cannabis
Per la chiesa argentina legalizzare la cannabis «è ipocrisia»
Davanti «alla povertà e all'indigenza vissuta da centinaia di migliaia di adolescenti e giovani che non possono aspirare ad una formazione seria o ad un lavoro decente», voler legalizzare la cannabis ad uso ricreativo «è ipocrisia»: lo afferma la Conferenza episcopale argentina, in una nota a firma della Commissione per la Pastorale delle dipendenze e delle tossicodipendenze. In Argentina dal 2017 è permesso l’uso medicinale della cannabis ma il dibattito sulla completa legalizzazione è aperto e il Capo dello Stato Fernandez sembra favorevole all’ascolto delle tante associazioni che la chiedono.
Sulla questione ha preso posizione la chiesa argentina: «La proposta di legalizzare la marijuana arriva mentre la stragrande maggioranza dei giovani, dei nostri quartieri più poveri, non finisce la scuola superiore e non trova lavoro mentre nei nostri quartieri più poveri non ci sono acqua, fognature, elettricità e scuola e mentre vediamo sempre più minori tossicodipendenti finire in prigione, invece che nei Centri di recupero», hanno spiegato i vescovi.
La legalizzazione in Italia: bigottismo, tanta richiesta e poca offerta
In Italia la riforma che prevede la legalizzazione della coltivazione domestica ad uso personale e la depenalizzazione dei ‘fatti di lieve entità’ associati alla cannabis, è stata presentata in commissione giustizia della Camera. Le tante associazioni che si battono per la legalizzazione potrebbero anche avvalersi dello strumento del referendum, per richiedere il quale ora è possibile raccogliere firme online (come sta già avvenendo, con esito positivo, per la legalizzazione dell’eutanasia). «Stiamo facendo una battaglia contro una pianta innocua»; «Questa pianta dà tantissime soluzioni a problemi di tutti i giorni»; «Qui un consumatore di cannabis è visto come un delinquente»; «Siamo un paese bigotto»: sono queste le voci che VD ha raccolto nelle tante manifestazioni a favore della cannabis che si svolgono in tutta Italia. La pianta non rappresenta un rischio neanche per l’Onu che infatti ha votato la rimozione della marijuana a scopo medico dalla lista delle droghe più pericolose del mondo.
Del valore terapeutico della cannabis ci parla anche la storia di Walter De Benedetto, malato di artrite reumatoide accusato di narcotraffico (e finalmente assolto con una sentenza che ha stabilito l’uso medico della cannabis). Ma non solo: la cannabis è valida anche come antiepilettico in pediatria, con bambini che vanno dai 3 anni in su. E così, da circa quindici anni, il dottor Marco Bertolotto utilizza la cannabis terapeutica per la cura dell’epilessia infantile. «Oggi la ricerca ci ha portato a dire che possiamo usare i cannabinoidi, soprattutto il CBD, nelle epilessie farmacoresistenti che sono circa il 30% delle epilessie e che esordiscono in età pediatrica», ha spiegato a VD Bertolotto.
«Consideriamo che si tratta di bambini che hanno dalle dieci alle quindici crisi al giorno. Ridurle a una o due alla settimana è già un traguardo». Il problema, però, è che ne servirebbe molta di più per la richiesta che c’è in Italia: «La reperibilità della cannabis è un problema tutto italiano», aveva raccontato a VD Alessandro Pastorino di FL Group. «Il fabbisogno del nostro Paese sarebbe di due tonnellate, ma noi riusciamo ad arrivare a un massimo di una tonnellata».
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