ariana grande
Davvero celebriamo Ariana Grande per sconfiggere un Fabio Volo?
Si tratta del trend topic del momento: le parole pronunciate da Fabio Volo sulla popstar Ariana Grande nel suo programma su Radio Deejay hanno fatto il giro del web, scatenando valanghe di indignazione. Volo si è espresso in maniera molto netta contro la diva del pop, criticando il suo atteggiamento ammiccante nel video 7 rings e accusandola di “mandare un cattivo messaggio alle ragazzine” (abbiamo addolcito i toni).
Analizziamo i fatti. Fabio Volo fraintendere i messaggi di Ariana Grande alle sue giovani ascoltatrici? No. Ha sbagliato nei modi, nei toni e anche nei contenuti. Ma se la sua critica fosse stata formulata con solide argomentazioni e termini rispettosi, sarebbe stata sacrosanta (e nessuno ne avrebbe parlato).
Fabio Volo non ha frainteso Ariana Grande ma l'epoca in cui vive
Spogliando le affermazioni di Fabio Volo di tutta la retorica machista e maschilista di cui si è orgogliosamente fregiato, gli elementi per una riflessione seria sul personaggio di Ariana Grande ci sono. Certo, Volo probabilmente è rimasto sotto un sasso negli ultimi 30 anni, dal momento che è almeno dai video hip hop anni Novanta che le donne sono ammiccanti e seminude.
All'epoca però erano semplici figuranti per il piacere dei maschi e tutto ruotava attorno alla figura (quasi sempre maschile) del rapper. Ora che le donne hanno scelto, più o meno consapevolmente di spogliarsi e ammiccare nei propri video, è tutta un’altra storia. Questa libertà fa paura all’uomo di mezza età, allo stesso tempo attratto dalla ventiseienne Ariana e spaventato da una ragazza ricca, potente, con cui non può certo giocare allo sugar daddy.
L'unico concetto vagamente femminista di 7 rings riguarda i soldi
La soluzione è accusarla di traviare le ragazzine con comportamenti sessuali espliciti. Lui, membro di una generazione cresciuta sotto il segno di Madonna! La cosa triste, però, è che se Madonna predicava davvero l’amore libero e la libertà dei costumi (caposaldo della generazione precedente a quella di Volo), Ariana Grande predica unicamente il valore del denaro e del materialismo.
In questi giorni sui social si è molto parlato del video incriminato, 7 rings, descrivendolo come un inno al female empowerment (che è solo un modo più figo di dire emancipazione, parola a quanto pare troppo sessantottina). L’unica traccia di emancipazione femminile presente in 7 rings è quella economica: una donna ha diritto di mantenersi da sola. Peccato che questo sacrosanto diritto sia stato reso da Ariana Grande e la sua squadra di songwriter un feticcio estetico, un orpello culturale dietro il quale nascondere una sete di ricchezza senza fine.
Forse Volo scade nel paternalismo perché è spaventato da una ragazza ricca e potente
Una ricchezza che diventa chiave per il successo nella vita, un lasciapassare per il mondo di privilegi che arriva a escludere chiunque non sia come te (“Non hai abbastanza soldi per portarmi rispetto”). Insomma, se Ariana Grande veicola un messaggio fuorviante alle ragazzine, non è certo quello di essere ammiccanti, piacersi e stare talmente bene col proprio corpo dal renderlo consapevolmente un oggetto sessuale. Semmai è l’aridità dei suoi contenuti che dovrebbe spaventare Fabio Volo, insieme al suo materialismo sfrenato.
Ora però tocca spendere due parole su Fabio Volo. Perché se Ariana Grande è figlia di una generazione che ha paura a pronunciare la parola femminismo, salvo ricoprirla di orpelli per renderla accettabile in una società ancora saldamente in mano ai maschi, Fabio Volo si è classificato come il perfetto esponente di coloro che della società non intendono lasciare neanche un pezzetto alle donne.
Non è la sessualità ma il materialismo sfrenato il problema di Ariana Grande
Ne è la prova la sua scelta lessicale, l’insistenza con cui zittisce la collega, non da ultimo la scenata finale, con urla e improperi. Fabio Volo ha sbagliato praticamente tutto, nella sua infelice uscita radiofonica: ma ha agito consapevole che lo zoccolo duro della società italiana è ancora fortemente ancorato all’archetipo della donna santa, madre di famiglia e timorata di Dio, e probabilmente ha anche qualche suo libro sullo scaffale.
Abbiamo davvero bisogno di innalzare Ariana Grande per screditare Fabio Volo, personaggio che con le sue uscite in radio e le sue comparsate in televisione ha già fatto un ottimo lavoro nel mostrarsi per ciò che è? In un paese che ora più che mai ha bisogno di onorare eroi e additare nemici, a quanto pare sì. L’importante è che impariamo a distinguerli.