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Non solo America. Anche l'Italia ha un problema con la polizia
Non solo America: anche in Europa la polizia ha un problema con pregiudizi razziali e discriminazione. E il coronavirus ha squarciato il velo. Secondo il rapporto di Amnesty International Sorvegliare la pandemia, che prende in esame anche l’Italia, durante la quarantena per il Covid-19, le forze dell’ordine impegnate nei controlli «hanno preso di mira in maniera eccessiva le minoranze etniche e i gruppi marginalizzati, con violenze, controlli d’identità discriminatori, quarantene forzate e sanzioni». Insomma, per l’organizzazione, l’applicazione del lockdown ha comportato importanti violazioni dei diritti umani.
Rom, minoranze etniche e migranti nel mirino
Per Amnesty, l’applicazione delle misure di lockdown da parte della polizia ha avuto un impatto eccessivo sulle aree più povere e a maggioranza di residenti provenienti da gruppi di minoranze etniche. Nella civilissima Francia, nel distretto della Senna-Saint-Denis, dove la maggior parte degli abitanti sono neri o di origine nordafricana, il numero di sanzioni per violazione del lockdown è stato tre volte superiore rispetto al resto del Paese. Segno che il dipartimento era sorvegliato in modo sproporzionato rispetto ad altre aree. E a subire misure eccessive e discriminatorie per contrastare la pandemia anche rom e migranti. In alcuni casi, non sono stati garantiti un adeguato accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, con l’imposizione di quarantene selettive obbligatorie a interi insediamenti, anche con lo schieramento dell’esercito. Una pandemia di violenza che ha colpito l’Europa, dalla Germania, a Cipro, passando per la Bulgaria.
Uso illegittimo della forza
Secondo quanto si legge nel rapporto, gravi episodi di violenza si sarebbero verificati durante operazioni per fermi, perquisizioni e controlli d’identità in occasione dell’attuazione delle misure di lockdown. Nel solo Regno Unito, uno dei pochi paesi europei che raccoglie dati disaggregati per etnia sull’applicazione della legge, la polizia di Londra ha registrato un aumento del 22 per cento nei fermi e nelle perquisizioni tra marzo e aprile 2020. Durante quel periodo, la percentuale di persone nere che è stata perquisita è aumentata di quasi un terzo. Anche la Spagna è stata terra di violenze. In un video pubblicato online il 29 marzo, due agenti della polizia hanno fermato un giovane, secondo quanto riportato di origini nordafricane, per le strade di Bilbao, dove è stato violentemente spintonato e colpito con un manganello, nonostante non sembrasse costituire una minaccia per loro. E in Italia? il 14 aprile a Catania un uomo veniva gettato a terra e colpito con i manganelli, mentre il 25 aprile una decina di persone sono rimaste vittime di abusi da parte della polizia. Segno che nemmeno il Belpaese è immune alle violenze in divisa.
Vivere senza dimora
La violenza della polizia si è riversata anche sulle persone senza dimora, che hanno subito misure punitive durante il lockdown. In Italia, dove sono almeno 50mila, la Ong Avvocato di Strada ha raccolto notizie di almeno 17 casi in cui senzatetto sono stati multati per non essere riusciti a rispettare le misure di autoisolamento e le limitazioni degli spostamenti, nonostante la richiesta di misure urgenti a sostegno delle persone senza fissa dimora, mentre altre decine sono stati sanzionati dagli agenti di polizia in Francia, Spagna e Regno Unito. «La violenza della polizia e le preoccupazioni sul razzismo istituzionalizzato non sono nuove, ma la pandemia da Covid-19 e l’applicazione coercitiva delle misure di lockdown a essa associate ne hanno semplicemente fatto emergere la diffusione», ha dichiarato Marco Perolini, ricercatore sull’Europa occidentale di Amnesty International. Una triplice minaccia costituita da discriminazione, uso illegale della forza e impunità nei confronti della polizia, che «è una questione che in Europa va affrontata con la massima urgenza».
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