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coronavirus

Se ci commuoviamo per le vittime allora rispettiamo le regole

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A Bergamo sfilano i mezzi dell’esercito con i feretri delle vittime di coronavirus. Lo fanno di notte, quando tutti riposano nelle loro case dopo un altro giorno di quarantena, squarciando il nero della sera con il bianco dei fari. L’unico forno crematorio, attivo 24 ore su 24, non riesce a gestire il carico di bare in arrivo. Non c’è più posto nel cimitero monumentale bergamasco per i morti di coronavirus. Nel frattempo la quota dei denunciati per la violazione delle misure previste dal dpcm sale a 43.000 in una sola settimana. Il cortocircuito è dietro l’angolo: ci commuoviamo per le vittime ma non sappiamo starcene a casa per tutelare i più deboli.

La libera uscita ai tempi del coronavirus

C’è chi esce con la scusa di fare jogging e poi si ritrova al parco con gli amici, chi organizza tornei di carte nei garage, chi va in barca, chi in spiaggia armato di ombrelloni e sedie. E poi c’è anche chi mette il naso fuori di casa per comprare qualche grammo di hashish, come due giovani toscani. In Campania arriva perfino l’esercito a scongiurare assembramenti.

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L'esercito a Bergamo per le vittime del coronavirus

Ma tra Nord e Sud non c’è molta differenza: si continua a uscire, come se la pandemia di coronavirus non ci riguardasse, come se la quarantena fosse solo una vacanza anticipata. In fondo, le giornate sono più belle e più lunghe, sprecarle in casa è davvero un peccato. Eppure su Facebook è un rimpallo di post che elogiano il duro lavoro di medici e infermieri per fronteggiare l’emergenza coronavirus, gli stessi medici e infermieri che chiedono sempre con più insistenza di rimanere a casa per rallentare il contagio. Insomma, facile fare gli eroi con la salute degli altri.

Tutti rinuncino a qualcosa

Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha ricordato a tutti che il senso di responsabilità vorrebbe che ognuno di noi rinunciasse a qualcosa, proprio come stanno facendo gli operatori sanitari, con i volti segnati dalle mascherine e dagli occhiali protettivi. «Stare nei parchi senza rispettare le distanze, fare assembramenti, gruppi, è totalmente sbagliato. Andare a correre è possibile soltanto se strettamente necessario e se si rispettano le distanze, ma se vedremo ancora le immagini che abbiamo visto in questi giorni nei parchi, saremo costretti a intervenire».

Il ministro Vincenzo Spadafora
Il ministro Vincenzo Spadafora

Segno una pandemia parallela di ipocrisia: si versa qualche lacrima per i morti di Bergamo, ma non si dà ascolto a quel grillo parlante che ci ripete di rimanere a casa. Perché i morti valgono di più dei numeri che ogni giorno riporta la Protezione civile e anche delle nostre lacrime di coccodrillo. Come ha scritto qualcuno, in fondo a noi è chiesto solo di rimanere seduti su un divano.

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