatore particolarmente attento per accorgersene. Con la sua capigliatura da cartoon giapponese, gli occhi un po’ persi nel vuoto e le lentiggini piazzate ad arte, Miquela non vuole assolutamente nascondere la sua natura virtuale: anzi, gioca abilmente sul dubbio di chi non se ne accorge, ma anche sulla certezza di chi, pur sapendolo, ne è rimasto affascinato. I numeri monstre, sono lì a dimostrarlo.
Gli avatar influencer sono una sorta di nuova specie, nata dalla virtualizzazione della realtà
Perché in effetti, la storia di Miquela non è la sola che merita di essere raccontata. Mentre la losangelina con il doppio chignon si diletta a farsi fotografare con abiti Chanel – e a girare anche un video musicale da più di 300 mila views – Dior sceglie la diciottenne parigina Noonoouri come blogger di punta per lanciare le nuove campagne e Fenty Puma la top model digitale Shudu Gram.
In questo caso, non c’è nemmeno la volontà di nascondere l’inganno, tanto è evidente la natura virtuale dell’influencer da 300 mila fans. Questa situazione ci mette di fronte ad una domanda che tocca vette esistenziali: il mondo dei social è nato per dare un’identità digitale a chi ne aveva una reale, eppure, è riuscito a crearne di proprie esclusivamente virtuali, autoctone per così dire.
Come in ogni incontro dovremo decidere scome comportarci con “l’altro”: convivenza? Accettazione? A vedere il ruolo rilevante che occupano questi avatar, il rischio da scongiurare potrebbe essere solo la dipendenza.