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Le ragazze sono sempre più alcolizzate

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In Italia sono più di 8.7 milioni i consumatori di alcol a rischio, un numero che negli ultimi anni è aumentato in particolare a causa delle donne. Quando si parla di alcolismo ci riferiamo soprattutto agli uomini, individui maturi e lontani dalla nostra quotidianità. Invece la dipendenza da alcol colpisce in modo massiccio anche le donne, specie se giovanissime: i dati Istat registrano un incremento nell'abuso di alcol nella classe di età 25-44 anni. Un fenomeno poco visibile, nonché uno dei temi di Queen's Gambit, la nuova miniserie targata Netflix e tratta dal romanzo di Walter Tevis, che racconta la crescita di Beth Harmon, prodigiosa scacchista.

Queen’s Gambit

Siamo nell’America degli anni '50. Beth, interpretata dall’ormai celebre Anya Taylor-Joy (protagonista di The Witch e Split), è una bambina che, dopo la morte della madre in un incidente d'auto, finisce in orfanotrofio. Qui scoprirà la sua passione per gli scacchi (grazie al custode della struttura, Mr Shaibel), e per i tranquillanti: è l'inizio di una promettente carriera, ma anche di una spirale di dipendenza destinata a travolgere e inghiottire la protagonista. La miniserie, che racconta la vita di Beth fino ai vent'anni, ci cala nel profondo disagio sociale della protagonista, scacchista che si fa largo in un mondo dominato dagli uomini. Beth contrappone agli stereotipi femminili (impulsività, emotività), la sua lucida e calcolata strategia di gioco. La bottiglia diventa la soluzione più facile per sfuggire alla pressione e alla solitudine di quella vita, un lungo e tortuoso percorso per l’autodistruzione. L’alcolismo di Beth, però, non è un problema solo nell'America degli anni ‘50, anche nell’Italia del 2020 questa dipendenza tocca da vicino milioni di persone, tra cui tantissime donne sotto i 30 anni.

L’alcolismo delle donne in Italia

Beth è un’alcolizzata di venti anni e non è l’unica. In Italia il consumo di alcol accomuna il 66,6% della popolazione, inizia a 11-12 anni (l’età più bassa dell’UE) ed entro i 17 anni riguarda più di 800mila ragazzi (dei quali 400mila in modo problematico). Su un totale di 8 milioni di donne consumatrici, più o meno abituali, sotto i 35 anni, quelle che bevono alcol continuativamente tutti i giorni sono 1.2 milioni (quasi 100mila entro i 19 anni), in particolare quelle con un alto titolo di studio (laurea o dottorato). «Già una ricerca di 10 anni fa dell’Oms scoprì che il 20% dei minori di 11 anni bevono regolarmente, e tra questi le femmine rappresentano il 12 %» ha commentato il prof. Luigi Gallimberti dell’Università di Padova, tossicologo autore de Il bere oscuro, libro proprio su questo problema. E che, a quanto pare, è molto più pericolosa per le donne. «La stessa quantità d’alcool risulta molto più tossica e devastante nelle femmine» commenta il prof. Gallimberti. In particolare sembra essere il fegato una delle cause di questa differenza. «Recenti studi hanno evidenziato casi di cirrosi alcoliche in ragazze di 18-20 anni». Anche la letalità di questa dipendenza sembra diversa tra uomini e donne: secondo uno studio pubblicato da Alcoholism: Clinical and Experimental Research il tasso di mortalità dell’alcolismo è 1,9 volte superiore alla media per gli uomini e 4,6 volte superiore per le donne. «Ed è molto più difficile tirar fuori le donne dal “bere oscuro” che gli uomini» aggiunge il prof. Gallimberti.

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