italia
Trentacinquemila persone aspettano ancora una casa a cinque anni dal terremoto di Amatrice
Oggi ricorre l'anniversario del terremoto di Amatrice, un evento che segna ancora come una ferita aperta il territorio italiano e la popolazione locale. I lutti, i disagi e una lenta ricostruzione stanno ancora perseguitando gli abitanti che, dopo cinque anni, non hanno ancora certezze per il proprio futuro.
Senza casa a cinque anni dal terremoto di Amatrice
Sessanta mesi trascorsi lontano da casa, sessanta mesi che - per circa 35mila persone residenti nel Centro Italia - iniziano alle 3:36 del 24 agosto 2016. Il terremoto che rase al suolo Amatrice fece contare 299 vittime e circa 100mila abitazioni danneggiate in modo molto grave. Tra tutti coloro che, nei giorni successivi, furono costretti a trovare abitazioni di fortuna, 35mila persone risultano, cinque anni dopo, ancora sfollate. Lo rivela Il Messaggero, che mette insieme il numero dei percettori del Cas - contributo di autonoma sistemazione - che lo Stato eroga in quelle zone a chi ha dovuto abbandonare casa (circa 28mila, che possono ricevere fino a 900 euro), il numero di coloro che vivono nelle SAE (soluzioni abitative di emergenza, circa 7mila) e delle persone assistite nei container (190).
Ciononostante, l’impressione è che negli ultimi tempi qualcosa sia cambiato. A luglio una gru è entrata, per la prima volta, nella zona rossa di Amatrice, non per rimuovere macerie ma per dare il via ai lavori di ricostruzione. Secondo i dati diffusi all’interno del Rapporto firmato dal Commissario Straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini, nei primi sei mesi del 2021 sono stati spesi 144 milioni di euro per la ricostruzione(nell’intero 2020 la spesa fu di 62 milioni di euro), portando il totale a 411 milioni di euro dal 2016. Sono oltre cinquemila i cantieri aperti nel cosiddetto “cratere del sisma”, 12mila le unità abitative che sono state riconsegnate ai cittadini. «Un’accelerazione da 25 cantieri aperti al giorno. Un ritmo che finalmente dà ritmo a questa ricostruzione», ha detto Legnini durante la presentazione del rapporto.
Le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma 2016 riguardano 52mila unità immobiliari di tipo residenziale e 1.150 immobili produttivi, per un importo richiesto dai cittadini di 5,4 miliardi di euro. Dall’avvio della ricostruzione sono stati ultimati 5mila interventi su edifici, e in corso - secondo i dati del Rapporto - ci sono lavori in altri cinquemila cantieri, per 13mila ulteriori abitazioni. «Il modo migliore per onorare la memoria dei morti e mostrare rispetto per la sofferenza delle persone è ricostruire case sicure e in tempi ragionevoli», ha detto Legnini.
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